E c’è qualcosa di profondamente sbagliato anche nella prepotenza del veto che alcuni Paesi baltici e dell’Est hanno opposto alla candidatura di Federica Mogherini a “ministro degli Esteri” - peraltro senza alcun potere - dell’Ue, candidatura che nel merito può certamente essere discussa e contrastata (magari evitando argomenti ridicoli come l’essere Mogherini filo-Putin) ma che comunque è altamente autorevole in sé per il peso del Paese che l’ha avanzata.
Ecco, questione di peso. Il qualcosa di profondamente sbagliato non è tanto l’eccessivo rilievo che si sono presi nell’Unione anche minuscoli membri e ultimi arrivati, quanto l’inadeguata importanza che ha l’Italia a fronte del proprio peso reale. Tra improvvisazioni, errori e complessi d’inferiorità, molti governi italiani hanno lasciato che la loro valenza internazionale fosse gravemente sottodimensionata, e anche la vicenda dei due marò prigionieri dei capricci indiani è, in questo senso, didascalica.
Ma almeno in Europa, dove all’Italia sono richieste pressantemente riforme, è il caso che il governo Renzi provveda anche a riformare il nostro tradizionale approccio diplomatico. E bisogna innanzitutto ristabilire il senso delle proporzioni. Nei rapporti tra gli Stati è fondamentale la reciprocità, dunque se - mettiamo - un Paese prende di mira l’Italia, la prima e ovvia conseguenza dev’essere che nei dossier vitali per quel Paese l’Italia lo prenda a sua volta di mira. Non si tratta di rivalsa o intimidazione, ma di fondare - se vogliamo - un’amicizia lunga su patti chiari, ovvero di seguire l’antica saggezza del “qua nessuno è fesso”. Theodore Roosevelt consigliava di parlare piano tenendo un grosso bastone in mano. L’Italia dovrebbe ricordare spesso a se stessa e agli altri - parlando piano - che per prodotto interno, popolazione, e anche storia, ha un bastone una decina di volte più grosso, tanto per fare un esempio, di quello dell’accigliata Finlandia.
Fonte: http://www.lasicilia.it/
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