giovedì 24 luglio 2014

Israele Gaza,10 cose da sapere per comprendere la guerra

I rapporti tra Fatah e Hamas. Il ruolo di Egitto e Iran. L'importanza dei tunnel. Ciò che serve sapere.

Israele ha iniziato l'invasione della Striscia di Gaza. Dopo 10 giorni di raid aerei che hanno già provocato centinaia di morti tra i palestinesi, la zona settentrionale della Striscia è sotto attacco.
Carri armati e fanteria israeliana hanno l'obiettivo di disarmare Hamas, distruggendo i tunnel usati dall'organizzazione per custodire sottoterra i razzi che vengono poi sparati contro lo Stato ebraico.
Questa, però, è solo la lettura più immediata e superficiale della guerra in corso tra Israele e Hamas. Per capire meglio l'ultima incarnazione del conflitto israelo-palestinese a Gaza, ecco 10 cose da sapere tra cronaca e storia, segnalate da Zack Beauchamp su Vox, che ricostruiscono il contesto della rinnovata violenza in Medio Oriente.

Mappa dei Territori palestinesi (in verde) e di Israele.

 

1. La Striscia è una prigione a cielo aperto

La Striscia di Gaza è un territorio completamente isolato, circondato da Israele su tre lati e bagnato sul quarto dal mare, anch'esso costantemente sorvegliato dalle forze navali dello Stato ebraico.
Tra Gaza e la Cisgiordania, dove vive la maggior parte del popolo palestinese, non c'è alcuna continuità territoriale: sono entità separate dal punto di vista geografico, come mostrato dalla mappa qui sopra (in verde nel rettangolo la Striscia di Gaza e la West Bank, separate da Israele).
ERA PARTE DELL'EGITTO. La Striscia ha fatto parte dell'Egitto fino al 1967, quando fu occupata da Israele che uscì vittorioso dalla Guerra dei sei giorni, combattuta contro Egitto, Siria e Giordania. L'occupazione militare e coloniale israeliana si è protratta fino al 2005.

Gaza City.

2. Gaza è una delle aree più densamente popolate del mondo

La Striscia di Gaza è grande circa 378 chilometri quadrati e ospita una popolazione di oltre 1.650.000 abitanti (dati del 2011), con un’età media di 17,7 anni.
La densità abitativa è quindi altissima, pari a più di 4.365 persone per chilometro quadrato. L'intera Striscia è sostanzialmente densa come una grande città europea.
In questo contesto Gaza City, il centro principale della Striscia, secondo la classifica del Washington Post, è la 40° zona urbana più densamente popolata nel mondo, allo stesso livello di alcune megalopoli asiatiche.
QUASI IMPOSSIBILE NON COLPIRE I CIVILI. Ciò significa che bombardare la città è molto difficile per Israele senza colpire civili.
Hamas, d'altra parte, per le rampe di lancio dei suoi razzi spesso ha scelto postazioni interne ai quartieri abitati dalla popolazione.
In questo modo qualsiasi offensiva aerea israeliana all'interno di Gaza è destinata a uccidere centinaia di non combattenti: i cosiddetti «danni collaterali».


Coloni e soldati israeliani nella Striscia di Gaza al momento del ritiro ordinato da Sharon nel 2005.

3. Israele ha occupato la Striscia fino al 2005

Fino al 2005 Israele ha occupato la Striscia di Gaza, esattamente come la Cisgiordania, attraverso la costruzione di basi militari e l'insediamento di coloni e comunità ebraiche all'interno del territorio palestinese.
Fu il primo ministro israeliano Ariel Sharon a decidere di ritirarsi da Gaza. Sharon, falco di lunga data e scettico sull'indipendenza palestinese, aveva concluso che l'occupazione non era più nell'interesse di Israele. Circa 10 mila coloni vennero così sradicati dalla Striscia: una mossa estremamente controversa all'interno di Israele, che portò l'attuale primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a uscire dal governo in segno di protesta.
HAMAS EGEMONE A GAZA. Sharon lasciò il controllo di Gaza a un'Autorità palestinese unita, governata da al-Fatah, il partito moderato di Ramallah, in Cisgiordania.
Ma le cose sono andate diversamente: il movimento islamico sunnita Hamas è diventato rapidamente la potenza dominante a Gaza, dopo aver vinto le elezioni nel 2006 e dopo aspri combattimenti tra militanti delle due anime della società palestinese. Il popolo di Gaza è quindi separato da quello che vive in Cisgiordania non solo fisicamente, ma anche dal punto di vista politico.

Manifestazione dei Fratelli musulmani in Egitto.

4. Hamas è parte dei Fratelli musulmani

Hamas, secondo il suo statuto, è il ramo palestinese dei Fratelli musulmani, il movimento islamico operante in tutto il mondo musulmano che aveva eletto Mohammed Morsi alla presidenza egiziana.
Non è controllata dalla leadership della Fratellanza basata in Egitto, ma fra loro i legami sono molto stretti.
Hamas ha anche un'ala militare, le Brigate al-Qassam, e dal momento della sua fondazione nel 1987 ha sempre combattuto Israele, in particolare attraverso attentati suicidi e attacchi missilistici.
TREGUA SE ISRAELE SI RITIRA DALLA CISGIORDANIA. Hamas ha ripetutamente rifiutato di riconoscere lo Stato di Israele, ma ha proposto una tregua a lungo termine se Tel Aviv accettasse di ritirarsi dalla Cisgiordania.
Alcuni leader di Hamas hanno dichiarato che sarebbero soddisfatti dall'istituzione di uno Stato palestinese in Cisgiordania e a Gaza, ma i rapporti tra il movimento nel suo complesso e Israele non sono affatto buoni: si rifiutano di negoziare direttamente perché non si fidano l'uno dell'altro.

Un raduno della Jihad islamica palestinese.

5. Nella Striscia non c'è soltanto Hamas

A Gaza, oltre ad Hamas, sono operativi altri gruppi armati, come la Jihad islamica palestinese. Questi gruppi sono più radicali di Hamas, e la loro stategia è improntata più alla violenza che alla lotta politica contro lo Stato ebraico.
Dopo la fine dell'occupazione nel 2005, si sono uniti e hanno lanciato migliaia di razzi e colpi di mortaio verso Israele. Un fuoco che raramente ha causato vittime, ma che comuque ha avuto l'effetto di terrorizzare la popolazione israeliana che viveva all'interno del raggio d'azione delle armi.
ISRAELE CONSIDERA HAMAS UNICA RESPONSABILE. Israele ha ritenuto e continua a ritenere Hamas responsabile di tutti i lanci di razzi provenienti da Gaza, anche quelli effettivamente realizzati da altri gruppi armati. In questo modo, Hamas può essere spinta a entrare in guerra dall'azione di formazioni non collegate alla sua organizzazione, ma capaci di provocare comunque una reazione militare da parte di Israele.

L'assedio israeliano ha imposto frequenti interruzioni della corrente elettrica a Gaza.

6. Israele ha messo Gaza sotto assedio nel 2007

Israele ha messo Gaza sotto assedio nel 2007. Il blocco della Striscia, che non si è mai più interrotto da allora, ha limitato fortemente ogni accesso al territorio, sia attraverso i valichi terrestri di frontiera, sia attraverso il mare.
Cibo, acqua, elettricità, gas, materiali da costruzione e altri beni di prima necessità sono sotto il controllo di Israele, che ha vietato l'ingresso di molti prodotti nella Striscia e ha regolato il flusso degli altri.
IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI RAZZI. L'obiettivo dichiarato del blocco è impedire ad Hamas di rifornirsi dei materiali necessari per costruire razzi e mortai. Tuttavia, è evidente che una misura del genere ha anche l'effetto di indebolire Hamas dal punto di vista politico. Nei piani israeliani limitare l'accesso ai beni di consumo dovrebbe spingere i palestinesi a dare il loro sostegno a fazioni e leader più moderati, o costringere l'attuale dirigenza di Hamas a una svolta in questo senso.

Sterpaglie bruciate nella Striscia di Gaza per nascondere obiettivi all'aviazione israeliana.

7. Hamas e Israele hanno già combattuto altre tre guerre

Dopo il ritiro del 2005, Israele e Hamas hanno combattuto tre guerre: nel 2006, nel 2008-9, e nel 2012. Israele ha invaso Gaza nel corso dei primi due conflitti, e ha bombardato solo nel terzo.
La guerra del 2006 è stata innescata dal movimento islamico, con il rapimento di un giovane soldato israeliano. Così come l'attuale crisi è stata innescata dal rapimento e dall'omicidio in Cisgiordania di tre studenti israeliani, uccisi da uomini che Tel Aviv ha ritenuto essere militanti di Hamas.
RIDOTTA LA CAPACITÀ MILITARE DI HAMAS. Obiettivo dichiarato di Israele in tutti i conflitti è sempre stato distruggere la capacità militare di Hamas. Dopo il 2012, il numero di razzi sparati contro lo Stato ebraico si è ridotto sensibilmente. Ma il prezzo in vite umane pagato dai palestinesi è stato altissimo.
Parata dell'esercito iraniano.

8. L'Iran è il pricipale fornitore di armi per Hamas

L'Iran è probabilmente il più importante sponsor internazionale di Hamas. Per molti anni, Teheran ha fornito infatti denaro e armi al movimento islamico.
Nel 2012, tuttavia, i rapporti si sono incrinati a causa della guerra in Siria: Teheran ha appoggiato il dittatore siriano Bashar al-Assad, un alawita sciita, contro la ribellione popolare sunnita. Che i palestinesi, in gran parte sunniti, hanno invece sostenuto. Hamas ha rifiutato di schierarsi con Assad, e così l'Iran ha tagliato i finanziamenti alla fine del 2012.
CON LA GUERRA ALLEANZA RINSALDATA. Tuttavia, le relazioni sembrano essere in via di guarigione. La guerra contro Israele ha offerto l'occasione di ritrovare un nemico comune, tanto che le Brigate al-Qassam e le milizie libanesi di Hezbollah, filoiraniane, hanno recentemente annunciato la ripresa di un coordinamento strategico sul territorio.

L'ingresso di un tunnel nella Striscia di Gaza.

9. L'importanza dei tunnel per sfuggire al blocco di Israele

In risposta al blocco isrealiano contro Gaza, Hamas ha sviluppato mezzi alternativi di rifornimento: i tunnel che conducono in Egitto. Scavati dagli abitanti di Gaza sotto il confine egiziano, sono passaggi sotterranei che consentono di aggirare le guardie di frontiera e permettono ai contrabbandieri di far passare quei beni che Israele non vuole lasciare passare.
NON SOLO ARMI, ANCHE MEDICINALI. I tunnel vengono utilizzati sia per scopi civili, sia per scopi militari. L'ala militare di Hamas li ha usati per portare armi e componenti per costruire i razzi dentro la Striscia.
I civili invece li usano per portare medicine, cibo, e qualsiasi altra cosa sottoposta al blocco israeliano.
Dopo il colpo di Stato che ha rovesciato il governo di Mohammed Morsi in Egitto, molte gallerie sono state però chiuse.
Israele ha ritenuto quindi che Hamas fosse particolarmente vulnerabile a un attacco in questo momento, proprio perché è venuto meno il supporto dei Fratelli musulmani al Cairo.

Palestinesi di Gaza accalcati al valico di Rafah.

10. L'unico valico non controllato da Israele è quello di Rafah

L'unica via di fuga da Gaza che non sia un tunnel e non sia controllata da Israele è il valico di Rafah, verso l'Egitto. Attualmente però l' Egitto ha limitato fortemente il flusso di persone e merci in ingresso e in uscita dal valico. I Fratelli musulmani sono diventati il principale gruppo di opposizione in Egitto, e il governo non ha intenzione di aiutare gli amici dei suoi nemici, e cioè i palestinesi di Hamas.
HAMAS HA RIFIUTATO LA MEDIAZIONE EGIZIANA. Il valico di Rafah è diventato così importante per Gaza che alcuni esperti ritengono che Hamas si stia spingendo avanti nella guerra contro Israele proprio per fare pressione sull'Egitto. Hamas punterebbe a fare leva sull'indignazione pubblica egiziana, per costringere il governo di al-Sisi a fare concessioni alla causa palestinese. Questo potrebbe essere il motivo per cui Hamas non ha accettato l'accordo di cessate-il-fuoco mediato dagli egiziani e proposto il 15 luglio: un accordo che non prevedeva in modo esplicito la riapertura di Rafah.

Fonte:  http://www.lettera43.it/

Nessun commento:

Posta un commento