lunedì 14 luglio 2014

IN QUESTI GIORNI, UNA STRAGE ALLE PORTE DI CASA NOSTRA…



Foto: IN QUESTI GIORNI, UNA STRAGE ALLE PORTE DI CASA NOSTRA… Cade proprio in questi giorni l'anniversario dell'uccisione di *più di 8000 musulmani bosniaci* a Srebrenica, nel luglio 1995. Un crimine assurdo, a tutt'oggi in parte senza riparazione, come ricorda l'appello diramato da @AmnestyInternational: accesso alla verità e giustizia devono ancora in buona parte arrivare per i civili bloccati nell'enclave di Srebrenica, allora "zona di sicurezza" delle Nazioni Unite, dove più di 8000 uomini e ragazzi bosniaci furono separati dal resto della popolazione e *sommariamente giustiziati* dall'11 al 13 luglio di quell'anno. I corpi di oltre 6000 vittime di questo genocidio sono stati esumati, identificati e sepolti presso il memoriale a loro dedicato, ma l'identificazione di circa 1000 salme è a tutt'oggi in corso, e si stima che un altro migliaio manchino ancora all'appello... La legge sulle persone scomparse non è mai stata pienamente attuata, lasciando le famiglie senza alcun indennizzo. La commemorazione è ancora più difficile, perché le autorità della Bosnia-Erzegovina non riescono ad adempiere ai loro obblighi nei confronti delle famiglie delle vittime di Srebrenica e delle altre vittime di sparizioni forzate avvenute durante il conflitto armato in quell'area. Il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY) istituito presso le Nazioni Unite ha accusato, alla luce dei fatti di Srebrenica, Mladić, Arkan e altri ufficiali serbi di diversi crimini di guerra *tra cui il genocidio, la persecuzione e la deportazione* di un numero ingente di civili. Gran parte di coloro cui è stata attribuita la principale responsabilità della strage, sia militari che uomini politici, è tuttora latitante, tranne Ratko Mladić, arrestato nel maggio 2011, dopo ben 16 anni dai fatti. Tutto ciò accadeva *alle porte di casa nostra*… Una tragedia che però è anche una CONFERMA DEL RUOLO DELL'UNIONE EUROPEA, che è scesa in campo convintamente per *stabilizzare* una Regione critica a pochi chilometri dai nostri confini: quando l'Europa si rende protagonista - *cosa che non abbiamo visto in Ucraina e non stiamo vedendo nella crisi Israelo-palestinese* - può *realmente fare la differenza*…VOI COSA NE PENSATE...?


Cade proprio in questi giorni l'anniversario dell'uccisione di più di 8000 musulmani bosniaci a Srebrenica, nel luglio 1995. Un crimine assurdo, a tutt'oggi in parte senza riparazione, come ricorda l'appello diramato da Amnesty International: accesso alla verità e giustizia devono ancora in buona parte arrivare per i civili bloccati nell'enclave di Srebrenica, allora "zona di sicurezza" delle Nazioni Unite, dove più di 8000 uomini e ragazzi bosniaci furono separati dal resto della popolazione e sommariamente giustiziati dall'11 al 13 luglio di quell'anno. 

I corpi di oltre 6000 vittime di questo genocidio sono stati esumati, identificati e sepolti presso il memoriale a loro dedicato, ma l'identificazione di circa 1000 salme è a tutt'oggi in corso, e si stima che un altro migliaio manchino ancora all'appello... 

La legge sulle persone scomparse non è mai stata pienamente attuata, lasciando le famiglie senza alcun indennizzo. La commemorazione è ancora più difficile, perché le autorità della Bosnia-Erzegovina non riescono ad adempiere ai loro obblighi nei confronti delle famiglie delle vittime di Srebrenica e delle altre vittime di sparizioni forzate avvenute durante il conflitto armato in quell'area. 

Il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY) istituito presso le Nazioni Unite ha accusato, alla luce dei fatti di Srebrenica, Mladić, Arkan e altri ufficiali serbi di diversi crimini di guerra tra cui il genocidio, la persecuzione e la deportazione di un numero ingente di civili. Gran parte di coloro cui è stata attribuita la principale responsabilità della strage, sia militari che uomini politici, è tuttora latitante, tranne Ratko Mladić, arrestato nel maggio 2011, dopo ben 16 anni dai fatti. Tutto ciò accadeva alle porte di casa nostra… 

Una tragedia che però è anche una CONFERMA DEL RUOLO DELL'UNIONE EUROPEA, che è scesa in campo convintamente per stabilizzare una Regione critica a pochi chilometri dai nostri confini: quando l'Europa si rende protagonista - cosa che non abbiamo visto in Ucraina e non stiamo vedendo nella crisi Israelo-palestinese.

Fonte: https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline

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