Il sostegno dato dal PdC Renzi alla
Cancelliera Merkel sulla nomina di Jean Claude Junker alla Presidenza
della Commissione Europea è stato determinante per far passare senza
intoppi la linea tedesca… ma in cambio di cosa?
Abbiamo visto dalle
molteplici dichiarazioni di Schaubele (Ministro delle Finanze), Siebert
(portavoce della Cancelleria), Weber (capogruppo tedesco al Parlamento
Europeo) e della stessa Bundesbank come le speranze
italiane di una maggiore "flessibilita" del Fiscal Compact siano
evaporate completamente pochi minuti dopo la conclusione del Consiglio
Europeo.
E' questo il vero motivo per il quale il Governo sta preparando
in questi giorni una pesante manovra correttiva di finanza pubblica che
non farà che frenare ulteriormente la domanda interna italiana…? Con
una crescita vicina allo zero - gli ultimi dati FMI ridimensionano allo
0,2% le aspettative dichiarate dal Governo sino a pochi giorni fa di un +
0,6% di PIL nel 2014 - si riaffaccia il rischio di un’ulteriore
recessione, persino peggiore di quella vissuta fin’ora, perchè siamo
ormai con un'inflazione vicina allo zero e con un debito pubblico che
continua a crescere fuori controllo, con quasi 10 punti in più in
neanche tre anni… Secondo il Governo Renzi, la flessibilità di Berlino
avrebbe dovuto scongiurare tutto questo, ma - svanita ancora una volta
l'illusione di un cambio di rotta mitteleuropeo sui temi economici - la
"contropartita politica" al determinante appoggio italiano alla linea
tedesca in favore di Junker doveva essere l'attribuzione al nostro Paese
della carica di Alto Rappresentante per la Politica Estera, con tutti i
poteri sanciti dal Trattato di Lisbona. Ciò avrebbe fatto dell'Alto
Rappresentante il "n° 2" effettivo di Junker, riconoscendo a tale
posizione quella di coordinatore di tutti gli altri Commissari che
dispongono di competenze rilevanti per le relazioni esterne, per la
sicurezza e la Difesa europee, la cooperazione internazionale, il
commercio, l'energia, l'immigrazione, i Partenariati e l'allargamento, i
diritti umani e le libertà religiose e di pensiero etc.
Tale posizione
di fatto “sovraordinata" rispetto agli altri Commissari avrebbe
costituito un decisivo cambio di marcia nella "governance" dei rapporti
internazionali dell'UE, perché un Alto Rappresentante per la Politica
Estera UE con poteri da "Supercommissario" disporrebbe di leve molto
importanti da azionare (anche) nell'interesse dell'Italia. Uno scenario
che però parrebbe tramontato, dal momento che il bicchiere del "do ut
des" Renzi-Merkel sembra drammaticamente vuoto… Ancora ben prima di
insediarsi, Junker ha ridimensionato notevolmente poteri e competenze
dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera, dichiarando di voler
essere lui a coordinare tutti i Commissari attraverso una sorta di
Ufficio di Presidenza, e nel mettere avanti le mani il Presidente
designato si è mosso in controtendenza rispetto a tutte le aspettative
di potenziare la PESC (Politica Estera UE) e la PESD (Difesa comune UE):
il successore della Ashton potrà infatti contare solo sui limitati
strumenti del passato. Impossibile che la prematura mossa di Junker non
sia stata accuratamente concordata con Angela Merkel, e questo è
deludente per i molti che miravano legittimamente a un vero cambio di
marcia dell’UE, necessario anche per dare risposte concrete alle istanze
emerse del voto alle Europee di maggio scorso.
La frenata di Junker
gioca invece a favore dei Paesi interessati a “rinazionalizzare” la
politica estera, come la Gran Bretagna e soprattutto la Germania:
Berlino – che è parte irremovibile di tutti i gruppi negoziali
ristretti, come il "Quad" atlantico (Usa, Uk, Francia, Germania) e il
"5+1" sul nucleare iraniano, nonchè protagonista assoluta delle
politiche Economiche e Monetarie UE - sta sempre più acquisendo una
chiara leadership di politica estera, come dimostra il suo peso nella
gestione della vicenda Ucraina, nel rapporto con la Russia, nella crisi
siriana e nei condizionamenti al partenariato meridionale e mediterraneo
in rapporto a quello orientale... e non è quindi affatto sorprendente
che ai tedeschi convenga un Alto Rappresentante relativamente debole.
In
secondo luogo, l'inconsistenza della "contropartita" per l’Italia
emerge ancor più evidente dopo la levata di scudi di una dozzina di
partner Europei contro la candidatura del nostro Ministro degli Esteri
Mogherini, anche se è bene ricordare come non abbiano certamente aiutato
le nostre candidature all'UE così come al posto di Segretario Generale
della NATO le ambiguità emerse negli ultimi tempi sulle nostre posizioni
europee e atlantiche: talvolta ancor più timidi della stessa Germania
nel sottolineare l’illegittimità dell'annessione Russa della Crimea, più
ansiosi degli altri Paesi di intensificare i rapporti con l'Iran,
ambigui sulla Siria, dove ci siamo trovati allo stesso tempo sia sulla
lista “amici di Putin" che sulla lista “amici di Obama", in queste e in
altre occasioni cruciali per l’UE ed essenziali per la politica estera
nostra e di diversi nostri partner storici abbiamo dimostrato incertezze e contraddizioni incomprensibili... Come vado dicendo da
tempo, vi sono importanti "compiti a casa" che dobbiamo fare per
definire chiaramente e una volta per tutte i nostri interessi e il ruolo
globale dell'Italia: diversamente, il prezzo che pagheremo sarà quello
di un’Europa sempre più “in ordine sparso” e di un Italia debole
all’interno di un’Europa ancor più debole sugli scenari internazionali.
Fonte: https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline
Nessun commento:
Posta un commento