domenica 31 agosto 2014

Marò in India: ma quanti nemici hanno i nostri due Fucilieri?


I mezzi di informazione possono essere considerati i nemici dei Marò?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo per forza di cose chiederci, se ci sembra corretto avere tutti i dettagli dei vari omicidi accaduti in Italia, da Avetrana a Cogne, da Novi Ligure a Parma..... e non sapere cosa sia successo veramente sulla Enrica Lexie? Non è una novità che i mezzi d'informazione, hanno un potere più forte di quello politico, rappresentano l'ago della bilancia sul modo di pensare.

Eppure l'impianto accusatorio nei confronti dei Fucilieri di Marina illegalmente detenuti in India del 15 Febbraio 2012, è viziato da:
  1. indagini omissive verso altri potenziali colpevoli;
  2. distruzione dei reperti giudiziari;
  3. negata ammissione dei Consulenti Tecnici della difesa;
  4. secretazione degli atti processuali dopo l'incriminazione formale;
  5. grave indizio di costruzione di false prove a carico;
  6. omissione di elementi a difesa;
  7. completa inattendibilità dei testimoni a carico;
  8. costruzione di falso scenario da parte della Guardia Costiera.  
Ce ne è abbastanza per invalidare qualsiasi accusa e arrivare al proscioglimento dei due accusati. Ma i nostri giornalisti non lo dicono. 

I nostri giornalisti non ci raccontano che quella tragica sere di due anni e mezzo fa, al largo delle coste indiane ci furono più imbarcazioni. E le indagini Indiane, volontariamente o involontariamente, venivano omesse. 

Le autorità indiane il giorno 15/2/2012 erano a conoscenza di due attacchi pirata o presunti tali:
  1. alla petroliera italiana Enrica Lexie, che è stata richiamata in porto con l'intervento immediato delle più potenti unità navali della sua Guardia Costiera;
  2. alla petroliera greca Olympic Flair, che non è stata neanche chiamata per radio e quindi lasciata libera di andarsene indisturbata.
In questo comportamento delle autorità indiane si ravvisa una omissività nelle indagini, volontaria o involontaria che sia, e quindi una nullità di tutto l'impianto accusatorio nei confronti dei militari italiani.
Infatti è ovvio che nel caso di diversi potenziali colpevoli di un atto ritenuto criminoso (la morte dei due pescatori) sia obbligo dell'autorità indagare tutti i possibili colpevoli. E' evidentemente inammissibile che a uno gli si mandi dietro le navi da guerra, e l'altro si finga di non sapere.

Già nei giorni immediatamente successivi al fatto da fonti italiane si fece rilevare che anche la Olympic Flair era stata attaccata dai pirati nella stessa zona
Ne vennero polemiche giornalistiche, con accuse agli italiani di essersi inventato tutto e di cercare di scaricare su un altro soggetto, innocente, le proprie responsabilità.
Queste polemiche ebbero riflesso anche sui media italiani, disinformando l'opinione pubblica italiana su pretese "falsità" e avvalorando la tesi di colpevolezza sostenuta da una sempre maggiore area dei media.

Fonte:  http://www.seeninside.net/piracy/index.htm


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