martedì 26 agosto 2014

La Petroliera Greca Olympic Flair

Questa sezione dimostra che le autorità indiane il giorno 15/2/2012 erano a conoscenza di due attacchi pirata o presunti tali:
  1. alla petroliera italiana Enrica Lexie, che è stata richiamata in porto con l'intervento immediato delle più potenti unità navali della sua Guardia Costiera;
  2. alla petroliera greca Olympic Flair, che non è stata neanche chiamata per radio e quindi lasciata libera di andarsene indisturbata.
In questo comportamento delle autorità indiane si ravvisa una omissività nelle indagini, volontaria o involontaria che sia, e quindi una nullità di tutto l'impianto accusatorio nei confronti dei militari italiani.
Infatti è ovvio che nel caso di diversi potenziali colpevoli di un atto ritenuto criminoso (la morte dei due pescatori) sia obbligo dell'autorità indagare tutti i possibili colpevoli. E' evidentemente inammissibile che a uno gli si mandi dietro le navi da guerra, e l'altro si finga di non sapere.

rapporto IMO Olympic Flair 

In questo documento dell'IMO (International Maritime Organization) si certifica che oltre a tutte le altre autorità anche la Guardia Costiera indiana era stata avvertita, alle 16:50 UTC (corrispondenti alle 22:20 locali), che la petroliera greca Olympic Flair era stata oggetto di un attacco pirata.
Alle 22:20LT di scorta alla Enrica Lexie c'erano in mare i due pattugliatori Shamar e Lakshimi Bahi, e un aereo da sorveglianza marittima Dornier228 della guardia costiera indiana.
Tutti si trovavano a circa 10 miglia dal porto di Kochi, e si trovavano vicinissimi (circa 3 miglia) al punto geografico indicato dalla Olympic Flair quale luogo dell'attacco pirata da lei subito.
Le autorità indiane avevano il dovere di lanciare l'allarme, allertare i mezzi militari navali e aerei, e per mezzo dei rilevamenti radar avviarli verso la Olympic Flair, tanto più che erano già sul punto preciso dove era avvenuto l'agguato e dove la Olympic Flair sosteneva di stare.
Avrebbero dovuto fare esattamente quello che avevano fatto poche ore prima nei confronti della Enrica Lexie.
Ma non l'hanno fatto.
Qualunque ne sia il motivo (colpa o dolo) l'impianto accusatorio costruito nei confronti dei due militari italiani manca dell'indagine su almeno uno dei possibili colpevoli: è omissivo.
E quindi l'intero impianto accusatorio sarebbe dichiarato nullo in qualsiasi tribunale.

La vicenda della Olympic Flair
Già nei giorni immediatamente successivi al fatto da fonti italiane si fece rilevare che anche la Olympic Flair era stata attaccata dai pirati nella stessa zona
Ne vennero polemiche giornalistiche, con accuse agli italiani di essersi inventato tutto e di cercare di scaricare su un altro soggetto, innocente, le proprie responsabilità.
Queste polemiche ebbero riflesso anche sui media italiani, disinformando l'opinione pubblica italiana su pretese "falsità" e avvalorando la tesi di colpevolezza sostenuta da una sempre maggiore area dei media.

ansa su olympic flair 

Il giorno 21 febbraio, mentre un portavoce della Marina Mercantile greca smentiva falsamente l'attacco pirata alla Olympic Flair, dalle autorità internazionali questo veniva confermato.
Nei giorni fra il 15 e il 21 febbraio le autorità indiane, benchè perfettamente a conoscenza dell'attacco alla Olympic Flair, anziché confermare le fonti italiane tacevano lasciando montare la campagna giornalistica che accusava gli italiani di falso e quindi lasciando montare lo sdegno popolare dei cittadini indiani contro gli italiani.
Nello stesso giorno in cui la marina mercantile ellenica dichiarava falsamente che non c'era stato nessun attacco pirata alla Olympic Flair, e le autorità indiane tacevano quanto a loro conoscenza, l'armatore della Olympic Flair dichiarava alla Marina Militare italiana che l'attacco c'era stato.
Le dichiarazioni indiane che "mai si erano verificati in India attacchi di pirateria" sembrano almeno stravaganti, visto che lo ICC-IMB (International Chamber of Commerce - International Maritime Bureau), nel suo rapporto "Piracy and armed robbery against ship" relativo al periodo 1 gennaio -30 settembre 2011 certifica 6 attacchi, di cui 4 avvenuti proprio negli ancoraggi di Kochi.

pirateria in India

L'incidente della Olympic Flair verrà riportato nel rapporto "Piracy and armed robbery against ship" pubblicato il 16 giugno 2012 (vedi allegato 2 pag.4)
TMNews del 21 febbraio 2012 

Nello stesso giorno in cui la marina mercantile ellenica dichiarava falsamente che non c'era stato nessun attacco pirata alla Olympic Flair, e le autorità indiane tacevano quanto a loro conoscenza, l'armatore della Olympic Flair dichiarava alla Marina Militare italiana che l'attacco c'era stato.
Le dichiarazioni indiane che "mai si erano verificati in India attacchi di pirateria" sembrano almeno stravaganti, visto che lo ICC-IMB (International Chamber of Commerce - International Maritime Bureau), nel suo rapporto "Piracy and armed robbery against ship" relativo al periodo 1 gennaio -30 settembre 2011 certifica 6 attacchi, di cui 4 avvenuti proprio negli ancoraggi di Kochi.

pirateria in India

L'incidente della Olympic Flair verrà riportato nel rapporto "Piracy and armed robbery against ship" pubblicato il 16 giugno 2012 (vedi allegato 2 pag.4)

report IMO Olympic Flair 

Olympic Flair, la "nave sparita"
E' evidente che il rapporto fatto dalla Olympic Flair su data, ora e posizione dell'attacco subito non può essere vero.
Nella medesima ora in quella posizione stanno transitando la Enrica Lexie e le potenti unità della Guardia Costiera che la stanno scortando. A un allarme lanciato dalla Olympic Flair sarebbero intervenute.
timeline posizioni della Olympic Flair e della Enrica Lexie Timeline delle posizioni della Olympic Flair e della Enrica Lexie nelle fasi successive all'incidente
Come pure è evidente dal rapporto che l'attacco è avvenuto di giorno. Si dice che la vedetta della nave greca ha avvistato due imbarcazioni con 20 armati. E che i pirati quando hanno visto l'equipaggio entrare in allarme hanno desistito.
E come si sono reciprocamente visti, marinai e pirati, se fossero state veramente le 22:20 locali, e quindi notte fonda?
Dovremmo anche ammettere che i 20 pirati, nonostante la presenza a vista della Enrica Lexie, di due unità navali armate e sorvolati da un aereo da sorveglianza mattittima, siano andati audacemente all'attacco.
Anche a un profano un racconto del genere appare del tutto incredibile.
E' tutto da rivedere e chiarire, ci sarebbe voluta una "indagine", ma a quanto pare alle autorità indiane la cosa non è mai interessata.

tracking AIS 

Sparisce dal sistema di rilevamento e indentificazione AIS il 13 febbraio alle ore 00:29 UTC diretta a Kochi orario di arrivo stimato 15 febbraio ore 08:00 UTC.
Riappare circa allo stesso punto il giorno 20 febbraio alle ore 05:36 UTC diretta ad Arzew (Orano, in Marocco, orario previsto di arrivo il 1 dicembre, dieci mesi!)
Poco ore dopo, alle 19:14 UTC, cambia destinazione verso Khahg Island, arrivo alle 23:59 del 23 febbraio.
E quindi un buco nero di ben 7 giorni durante i quali non sappiamo dove la Olympic Flair sia stata e cosa abbia fatto, tranne che ha subito un attacco pirata denunciato da lei stessa e confermato dagli organismi internazionali e dall'armatore.
Attacco pirata in giorno, luogo e ora palesemente falsi, e quindi avvenuto necessariamente in altro luogo, e/o in altre data e ora.

Conclusioni.
Al di la di ogni altra considerazione la responsabilità di accertare gli eventi che interessano la Olympic Flair è responsabilità delle autorità indiane.
Accertare se persone imbarcate sulla Olympic Flair siano responsabili della morte dei due pescatori è responsabilità delle autorità indiane.
L'omissione è accertata: lo certificano organismi internazionali quali lo ICC e l'IMO, e lo ammette lo stesso armatore della Olympic Flair.
E' evidente che l'impianto accusatorio contro i due marinai italiani deve andare a cadere, perchè viziato fin dall'inizio da omissioni (colpose o dolose è lo stesso) e quindi da carenza investigativa.

Fonte: http://www.seeninside.net/piracy

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