domenica 3 agosto 2014

Marò in India: Mancini chiede i danni, Max e Salvo gli hanno rovinato la "sua" staccionata


Foto dell'Ambasciata d'Italia a New Delhi

Non stavano cercando di scappare e nemmeno giocavano alla prova di cuore. Semplicemente avevano attaccato dei fili per stendere i propri panni, dopo il bucato. Insomma, la convivenza in Ambasciata Indiana si fa tesa. 


La prima considerazione fatta dagli uffici della Farnesina è stata: con quel che guadagna (si parla di 20mila euro netti al mese), magari, poteva non presentare il conto al ministero. Ma a far saltare sulla sedia i vertici del ministero (dal segretario generale, Michele Valensise, in giù) sono state le motivazioni della richiesta di rimborso economico. “I 400 euro – spiegava l’ambasciatore nella nota – sono serviti a pagare gli operai che hanno ridipinto una parte della recinzione della residenza del diplomatico a Nuova Delhi. Recinzione – spiegava la nota – rovinata (a dire dell’ambasciatore e della sua signora) dai fili dei panni utilizzati da Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per stendere la propria biancheria.

I due fucilieri di Marina sono infatti «ospiti» dell’ambasciata da quando sono rientrati in India. Una soluzione accettata a denti stretti dall’ambasciatore e dalla moglie. Tant’è che, a quanto pare, non è la prima volta che la Farnesina si vede recapitare conti della spesa a loro carico.

La residenza diplomatica di Nuova Delhi ha un parco enorme e loro sono stati collocati in una dépendance nascosta da una grata di legno con rampicanti. Ospiti non proprio graditi, insomma. Soprattutto alla signora ambasciatrice. Tant’è che per giustificare e legalizzare la loro presenza in ambasciata, i due marò sono stati messi sotto le dipendenze dell’addetto militare. Una formula scelta per metterli al riparo dalle ugge della famiglia Mancini.

E pensare che proprio l’ambasciatore italiano a Nuova Delhi ha avuto un ruolo non secondario sul loro rientro in India. Le autorità indiane avevano paventato la possibilità di togliere l’immunità diplomatica a Mancini: immunità regolamentata dal Trattato di Vienna del 1961.

E l’ambasciatore, intimorito da questa minaccia, fece enormi pressioni sul suo principale sponsor dell’epoca, Corrado Passera; del quale era stato consigliere diplomatico al ministero dello Sviluppo economico. E fu proprio Passera – come ha ricostruito Giulio Terzi di Santagata, dimessosi da ministro degli Esteri ad una settimana dalla fine del governo Monti – a sostenere l’opportunità di far tornare in India i marò. Proprio per evitare – spiegava Passera a Palazzo Chigi – possibili ripercussioni al nostro ambasciatore.


Forse è il caso ora, di spingere per il rientro dei due Fucilieri, tanto per non rompere la tranquillità di casa Mancini. O forse il meta-massaggio è quello di un aumento dello stipendio. Sta di fatto che qui gli italiani, ne stanno ridendo tutti, non senza indignazione.

Fonte: http://www.blitzquotidiano.it/
 

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