domenica 28 luglio 2013

Dovremmo sempre partire dal presupposto che l’art. 1 della Costituzione italiana recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Mai recitata bugia più grande, mai disatteso in forma più enorme un articolo costituzionale. 
La televisione, i media ci fanno però credere altro, ci raccontano di democrazia, di governi tecnici costituiti da persone che stanno sacrificandosi ed impegnandosi per noi e per i nostri figli… qualcuno ci crede ancora, nella democrazia italiana e, peggio ancora, nei nostri politici e ai politicanti di professione. Qualcuno diceva che una menzogna ripetuta ossessivamente prima o poi viene recepita dalla gente come un dogma incontestabile.

Del resto ci vuole poco ad incantarsi e sperare in qualcuno, magari in preda a sconforto e paura, di fronte ad una presunto pericolo imminente descritto e agitato come uno spauracchio, capace di influenzare e mobilitare le masse.
Nella mia relativamente breve vita, ho vissuto parecchi spauracchi, diciamo che ultimamente i poteri forti sono diventati maestri: ricordo (più per essermi documentato) la “strategia della tensione”: BR, al-Qaida, AIDS, mucca pazza e aviaria. Oggi il panico viene sparso attraverso lo “spread” od il “default” e qualcuno è disposto anche a ringraziare chi gli infila una supposta di soluzioni estreme e dolorose

Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato (...) costituisce un popolo. Ogni popolo ha il diritto di identificarsi in quanto tale. Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione.

Erroneamente, visti gli sviluppi ed i risultati, l'ordinamento italiano descrive il popolo quale titolare della sovranità..... l'errore sta nel fatto che Parlamento, partiti ed ogni genere di casta inibiscono lo sviluppo di una funzione diretta della sovranità stessa.

Con tutte queste premesse.... è stata creata, in Italia e non solo, un’economia di guerra in tempo di pace. "Molti italiani auspicano la ridefinizione della partecipazione dell’Italia in Europa, ponendosi come battaglia politica l’uscita dal sistema dell’Euro, come unica via possibile per riacquisire la piena sovranità nazionale".
Anche se sono convinto che l'uscita dall'Euro non sia l'unica premessa per recuperare la nostra Sovranità.... ricordo una frase del Presidente Sandro Pertini il quale diceva: "Quando un Governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via con mazze e pietre....". Forse il Presidente Sandro Pertini non aveva una "carriera" politica e di vita da tutti condivisa, ma a mio avviso, rispondeva con i fatti al malcostume dei Palazzi che da (....) "molti" anni, hanno venduto l'Italia e la sua SOVRANITA' per l'incapacità di gestire il patrimonio culturale etico ed economico che tutto il mondo ci invidia(va)!!!!!

La nostra è una sovranità di tipo limitato ecco un paio di esempi: il caso Ablyazov e la vicenda dei due Marò a questo vi consiglio la lettura di un articolo del Generale Termentini http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/07/il-ratto-delle-kazake-ed-i-due-maro-due.html, il quale riassume e avvalora proprio questa tesi.

Intanto i nostri cialtroni al Governo non comprendono qual è la reale situazione in cui si trova l’Italia, che rischia di trasformarsi in un Paese “in via di sottosviluppo”, cedendo continuamente “quote di sovranità” non all’Europa, ma ai tecnocrati di Bruxelles e alla Bce. Ossia a dei centri di potere che tutelano determinati interessi, che non sono certo quelli della stragrande maggioranza degli italiani. Peraltro, prendendo in considerazione le “scelte strategiche” della nostra classe dirigente in questi ultimi due decenni, pur con tutti i difetti e i limiti che aveva, la classe dirigente della Prima Repubblica, cercava comunque di conservare un margine di sovranità (e infatti aveva, per esempio, una politica mediterranea rispondente agli interessi nazionali); e disponeva di strumenti di politica economica e monetaria. Poi, certo, faceva la cresta sulla spesa: però la spesa la portava a casa. Dopo il lancio delle monetine e la moralizzazione della vita politica nazionale, abbiamo un’Italia 
a) più debole 
b) più asservita a potenze straniere 
c) più corrotta 
d) più povera 
e) più oligarchica:
e che dopo aver svenduto, nel corso di Mani Pulite, buona parte delle industrie pubbliche italiane, si prepara adesso, in questa operazione Mani Pulite 2, a svendere anche l’Eni

D’altra parte, è la totale subordinazione del nostro Paese alla volontà d’oltreoceano a dimostrare che l’interesse principale della nostra classe dirigente è quello di salvare sé stessa (nonché i ceti sociali più abbienti che rappresenta), dimenticandosi delle piccole imprese ormai stremate ma che ancora costituiscono un gettito fiscale che muove a stento l'economia del paese. Il tutto sacrificando ogni interesse nazionale per garantire l’obiettivo principale dei circoli atlantisti, che ovviamente consiste nel saldare la Germania all’Atlantico evitando al tempo stesso sia che si possa formare un autentico polo geopolitico europeo sia che i Paesi dell’Europa meridionale possano cercare di riguadagnare la propria sovranità (in primo luogo geostrategica e geoeconomica). Sotto questo aspetto, trova pure la sua ragion d’essere la proposta di creare un mercato transatlantico, che consentirebbe agli Stati Uniti di  non perdere la “posizione dominante” confrontandosi con un molteplicità di appetiti, egoismi e interessi in contrasto tra di loro. 

Battersi per la sovranità nazionale significa allora cercare, innanzi tutto, di restituire lo “scettro al principe”. In quest’ottica, la stessa Unione Europea dovrebbe configurarsi in modo nuovo, non essendo più possibile prescindere da una ridefinizione politico-strategica (e quindi economica) delle istituzioni europee, ossia da una rivalutazione di quelle aree geopolitiche e geoeconomiche (baltica, danubiana e mediterranea) che sono parti costitutive dell’Europa, in quanto ciascuna di esse è caratterizzata da specifici fattori culturali ed economici.

Fonti: Nicola Marenzi
          www.eurasia-rivista.org
          http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/07/il-ratto-delle-kazake-ed-i-due-maro-due.html
 

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