23 Maggio 1992, la strage di Capaci e la morte del giudice Giovanni Falcone
Sono trascorsi 20 anni dalla Strage di Capaci che
ha portato la morte del giudice Falcone, della moglie e della sua
scorta: tutte le risorse per approfondire questo triste momento della
storia italiana. Da STUDENTI.IT, di Barbara Leone.
1992-2012: sono trascorsi 21 anni dall'attentato, ricordato con il nome di "Strage di Capaci",
che ha causato la morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie
Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco
Dicillo e Antonio Montinaro. Giovanni Falcone era nato a Palermo il 18
maggio 1939, è stato un magistrato molto attivo nella lotta contro la
mafia ed è considerato un eroe insieme all'amico e collega Paolo
Borsellino, che è stato ucciso il 19 luglio 1992.
Il 23 Maggio 1992, il giudice Falcone stava tornando a casa da Roma,
come faceva solitamente nel fine settimana, insieme alla moglie
Francesca. Partito da Ciampino con un jet di servizio intorno alle
16:45, atterra all'aeroporto Punta Raisi di Palermo dopo un volo di 53
minuti. Qui trova ad attenderlo 3 Fiat Croma blindate con la scorta.
Falcone si mette alla guida della Croma bianca. In macchina con lui ci
sono la moglie e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. La macchina di
Falcone è preceduta da una Croma marrone, con gli agenti Vito Schifani,
Antonio Montinaro e Rocco Dicillo; e seguita da una Croma azzurra con
gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo.
Le auto prendono l'autostrada, dirette verso Palermo.
Alle 17:58, al chilometro 5 della A29, nei pressi dello svincolo di
Capaci-Isola delle Femmine, il sicario Giovanni Brusca aziona una carica
di cinque quintali di tritolo, che era stata posizionata in una
galleria scavata sotto la strada. Pochi istanti prima dello scoppio,
Falcone aveva rallentato per prendere un mazzo di chiavi dal cruscotto
della macchina. Lo scoppio quindi travolge in pieno solo la Croma
marrone. I tre agenti della scorta muoiono sul colpo.
La macchina di Falcone si schianta contro il muro di cemento e detriti
causati dallo scoppio. Il Giudice Falcone muore durante il trasporto in
ospedale a causa del trauma cranico, causato dall'impatto contro il
parabrezza, e da varie lesioni interne. La moglie Francesca muore invece
in ospedale la sera alle 22:00. L'agente Costanza, che si trovava nella
macchina con il giudice, rimane illeso. Gli agenti della terza
automobile rimangono feriti, ma non sono in pericolo di vita.
Il 25 maggio 1992 si svolgono a Palermo i funerali delle vittime. Le
parole pronunciate dalla moglie dell'agente Schifani sono rimaste nella
storia: "Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani mio, a
nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato...,
chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli
uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente
non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io
vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio
di cambiare... Ma loro non cambiano... loro non vogliono cambiare... Vi
chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di
sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia,
la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore...".
Ogni anno, il 23 maggio, si svolgono una serie di manifestazioni per
ricordare la morte del magistrato Falcone, della moglie e della scorta.
Quest'anno l'anniversario della morte di Falcone sarà collegato, in
molte città, alla morte della studentessa Melissa Bassi, avvenuta sabato 19 maggio davanti alla scuola di Brindisi.
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