Alla Farnesina c'era una volta un ministro donna. Ma si chiamava Emma
Bonino. Dopo di lei il nulla. O meglio un fantasma. Un'invisibile
creatura conosciuta con il nome di Federica Mogherini di cui a tre mesi
dall'insediamento restano ignote attività e iniziative. Per capire
l'irrilevanza internazionale dell'ectoplasma accomodatosi agli Esteri
basta seguire la rotta di David Cohen, il sottosegretario al Tesoro
statunitense spedito in Europa per discutere le nuove sanzioni
anti-russe.
L'Italia è oggi il secondo partner commerciale di Mosca dopo
la Germania, ma il signor Cohen, responsabile delle operazioni
d'intelligence finanziaria americana, non conta di fermarsi a Roma. La
sua agenda prevede solo tappe a Londra, Parigi e Berlino. Un programma
non proprio di ottimo auspicio per noi italiani.
La trasferta serve
infatti a mettere a punto misure accettabili per un'Europa assai restia a
sanzionare le interferenze russe in Ucraina. A Londra Cohen se la vedrà
con un David Cameron e un ministro degli Esteri William Hague decisi a
rifiutare qualsiasi misura che minacci gli investimenti russi nella City
o metta rischio le quotazioni d'una British Petroleum proprietaria del
20 per cento di Rosneft, il gigante del petrolio moscovita. A Parigi
Cohen affronterà un ministro degli Esteri francese Laurent Fabius pronto
a difendere il contratto da 1 miliardo e 200 milioni di euro per la
consegna di due navi anfibie alla marina militare russa. A Berlino Cohen
non potrà ignorare le rimostranze di Frank-Walter Steinmeier, il
ministro degli Esteri social democratico pronto a sottoporgli una via
germanica alle sanzioni in grado di garantire gli 80 miliardi di
fatturato realizzati dalle aziende tedesche e difendere gli interessi
della Ostausschuss, la potente lobby delle aziende attive in Russia.
Così mentre i nostri concorrenti trattano con l'America provvedimenti in
linea con i propri interessi l'Italia rischia, grazie all'inerzia del
suo ministro degli Esteri, di dover rinunciare a quelle esportazioni per
14,6 miliardi (dati 2013) che fanno della Russia il nostro quinto
partner commerciale. Un'inerzia doppiamente colpevole visto che l'Italia
vanta anche il ruolo di quinto cliente mondiale della Russia grazie ad
acquisti di gas e altre materie prime per oltre 39, 9 miliardi.
Così
mentre l'attivismo delle aziende ci garantisce un ruolo economico forse
più rilevante di quello di Londra, Parigi e Berlino, l'Italia sconta
l'apatia di un ministro degli Esteri inesperto, privo di contatti e
incapace fin qui di qualsiasi iniziativa politica. Un'apatia ben
rappresentata dal caso Libia, l'ex colonia che gli Stati Uniti avevano
deciso di affidare al monitoraggio e alle competenze dell'alleato
italiano. Non a caso Emma Bonino, ultimo ministro degli Esteri a
ricoprire con efficacia quel ruolo, aveva organizzato a Roma una
conferenza internazionale in cui decidere le linee guida per garantire
la governabilità di un ex colonia caduta nel caos dopo l'eliminazione di
Gheddafi.
Una conferenza trasformatasi in un «non evento» dopo il
cambio di guardia alla Farnesina. Per non parlare della vicenda di
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i nostri due marò condannati a
probabilmente a passare molti altri mesi, se non anni, in India dopo la
decisione sottoscritta da Federica Mogherini di affidare le loro sorti
ad una procedura di arbitrato internazionale. Una procedura a tutt'oggi
mai avviata a fronte di un processo indiano che continua implacabile il
suo corso.
Fonte: https://www.facebook.com/nino.amado.77?fref=nf
di Gian Micalessin
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