I dogmi di un passato tranquillo
sono inadeguati al presente tempestoso. La situazione è irta di
difficoltà, e noi dobbiamo essere all’altezza della situazione. Poiché
il nostro caso è nuovo, dobbiamo pensare in modo nuovo e agire in modo
nuovo. Dobbiamo emanciparci.
Abraham Lincoln
I ministri delle finanze dei paesi membri del G20 hanno deciso di dare un ultimatum agli Stati Uniti perché questi, entro fine 2014, applichino la riforma del Fondo monetario internazionale, minacciandolo, in caso contrario, di continuare senza di lui. Questo progetto di riforme, adottato a fine 2010 dal FMI, mira a dare più peso ai paesi emergenti aumentando le risorse del mondo monetario. Tra i paesi del G20 i più determinanti a proseguire anche senza gli americani sono quelli del Brasile, che gioverebbe della riforma insieme a Russia, India, Cina, Africa del Sud. “Secondo me, la fine dell’anno è l’ultimo limite” ha affermato il ministro brasiliano delle finanze “Quattro anni di attesa sono davvero troppi”.
Entro un paio di anni il mondo sarà irriconoscibile.
La Cina sta per diventare il maggiore importatore del mondo. Il petrodollaro sta per morire e questo spiega probabilmente lo scontro tra le petromonarchie. Il renminbi/yuan è sbarcato in Europa per restarci e scalzare il dollaro. Russia e Iran aggirano sanzioni e dollaro. Le agenzie di rating americane stanno per perdere il loro monopolio, dopo aver perso la credibilità.
Ormai gli Stati Uniti hanno più bisogno del resto del mondo di quanto il resto del mondo abbia bisogno di loro, ed è per questo che il muro di Wall Street e del cosiddetto Washington Consensus cadrà come quello di Berlino.
Il mondo non terminerà con la
detronizzazione del dollaro. Decine di milioni di americani soffriranno
terribilmente ma il mondo andrà avanti. Bisogna solo augurarsi che
questo ridimensionamento sia accettato come lo fu al tempo di Gorbaciov,
cioè senza il ricorso a una guerra mondiale.
Obama saprà completare la sua missione di Gorbaciov “nero”, incaricato di portare a termine con successo un atterraggio di fortuna?
Tutti, tranne forse i neocon, sanno che il mondo del futuro sarà multipolare
e che il petrodollaro sarà abbandonato su iniziativa di Cina, India e
Russia e di numerose ex colonie occidentali (Pachistan, Nigeria,
Brasile, Sudafrica, Venezuela, Vietnam, ecc.).
La parte più miope dell’élite
angloamericana, pur di espandere i propri profitti e difendere il valore
dei propri beni e investimenti, ha: dissanguato le ricchezze
dell’Occidente; distrutto il suo sistema creditizio; svenduto le
industrie strategiche britanniche e statunitensi ai paesi emergenti e
persino segreti militari americani (per il tramite di Israele) a nazioni rivali tanto che ora la supremazia militare americana è in forse; venduto ai cinesi persino i palazzi di Manhattan che glorificavano la sua supremazia; venduto l’oro delle riserve (sempre ai cinesi).
La strategia dei BRICS è, nel medio e
lungo termine, vincente perché è incardinata sul controllo e lo sviluppo
delle risorse energetiche ed alimentari e sulla produzione di beni
manifatturieri, mentre quelle angloamericane (con qualche importante
eccezione) assegnano la priorità alla finanza e al controllo dell’informazione.
Una notizia “fantasma” apparsa incidentalmente sul sito della CNN ha svelato un possibile futuro – l’assalto finale dei BRICS all’egemonia americana.
Ci sono due modi in cui gli Stati Uniti possono uscire da questo cul-de-sac, corrispondenti a due scenari: a) la pacifica ricomposizione del conflitto tra “impero” e “barbari”; la guerra mondiale.
Il modo onorevole (quello di Obama):
acconsentire alla riforma del FMI e accettare che il dollaro diventi
una valuta come le altre. Ossia rinunciare alla sua egemonia e al folle
ed economicamente e militarmente inaffrontabile progetto neocon di un
“dominio sull’intero spettro”.
E il modo sbagliato (quello dei neocon, che stanno cercando di abbattere Obama almeno dai tempi dell’attentato di Bengasi e degli scandali sulle intercettazioni): l’economia di guerra e lo stato di polizia.
Sia detto, en passant, che né Obama, né i
BRICS rappresentano il bene. I necon e i sionisti di destra sono però
decisamente peggio.
Ad ogni modo, la via onorevole è spiegata nel dettaglio da Maurice Obstfeld (economista alla UniBerkeley) e dal giornalista ed analista economico olandese Willem Middelkoop
Era quella prediletta da J.M. Keynes e E.F. (“Piccolo è Bello”) Schumacher, ma anche dall’economista neosteineriano Christopher Houghton Budd – economisti con diverse sensibilità, ma non sospettabili di operare in vista di una dittatura globale – una
valuta paniere che non sopprima la diversità valutaria globale ma dia
forma ad un coro di monete (e quindi di economie e culture).
Questa era la soluzione avanzata da Dominique Strauss-Kahn
poche settimane prima dello scandalo che lo costrinse a dare le
dimissioni dalla direzione del FMI (per delle accuse poi rivelatesi
insussistenti). DSK ora collabora con serbi e russi. Possiamo immaginare
a chi attribuisca la responsabilità dell’operazione che l’ha
screditato.
Anche l’economista antiglobalista Mark Weisbrot
ha appoggiato l’ipotesi di un uso intelligente dei Special Drawing
Rights da parte di un FMI democratizzato, per sostenere i paesi in crisi
Come pure il Nobel Joseph E. Stiglitz e la commissione di esperti delle Nazioni Unite da lui presieduta.
L’intero G20 è in favore della sostituzione del dollaro come valuta di riserva mondiale con i Diritti Speciali di Prelievo del FMI, da usare per stabilizzare i mercati e ridistribuire equamente le ricchezze globali
Il punto è che le restrittive regole di Basilea 3 vanno attuate entro il 2018
e stravolgeranno il sistema finanziario ed economico globale. Volenti o
nolenti, le varie nazioni, inclusi gli Stati Uniti, dovranno rinunciare
a una parte della loro sovranità per fare in modo che nessun egemone
(singola fazione) sfrutti gli squilibri mondiali per ricavarne un
profitto. Chi continuerà ad opporsi ne subirà le conseguenze: una vasta
alleanza di paesi emergenti è pronta a fare quel che va fatto per
sovvertire lo status quo (anche militarmente, se sarà necessario).
Ci sono navi iraniane che si avvicinano alle acque territoriali americane nell’Atlantico e navi cinesi che sfidano il “blocco” americano del Pacifico occidentale. I russi hanno preso in contropiede le forze NATO.
Forze navali indiane, cinesi, pachistane, del Bangladesh, di Singapore,
dell’Indonesia, della Malesia e del Brunei hanno effettuato esercitazioni congiunte.
Le ex colonie europee pretendono di sedersi al tavolo degli ex imperi
ed essere trattate da pari a pari. Inizialmente questo privilegio sarà
concesso solamente a Cina, Russia, India, Brasile e forse al Sudafrica
(BRICS). Poi sarà il turno di Messico, Indonesia, Nigeria, Turchia e
Iran (MINTI). Ogni continente sarà rappresentato nella stanza dei
bottoni e si comincerà a sentire la voce del terzo mondo.
L’istigazione di conflitti e l’escalation di caos finanziario e politico fanno verosimilmente parte della strategia di sabotaggio neoconservatrice euro-americana. Ma l’alternativa, per gli USA, è il default e l’iperinflazione
conseguente alla “scaricamento” coordinato del dollaro e al rimpatrio
forzoso di decenni di inflazione esportata in tutto il pianeta.
NUOVA BRETTON WOODS
Si va dunque verso una nuova Bretton
Woods e la fine dell’egemonia planetaria statunitense. Questo non perché
la Cina e gli altri BRICS stiano complottando contro gli USA (la Cina
ha continuato a comprare quel debito americano che ha alimentato la
macchina bellica statunitense).
È l’America che si sta economicamente e
finanziariamente suicidando e il problema è che le nazioni in via di
sviluppo sono troppo dipendenti dal dollaro per qualunque tipo di
transazione e ogni volta che l’America ha un raffreddore il resto del mondo si prende l’influenza.
Poiché la prossima volta non sarà un
semplice raffreddore, dato che il sistema immunitario statunitense è
gravemente compromesso, le altre nazioni hanno preso delle contromisure, per non essere trascinate in fondo. Non c’è nulla di male in questo, è quel che miliardi di cittadini si aspettano dai loro rispettivi governi.
Resta il sospetto che si tratti dell’ennesimo gioco delle parti (poliziotto buono, poliziotto cattivo)
per far accettare alle masse delle scelte che sono troppo ignoranti per
capire, o che potrebbero non essere nel loro interesse.
Questo nuovo ordine comporterà una
ristrutturazione (consolidamento) dell’immane debito “sovrano” globale
causato dalla continua immissione di liquidità, specialmente da parte
degli USA e degli altri paesi occidentali. La stabilizzazione del
sistema sarà garantita da una valuta paniere [dollaro,
yen, sterlina, euro e valute dei BRICS] di riserva mondiale per mezzo di
titoli obbligazionari (SDR) emessi dal Fondo Monetario Internazionale.
In questo modo non ci sarà più una
costante espansione della massa monetaria (M1 – mutui facili, carte di
credito per chiunque) e non ci saranno più bolle e inflazione che
incrementano l’indebitamento delle famiglie e delle nazioni: infatti più
moneta si stampa oltre il valore della ricchezza prodotta dall’economia
che la usa, più una valuta si svaluta, più aumenta l’inflazione e
quindi si crea debito.
Il consolidamento presuppone un riequilibrio. Il
dollaro è sopravvalutato e gli americani, potendolo usare come valuta
di riserva mondiale, hanno di fatto esportato all’estero l’inflazione
che hanno creato stampando dollari (nel 1913, nel 1971, nel 1973 e negli ultimi anni). Ora l’inflazione tornerà alla sorgente, assieme a una massa di dollari superflui
(i nuovi accordi commerciali tra le potenze emergenti bypassano il
dollaro in favore del baratto o delle rispettive valute). Tutto questo
mentre i metalli preziosi si spostano da Londra all’Estremo Oriente,
passando per la Svizzera.
La riforma del FMI prevederà l’ingresso dei BRICS nel nucleo dei primi 10 azionisti.
La Grande Trasformazione sta avvenendo in piena trasparenza. Sul sito del Fondo Monetario Internazionale
è possibile informarsi su ogni passaggio previsto, sugli ostacoli
incontrati, sugli obiettivi dichiarati. Nessuno potrà dire: hanno fatto
tutto di nascosto come sempre.
Il passaggio al nuovo sistema non sarà indolore.
È da presumere che una parte dei conti bancari sarà sottoposta a un trattamento cipriota (10% di prelievo forzoso?) e i fondi di investimento (= pensioni) subiranno un’importante rasoiata.
In cambio di questo ulteriore sacrificio (bastone) saranno offerte delle carote
(regolamentazione del sistema bancario, i tanto auspicati processi per
frode, ripresa reale con un’effettiva contrazione della disoccupazione,
reddito di cittadinanza, giganteschi investimenti in infrastrutture in America ed in Europa grazie all’improvvisa abbondanza resa possibile dalle obbligazioni targate FMI. Una vera e propria età dell’oro.
Le rivolte (Ucraina, Bosnia, ecc.), i
default e i minacciati default serviranno solo a spingere il pianeta
verso la soluzione offerta (problema > reazione > soluzione).
Non si vede come questo processo possa essere arrestato o invertito, né è chiaro se sia auspicabile farlo.
Il sistema attuale è fondato sul debito
(ossia una forma di neoschiavismo), quello che verrà – almeno in linea
di principio (!) – sulla produzione e l’interdipendenza (ogni crisi
locale di una certa gravità si riflette globalmente e la prosperità
degli uni si deve estendere anche agli altri). Dovrebbe insomma essere
uno strumento per stabilizzare la mondializzazione e porre fine alla
deregulation, che danneggia le economie emergenti.
Dunque bene così, andiamo avanti?
Non proprio. Sarà, per forza di cose, la famigerata Banca dei Regolamenti Internazionali a gestire la transizione.
Il che significa che, come nel
dopoguerra, la pacchia potrebbe durare per non più di una generazione,
finché i vecchi vizi, le pulsioni psicopatiche e l’avidità compulsiva
non torneranno a prendere il sopravvento, più virulentemente che mai.
Cosa dobbiamo pensare di queste decisioni? Sono il frutto di egoismo illuminato?
Forse una parte della classe dirigente del pianeta ha capito che la
bramosia psicopatica può condurre alla rovina tutti quanti – visto che
ogni nuova crisi è più destabilizzante di quelle precedenti (1987, 1994,
1998, 2000, 2007) – e che ci deve essere un limite al livello di
sfruttamento delle masse?
Non saprei dire quanto influente sia
questa fazione, che certamente esiste. Occorre superare la mentalità del
noi contro di loro. La credenza che i piani alti della civiltà umana
siano popolati unicamente da psicopatici o corrotti è tanto falsa quanto
quella che chi sta in basso è tendenzialmente buono. Sopra e sotto c’è
un po’ di tutto e chi, in alto, lavora per il bene comune, va aiutato.
La sfida è capire chi sia in buona fede.
COSA POSSONO FARE I POPOLI?
Ogni Grande Trasformazione offre delle solide opportunità. L’importante è esserne consapevoli, coglierle ed esercitare
la massima influenza possibile per fare in modo di trarre dei vantaggi e
assicurare alle generazioni future la possibilità di riconquistare i
dirittidoveri persi e conquistarne di nuovi.
L’unica maniera per fare in modo che
questa riforma non diventi, nel giro di meno di una generazione, una
gabbia ancora più opprimente della pax americana, è che si inauguri un’era di coesione tra i popoli, che devono mettere
da parte divisioni di classe, fede, razza, etnia, genere, ecc. e
lavorare insieme per prevenire ogni eccesso parassitario e quindi
totalitario: l’unione fa la forza e un’umanità unita nelle
rivendicazioni (poche, chiare, concrete, determinanti: come libertà,
uguaglianza e fratellanza) e capace di mobilitarsi in scioperi solidali
planetari, da Lima a Pechino e da Nairobi a Reykjavik, coordinandosi
attraverso internet e le altre tecnologie che verranno, sarebbe una
potenza inarrestabile, un oggetto inamovibile.
Oltre a libertà, uguaglianza e fratellanza, le nostre nuove parole d’ordine dovranno essere: decentramento/autonomia, delega, federalismo.
La spinta verso l’accentramento è anche una spinta all’omologazione, all’addensamento ed appesantimento delle relazioni umane e delle coscienze e deve essere controbilanciata dalla leggerezza e varietà della creatività umana e da una controspinta verso le autonomie. L’obiettivo dev’essere un costante riequilibrio tra forze centripete e forze centrifughe, alto e basso, macro e micro, egoismo e altruismo.
Tutto questo è già successo e succederà
nuovamente, ciclicamente, perché fa parte della natura umana e il
ripresentarsi di analoghe circostanze non è farsesco: è il prodotto di
un incessante tiro alla fune (spiraliforme) tra consolidamento ed espansione, conservazione e cambiamento, centralizzazione e decentramento. Sono forze la cui contrapposizione nell’animo umano è virtuosa quando è bilanciata ed evita che un estremo si faccia monopolio (entropia). Ciò che noi percepiamo come il mondo esterno è una manifestazione di questa dicotomia interiore.
La pace, la giustizia, la fratellanza non possono essere raggiunte finché il genere umano non ragionerà in termini di famiglia umana e di villaggio globale in cui le sventure degli uni danneggiano tutti quanti e la serenità collettiva garantisce quella dei singoli e dei popoli.
La centralizzazione finanziaria, che certamente piace agli apologeti del controllo elitista,
è anche un’opportunità per tutti gli altri perché si inserisce nella
naturale progressione ed estensione della coscienza umana al di là dei familismi, tribalismi, nazionalismi e di ogni sorta di egoismo personale e collettivo.
La coscienza dei singoli e della specie si sta espandendo,
è un processo inarrestabile e la classe dirigente ne prende atto e
adatta il sistema alle esigenze della popolazione, per poter restare in
sella e possibilmente rafforzare il suo monopolio decisionale.
Stiamo per assistere ad una
trasformazione fondamentale dell’architettura mondiale esistente, verso
qualcosa di completamente diverso, che potrebbe essere molto peggiore o molto migliore.
Dipende da noi, da quel che sapremo fare
adesso per evitare il peggio e da come sapremo trasformarci nel corso
del tempo per impedire che certi equilibri vengano compromessi e ci
facciano piombare nell’ennesimo abisso di abominio
(torture, prigioni segrete, sorveglianza capillare, leggi emergenziali,
campi di internamento, guerre “umanitarie”, destabilizzazioni di nazioni
sovrane, aggressioni finanziarie, monopolio delle politiche fiscali globali detenuto da una singola banca centrale mondiale, ecc.).
Fonte: http://www.futurables.com/
Nessun commento:
Posta un commento