sabato 17 maggio 2014

Caso Geithner, il governo se ne lava le mani: "Caso letterario"

Il governo Renzi sul complotto ordito contro Berlusconi e svelato dall'ex ministro del Tesoro Usa: "La vicenda ha una caratura più letteraria che storica"
 
Sul "caso Geithner" Berlusconi vuole che si faccia piena luce.
 
 
E sul complotto internaziona ordito per mandare a casa il suo governo, nel 2011, osserva: "L’ho sempre avuto chiaro e denuncio questi fatti da allora, adesso voglio andare fino in fondo". E insiste: "Tutto questo sarà oggetto di una inchiesta che spero il Parlamento intenda fare con una commissione di inchiesta". Al di là della campagna elettorale in corso, e del legittimo interesse a enfatizzare o meno la vicenda, non si comprende come una forza politica anche ostile a Berlusconi possa ritenere "normale" o "accettabile" che un governo in carica sia stato disarcionato da un complotto ordito nelle segrete stanze stanze dell'Unione europea. Il governo, però, non vuole saperne. Non è interessato. Minimizza, anzi prende in giro chi chiede di fare chiarezza.
 
"La presidenza del Consiglio non ritiene di prendere in questo momento alcuna iniziativa trattandosi di una vicenda che ai nostri occhi appare avere una caratura più letteraria che storica in questo momento". In questo modo il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto, liquida la vicenda sulle rivelazioni dell’ex segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner, rispetto alle dimissioni nel 2011 dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rispondendo nell’Aula della Camera a un’interpellanza urgente del capogruppo Fi, Renato Brunetta. "Ovviamente - aggiunge - l’eventuale iniziativa di chiedere l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare rientra, naturalmente, nelle prerogative e nell’autonomie di queste Camere che questo Governo rigorosamente rispetta".
 
Il governo, dunque, fa orecchie da mercante. Palazzo Chigi non è interessato a fare piena luce su quanto accadde nel 2011, per cercare di scoprire se sia vero, o meno, che dall'Ue cercarono di far saltare Berlusconi organizzando un complotto contro di lui e chiedendo l'appoggio (non concesso) degli Stati Uniti. Scalfarotto riferisce, inoltre, che al riguardo "il Dis (dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr) ci ha comunicato che per quanto di competenza, sentite Aise e Aisi, non dispone di elementi di conoscenza".
 
Come andarono dunque le cose nel 2011? Per il sottosegretario intervenuto in Aula alla Camera "in assenza di ulteriori elementi di fatto le indiscrezioni di cui abbiamo letto in questi giorni non sembrano tali da sovvertire un elemento fattualmente incontestabile e cioè che le dimissioni dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi maturarono all’interno di una dinamica che è completamente di politica interna e quindi ha a che fare con la politica interna e con la politica parlamentare". E pazienza se un ex ministro degli Stati Uniti (non un berlusconiano doc né un giornalista prezzolato) ha affermato che vi furono manovre strane e richieste a dir poco imbarazzanti.

Brunetta: dal governo risposta risibile

Il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, non ha gradito le parole del sottosegretario: "Al di là della gentilezza del sottosegretario Scalfarotto, che è intervenuto, si fa per dire, per bocca del presidente del Consiglio, prendo atto delle risibili risposte date in Aula dal governo. La prima, i servizi italiani non sanno nulla. La seconda, la presidenza del Consiglio dei ministri non intende assumere iniziative per appurare ciò che accadde in quell'estate-autunno del 2011. Entrambe le cose non ci meravigliano".
 

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