Miti e menzogne
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Il mito della Grande Serbia: i serbi più nazionalisti sognano dicostituire un
grande
stato
serbo che riunisca tuttigli uomini di nazionalità serba e di religione
ortodossa,
anche
quelli che si trovano sparsi in altre repubbliche (in Croazia, in Bosnia, in
Kosovo...).
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Lo spauracchio del fondamentalismo islamico: la propaganda diMilosevic e
di
Tudjman
presentò, all'Occidente i musulmani di Bosnia come un cuneo islamico in
Europa,
come l'avamposto di una penetrazione islamica nel Vecchio continente,
creando
le
premesse ideologiche per la loro distruzione. Invece Sarajevo era una città che
nel
suo
centro aveva quattro luoghi di preghiera ad un centinaio di metri l’uno dall’altro;
l’Islam
della Bosnia Erzegovina era storicamente un Islam laico e tollerante, che
rifiutava
quello fondamentalista ed aggressivo, fatta eccezione per piccole
minoranze
fomentate
da pesi stranieri come l’Arabia Saudita.Il mito del Kosovo, culla della
nazione
serba: questa zona in effetti è il centro dell’antico regno serbo; qui si
è
combattuta
una mitica battaglia contro i turchi (nel 1389), qui si trovano le tombe dei
principi
e i più importanti monasteri; ma qui i serbi sono meno del 20% della
popolazione:
oltre
l’80% è albanese.
Ex Jugoslavia:
6 repubbliche, 4 alfabeti,
3 religioni, 4 chiese, una decina di etnie
Esistita
dal 1945 al 1991, la
Jugoslavia era una federazione socialista composta
da
6 Repubbliche 2 Province Autonome: Croazia, Slovenia, Serbia,Montenegro,
Bosnia
ed Erzegovina, Macedonia, Kosovo,Vojvodina: tutti stati con fortissime
differenze
etniche, economiche, religiose.
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La Jugoslavia
socialista e federale, così come costruitada Josip Broz
Tito
e da Edvard Kardelj, il teorico e costituzionalista sloveno, si
basava
sulla politica della Fratellanza e Unità (Bratsvo i Jedinstvo) fra i
diversi
popoli jugoslavi, garantendo a ciascuno, comprese le minoranze
nazionali,
dignità, autonomia decisionale e rappresentatività istituzionale.
Tito
era infatti riuscito a bilanciare le rappresentanze etniche e a
placare
antichi odi in un equilibrio che appariva stabile, grazie
probabilmente
anche al "cemento" dell’ideologia socialista rinnovata in
chiave
antistalinista e per alcuni versi filo-occidentale.
Le tappe della
dissoluzione
•
1980: morte di Tito.
•
1984: Sarajevo ospitò anche la
XIV Olimpiade Invernale.
•
1986 venne pubblicato il Memorandum dell'Accademia
Serba
delle Scienze, un documento di intellettuali serbi che
denunciavano
una generale campagna anti-serba, esterna
e
interna alla repubblica, e fornivano le basi ad un
rinato
nazionalismo serbo basato sulla riedizione della teoria
della
"Grande Serbia", già presente (e concausa scatenante del
primo
conflitto mondiale) nella prima metà del Novecento.
•
1987: nell'estate scoppia lo scandalo finanziario e pol
itico
dell'Agrokomerc, la più grande azienda bosniaca, che
delineò
una sorta di tangentopoli jugoslava.
•
1987: a novembre Slobodan Milošević diviene presidente
della
Repubblica Socialista di Serbia: non esita a soffiare e
cavalcare
l’ondata nazionalista, adottando la teoria secondo
la
quale "la Serbia
è là dove c'è un serbo”.
•
1988 Milošević costringe alle dimissioni il governo
provinciale
della Vojvodina, a lui avverso.
•
18 novembre 1988: Milošević guida un’enorme
manifestazione
popolare a Belgrado.
•
28 marzo 1989: Milošević riforma la costituzione serba,
eliminando
l'autonomia costituzionalmente garantita dal '74
al
Kosovo che è la regione storica dei Serbi.
•
maggio del 1989: in Croazia si formò l'Unione
Democratica
Croata (Hrvatska Demokratska Zajednica
o
HDZ), partito anti-comunista di centro-destra che a
tratti
riprendeva le idee scioviniste degli ustascia di Ante
Pavelić,
guidato dal controverso ex generale di Tito
Franjo
Tuñman
.
•
28 giugno 1989: Milošević guida un’enorme manifestazione
in
Kosovo, portando in processione le spoglie del principe
serbo
Lazar che giusto 600 anni prima era morto lottando
contro
i Turchi.
•
1989: anche nel Montenegro la vecchia dirigenza titoista
venne
spazzata via e alla presidenza della Repubblica venne
eletto il giovane e filo-serbo Momir Bulatović.
eletto il giovane e filo-serbo Momir Bulatović.
Fonte: www.israt.it/ebooks_download/dida000033.pdf
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