Il ministro della Difesa conferma che l'appuntamento elettorale previsto in primavera potrebbe dare una svolta alla vicenda dei due fucilieri a quasi due anni dall'incidente del febbraio 2012 perché il partito dell'italiana Sonia Gandhi potrebbe essere sconfitto. Bilancio della Difesa in ulteriore calo, ma la riforma renderà più efficienti le Forze armate.
Le elezioni politiche previste in India nella prossima primavera saranno decisive per dare una svolta alla vicenda dei due marò? «Sì, e mi taccio». La telegrafica risposta del ministro della Difesa, Mario Mauro, alla domanda di Panorama.it conferma che passeranno ancora molti mesi prima di vedere la luce nell'inchiesta a carico di Salvatore Girone e di Massimiliano Latorre ma anche, e soprattutto, che al di là delle complessità giuridiche e delle diverse opinioni sull'accaduto la vera partita si gioca da molti mesi sul piano politico e diplomatico.
I due fucilieri di Marina
sono accusati di omicidio per la morte di due pescatori avvenuta dopo
una sparatoria il 15 febbraio 2012 in acque internazionali al largo
della costa indiana mentre, insieme con altri quattro militari, erano di
scorta sulla petroliera Enrica Lexie. Fin dall'inizio è apparso chiaro
che le polemiche politiche interne indiane avrebbero avuto un ruolo
determinante: italiani i marò, italiana Sonia Gandhi, a capo del partito
del Congresso, che rischia di essere sconfitta in primavera dopo aver
subito negli ultimi tempi altri tracolli elettorali.
Mauro, che ha
incontrato la stampa per il tradizionale bilancio di fine anno, ha
auspicato che Latorre, 45 anni, e Girone, 35, tornino a casa con onore
«perché siamo assolutamente certi della loro innocenza». La matassa
dev'essere sbrogliata soprattutto da presidenza del Consiglio e
ministero degli Esteri mentre l'ufficio giuridico della Difesa e
l'Avvocatura dello stato si stanno districando «in quel ginepraio di
carattere giuridico che è il contenzioso tra noi e le autorità indiane».
Le
cifre riassuntive fornite dal ministro indicano nel 2,6 per cento il
taglio al bilancio della Difesa nel 2014, tagli che arrivano al 19 per
cento negli ultimi dieci anni. Nei prossimi giorni sarà completato il
percorso parlamentare con i pareri relativi alla riforma del settore,
che nei prossimi anni ridurrà l'organico militare e civile di alcune
decine di migliaia di unità, rendendo più efficienti le Forze armate.
Questo comporterà anche un'attenta analisi degli impegni internazionali.
Mauro ha ricordato che sono oggi 7 mila i militari impegnati in 26
missioni, a cominciare da Afghanistan e Libano. Riguardo alla missione
Isaf, è noto che si concluderà alla fine del 2014, ma è ancora troppo
presto per definire il successivo ruolo dell'Italia, insieme con quello
degli alleati Nato. E' certo che resteremo con un buon numero di
addestratori delle forze armate e di polizia afghane, struttura che
comporta però anche una cornice di sicurezza: dunque, il numero di
militari italiani che resteranno in Afghanistan anche dal 2015 in poi è
oggi difficile da fissare.
In questi giorni è previsto il Consiglio
europeo che si occuperò di politica di sicurezza e di difesa comune, un
passaggio decisivo per capire che intenzioni ha davvero l'Europa.
Secondo il ministro Mauro, «si faranno passi in avanti soprattutto sulle
risorse comunitarie per la ricerca da destinare a programmi dual use»,
cioè con scopi sia civili che militari. Mauro è stato tassativo sulle
prospettive: «Non so se è realistico avere a breve una politica estera e
di difesa comuni, quello che so per cento è che non ci sarà Europa
senza una politica estera e di difesa comuni». E per rafforzare il
concetto, a proposito dell'aumento dei cosiddetti euroscettici in vista
delle elezioni europee di maggio, Mauro ha detto che quel consenso
aumenta perché coloro che si definiscono euroconvinti «si comportano in
realtà da eurocretini».
Preoccupano naturalmente la aree di crisi
mediorientali, con possibilità di infiltrazioni terroristiche. Ogni nave
madre imbarca un migliaio di disperati che pagano fino a 3 mila euro a
testa, quindi ogni viaggio fa incassare «a organizzazioni criminali e
forse anche terroristiche» circa 3 milioni di euro. E su questo fronte,
il ministro ha definito le Forze armate «la più grande agenzia
umanitaria». Quest'anno la Marina, tra Squadra navale e Guardia
costiera, ha soccorso oltre 32 mila immigrati, di cui oltre 3 mila
dall'avvio dell'operazione Mare Nostrum, senza dimenticare il ruolo
delle Forze armate dopo l'alluvione in Sardegna e nella bonifica di
migliaia di ordigni della Seconda guerra mondiale.
Fonte: Stefano Vespa
http://www.panorama.it/
Nessun commento:
Posta un commento