sabato 21 dicembre 2013

L'Europa perde la tripla A, S&P taglia il rating dell'Ue: "Debolezza generalizzata"


 


L'agenzia di rating: "Le discussioni sul bilancio tra Paesi membri sono diventate sempre più aspre". Ma l'outlook resta stabile

Nuova tegola sul Vecchio Continente. Standard & Poor's ha abbassato di un gradino da AAA a AA+ il rating di lungo termine dell’Unione europea. 

"Il downgrade - si legge in una nota dell’agenzia statunitense - riflette la nostra visione di una debolezza generalizzata del credito dell’Europa a 28". Un commento che ha fatto saltare i nervi agli euroburocrati di Bruxelles. "La Ue è un’istituzione molto credibile, anche dal punto di vista finanziario, nessuno al mondo ha come noi zero deficit e zero debito - ha commentato il presidente della Commissione Ue, Josè Durao Barroso - abbiamo un record perfetto, mai un fallimento".

L'Ue perde la tripla "A". Standard & Poor’s ha, infatti, revocato il miglior rating della sua classifica sottolineando che le discussioni sul bilancio tra Paesi membri sono diventate sempre più aspre. Il rating del credito dell’Ue è stato abbassato di un livello con "un outlook stabile", cosa che implica che l'agenzia americana non ha alcuna intenzione modificarlo di nuovo a medio termine. Da anni la tripla "A" dell'Eurotower era sotto pressione, con una precisa minaccia di un declassamento del rating già divulgata nel gennaio del 2012, quando la società di rating aveva rivisto a negativo l’outloook.

Progressivamente diversi Paesi cruciali per l’Unione europea avevano accusato un calo del rating. Adesso Standard & Poor’s punta il dito proprio sulle tensioni nella formazione del bilancio comunitario, sulla crisi del debito di diversi Paesi membri e sulle progressive richieste di calo dei contributi da versare a Bruxelles.

"La Commissione europea non è d’accordo con Standard & Poor’s", ha subito sbottato il responsabile degli Affari economici Olli Rehn. "Tutti gli Stati - ha spiegato - hanno sempre, anche durante la crisi finanziaria, fornito i loro contributi attesi al bilancio in pieno e in tempo". Per il premier Enrico Letta, invece, il declassamento è "un segnale che non va sottovalutato" perché dimostra che "la transizione non è finita" e che "l’Europa e l’Ue sono ancora sotto osservazione".

Fonte:  http://www.ilgiornale.it/
          di Sergio Rame

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