domenica 29 dicembre 2013

Cap. IV - EURO: Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire


Soldi_euro : Grande mucchio di soldi isolato su versione bianca euro

OCCUPAZIONE e PIL:  vince il RITORNO ALLA LIRA  (a meno di uno scenario catastrofico di Default a catena dell’intera Europa)


Anche in questo caso e’ prevedibile che un ritorno alla LIRA rafforzi il PIL e l’occupazione. Negli articoli in premessa sono stati analizzati ampiamente (con dati, numeri, grafici e statistiche di trend) gli andamenti dell’occupazione, della disoccupazione e del PIL dei grandi paesi europei negli ultimi 15 anni.
L’Euro ha consentito alla Germania di riprendere la sua corsa del PIL e dell’occupazione, e cio’ e’ stato fatto ai danni di diversi paesi periferici, in primis dell’Italia, che e’ il secondo paese manifatturiero europeo. La Germania non ebbe immediatamente benefici dall’introduzione dell’Euro e dei cambi fissi. Rammentate che fino al 2000-2005 si diceva che la Germania era il grande malato d’Europa? Era vero, visto che aveva un’andamento del PIL asfittico (come l’Italia, che pero’ era reduce da una corsa per ridurre il deficit dal 10% ed oltre al 3%), peggiore di ogni nazione europea. La Germania ha avuto pazienza, ha anticipato alcune riforme, volte essenzialmente a contenere il costo del lavoro interno (anche favorendo i lavori a bassissimo salario) e l’inflazione; ovviamente ogni anno ha portato a casa un piccolo vantaggio inflattivo sui concorrenti, che col passare degli anni e’ diventato un grosso vantaggio e proprio dal 2005, ha iniziato a vedere andamenti di PIL ed occupazione estremamente favorevoli (ai danni degli altri, come testimoniato dai grafici allegati negli articoli in premessa).
La dinamica in caso di mantenimento dell’EURO e’ prevedibilmente la stessa degli ultimi 7 anni (ancora in pieno corso nel 2012). Tra l’altro, se la Germania manterra’ l’atteggiamento che ha tenuto nei confronti della crisi Europea negli ultimi disastrosi 3 anni e mezzo (e non vedo perche’ debba cambiare linea), e’ ovvio che chiedera’ l’adozione a tutti i periferici di misure sempre piu’ restrittive (leggi Manovra Monti) che inevitabilmente affosseranno sempre piu’ il PIL ed aumenteranno la poverta’ e la disoccupazione. Nel contempo la Germania sara’ impattata dal minore export verso i paesi “canaglia”, e compensera’ in parte la cosa, grazie a tassi di interesse bassissimi ed afflussi copiosi di capitale.
In caso di disgregazione dell’EURO, e ritorno alle valute nazionali, e’ ovvio che la Germania rivalutera’ fortemente, ed i periferici svaluteranno, con impatti seri su produzione ed export tedeschi (e quindi su PIL ed occupazione), mentre ovviamente chi svalutera’ avra’ le conseguenze opposte. E’ ovvio che molto dipendera’ da come avverra’ la disgregazione dell’EURO: se venisse accompagnata da una serie di default di alcune nazioni, l’impatto sarebbe devastante non solo per la Germania ma pure per i paesi sottoposti a default, in tale scenario, nel medio periodo le nazioni sottoposte a default e simultanea svalutazione avrebbero una netta ripresa (come accaduto sempre nel passato in situazioni analoghe), mentre il quadro per la Germania resterebbe fosco sia nel breve che nel medio periodo (a lungo termine le cose potrebbero cambiare).
Ho visto 3 studi recenti sugli impatti della disgregazione dell’EURO: in uno si diceva che TUTTA l’Europa avrebbe visto il PIL crollare (ed associo questo andamento al caso di default generalizzati di vari paesi), ed in altri 2 studi si prevedeva un forte calo del PIL in Germania ed una ripresa nei paesi periferici (ed associo tale previsione, ad uno scenario piu’ morbido, di abbandono di alcuni paesi dell’area euro, con risoluzione successiva della crisi con svalutazioni ed utilizzo da parte delle banche centrali degli strumenti di flessibilita’ tradizionali, quali QE, tassi, etc).
Ovviamente gli Studi valgono quello che valgono. All’epoca dell’introduzione dell’EURO a fine anni 90, c’erano fior fiore di studi, unanimi nell’affermare che l’EURO avrebbe portato benefici all’economia ed al PIL dell’Eurozona consistenti. Nella realta’ e’ accaduto l’esatto opposto, e l’Eurozona ha vissuto il peggior andamento del PIL da 50 anni a questa parte, sia in termini assoluti, che relativi nel confronto ad USA e resto del mondo.

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Fonte: http://scenarieconomici.it/
http://scenarieconomici.it/studio-sulle-prospettive-in-italia-germania-francia-e-spagna-e-simulazione-di-dissulazione-delleuro-e-ritorno-alle-valute-nazionali/

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