sabato 21 dicembre 2013

Italia fuori dall’euro? Ecco cosa accadrebbe

Quanto ci costa la Grecia fuori dall'euro?
È il Sole24Ore a mettere nero su bianco i conti per una eventuale uscita dell'Italia dalla zona euro. E le sorprese (come le polemiche) non mancano.




Quanto costerebbe agli italiani una eventuale uscita dall’euro? A chiederselo è Il Sole 24 Ore, con una articolata scheda di Fabrizio Guidoni in cui si valutano le conseguenze di una scelta sulla quale si è cominciato a discutere con sempre maggiore frequenza negli ultimi mesi. E che, come saprete, sarà al centro della campagna elettorale per le elezioni europee, probabilmente non solo in Italia.

Le risposte in realtà non sono univoche e il merito del Sole è quello di non affrontare il discorso politico – ideologico, ma di provare a ragionare sui numeri e sulle ipotesi di scuola legate ad un eventuale abbandono dell’euro con un ritorno alla moneta nazionale.

Prima di tutto, si legge, “l’addio alla moneta unica e il ritorno alla lira comporterebbe per la valuta nazionale una svalutazione intorno al 20-30 per cento. Con impatto al rialzo sul costo di materie prime come il petrolio e gas”. Nel concreto si tratterebbe di una perdita secca di valore “pari a ben più di 1.000 miliardi di euro, ovvero oltre due milioni di miliardi delle vecchie lire, se si applica il valore del cambio (1 euro ogni 1.936 lire) con cui la nostra vecchia valuta è stata convertita nella moneta unica”.

Per quel che riguarda i conti correnti poi bisogna considerare il calo del potere d’acquisto e la perdita di valore in termini reali: “Se l’inflazione balzasse al 5% annuo, ipotesi conservativa, e i rendimenti in banca salissero alla metà, intorno al 2,5%, i conti correnti bancari e postali accuserebbero una perdita di valore reale di alcune decine di miliardi (sempre parlando in euro per semplicità)”. Discorso in parte simile per le azioni e le obbligazioni, con un calo di circa il 20% del valore che corrisponde a circa 100 miliardi di euro.
Stando ai calcoli del giornale, anche i titoli di Stato accuserebbero il colpo: “dalla componente obbligazionaria del portafoglio, pari oggi appunto a 200 miliardi, arriverebbe una perdita di valore stimabile intorno ai 20-40 miliardi”. In definitiva, si tratterebbe di un impatto diretto di circa 2000 miliardi di euro, con una svalutazione della moneta che avrebbe conseguenze anche sulle abitudini degli italiani (consumi, viaggi, eccetera).

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