DEBITO PUBBLICO e conti pubblici: secondo me vincerebbe la LIRA, ma unicamente nel caso di avere politici decenti (nel caso opposto saremo fottuti comunque sia con EURO che con LIRE)
Qui, farei un ragionamento un po’ semplicistico, ma efficace.
I Fautori dell’EURO sostengono che tornare alla LIRA fara’ riesplodere i Tassi, e che l’introduzione dell’EURO ha consentito di ridurre l’ammontare degli interessi pagato di 60-75 miliardi, pari a 4-5% del PIL (in termini attualizzati). Hanno ragione, ovviamente, ma penso che il ragionamento sia monco. Mi spiego.
I Fautori dell’EURO sostengono che tornare alla LIRA fara’ riesplodere i Tassi, e che l’introduzione dell’EURO ha consentito di ridurre l’ammontare degli interessi pagato di 60-75 miliardi, pari a 4-5% del PIL (in termini attualizzati). Hanno ragione, ovviamente, ma penso che il ragionamento sia monco. Mi spiego.
L’ingresso nell’EURO (ed ancor prima in un sistema a cambi fissi a 990
sul marco) ha avuto anche altre 2 conseguenze. In primo luogo ha frenato
nettamente la dinamica del PIL reale (la cosa l’abbiamo vista negli
articoli in premessa), sia per il contenimento inflattivo, sia per le
ricadute sull’economia reale (sappiamo che da 15 anni cresciamo dell’1%
meno della media UE, differenziale che nel 2012 si avvicinera’ al 2%).
Ebbene, cio’ implica una contrazione del denominatore con cui si misura
il debito pubblico (e quindi lo fa aumentare). In secondo luogo, il calo
del PIL ha impatti sulle spese (che crescono, specie quelle di tutela)
nonche’ sulle entrate (la Manovra Monti ne e’ un’esempio lampante, con
entrate nettamente inferiori al preventivato a causa del crollo del PIL,
causato dalle stesse misure).
Che significa cio?
Che dire, facciamo 2 calcoletti senza pretese. Dal 1995 ad oggi, l’Italia e’ passata da avere un PIL industriale che pesava il 65% di quello tedesco, al 50% attuale (ne abbiamo gia’ discusso). Ipotizzando che l’Italia fosse rimasta al 65%, e che la Germania avesse corso meno (non avrebbe avuto i vantaggi che ha avuto), l’Italia oggi avrebbe avuto un PIL industriale di 60-70 miliardi di Euro in piu’, raddoppiabili con gli impatti su export e servizi. 120-140 miliardi di PIL in piu’ equivalgono a 60-70 miliardi di tasse in piu’, che guarda un po’ sono esattamente il costo dei maggiori interessi. Ovviamente il calcolo ha limiti evidenti, ma da’ un’idea sul fatto che l’EURO ha avuto anche impatti negativi indiretti su Deficit e Debito (legati a minore PIL e minore inflazione), accanto a quelli positivi diretti (minori tassi di interesse).
Conclusioni?
Che dire, facciamo 2 calcoletti senza pretese. Dal 1995 ad oggi, l’Italia e’ passata da avere un PIL industriale che pesava il 65% di quello tedesco, al 50% attuale (ne abbiamo gia’ discusso). Ipotizzando che l’Italia fosse rimasta al 65%, e che la Germania avesse corso meno (non avrebbe avuto i vantaggi che ha avuto), l’Italia oggi avrebbe avuto un PIL industriale di 60-70 miliardi di Euro in piu’, raddoppiabili con gli impatti su export e servizi. 120-140 miliardi di PIL in piu’ equivalgono a 60-70 miliardi di tasse in piu’, che guarda un po’ sono esattamente il costo dei maggiori interessi. Ovviamente il calcolo ha limiti evidenti, ma da’ un’idea sul fatto che l’EURO ha avuto anche impatti negativi indiretti su Deficit e Debito (legati a minore PIL e minore inflazione), accanto a quelli positivi diretti (minori tassi di interesse).
Conclusioni?
Restare nell’EURO e’ comunque un suicidio. Nel 2012 voleremo al 126% di Debito.
Successivamente non credo le cose migliorino. Restare nell’EURO, poi,
significa inflazione bassa e quel che e’ peggio PIL nominale con
andamento disastroso. E’ evidente che anche nel 2013 il Debito salira’,
visto che il denominatore avra’ un’ andamento disastroso, e cio’
avverra’ anche nel caso di riduzione del deficit all’1,5-2,0%. Inoltre,
Bruxelles c’ha gia’ fatto sborsare l’equivalente del 3% del PIL di nuovo
debito per salvare la Grecia, Portogallo, banche Spagnole ed Irlanda e
seguira’ un altro 1% (come minimo; temo assai di piu’). In questo
contesto nel 2013, in assenza di privatizzazioni e dismissioni serie, il
debito volera’ e se gli spread cresceranno, si avvitera’ sempre piu’
verso l’alto, con conseguenze gia’ viste in Grecia. Se anche a fine
2013, andassero al governo in Germania formazioni a favore degli
Eurobond, l’Italia (sempre che non sia fallita prima) si trovera’
comunque con un debito al 130% e con dinamica crescente, per cui
realisticamente parlando, la permanenza nell’EURO non promette bene sul
fronte del Debito Pubblico.
Passiamo al ritorno alla LIRA ed ipotizziamo avvenga domani. Sappiamo
che ci sarebbe un’impatto immediato sul PIL (legato ad una crescita
netta dell’export e della produzione, nonche’ a qualche ricaduta
inflattiva), eviteremo di dare altre prebende a Grecia e soci (costose),
mentre non ci sarebbe un’impatto immediato significativo sugli
interessi (se s’alzasse anche del 2-3% la curva dei tassi, l’impatto il
primo anno sarebbe solo dello 0,3-0,5%). In sintesi, un ritorno alla
LIRA avrebbe certamente nel primo e secondo anno vantaggi notevoli
sull’ammontare del Debito (minori sul fronte del deficit, dove la
ripresa economica ed inflattiva, comunque, compenserebbe nettamente la
maggior spesa per interessi).
E’ ovvio che nel medio e lungo periodo, le
spese per interessi avrebbero un’incidenza maggiore. Ecco
perche’ reputo essenziale, la gestione di un ritorno alla LIRA con una
classe politica decente (non dico eccellente), che sappia contenere e
ridurre la spesa pubblica, fare le riforme e le dismissioni, contenere
l’inflazione su valori decenti e ridurre tasse e burocrazia sui
produttori. In questo caso non c’e’ partita, ed il ritorno alla LIRA
sarebbe nettamente vantaggioso rispetto ad una permanenza nell’EURO,
come da ragionamento sovrastante (gente seria al governo, con
l’EURO e questa crisi in svolgimento, a mio vedere potrebbe fare
comunque poco, e le dinamiche di cui sopra potrebbero solo essere
attenuate; infatti l’economia reale, con l’EURO e la crisi, non si puo’
far ripartire, a meno di riforme serie ed anni di lavoro….. ma in alcuni
anni, saremo gia’ morti e sepolti).
Fonte: http://scenarieconomici.it/
http://scenarieconomici.it/studio-sulle-prospettive-in-italia-germania-francia-e-spagna-e-simulazione-di-dissulazione-delleuro-e-ritorno-alle-valute-nazionali/
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