Come dargli torto??? Massimiliano
Latorre e Salvatore Girone a seguito di una lunga permanenza forzata in India,
in libertà su cauzione, in attesa della sentenza che stabilisse se la
giurisdizione sul caso fosse Italiana o Indiana ed in pendenza di un processo
penale in corso nello Stato del Kerala per omicidio volontario, ottenevano, per il periodo Natalizio, il
permesso dalle autorità Indiane, di trascorrere le feste in Patria.
Riconsegnati
all’India alla scadenza del permesso, senza alcuna garanzia circa il loro
destino, riottenevano la possibilità di
rientrare in Italia, affinché esercitassero il diritto di voto per le elezioni
politiche del 2013 per il rinnivo dei due rami del Parlamento Italiano, tenutesi il 24 ed il 25 febbraio 2013. Il Governo Italiano, a seguito del rientro in Patria dei due militari, annunciava la decisione di non farli rientrare in India, ma , successivamente, con inidonee e non convincenti motivazioni, provvedeva a consegnare nuovamente i due Italiani all'India sulla scorta, questa volta, di un astratto "affidavit" del Governo Indiano, circa la non applicazione della pena capitale. La linea forte intrapresa dal nostro Governo, dopo
più di un anno dai fatti, crollava miserevolmente in pochissimi giorni e non
certamente per salvaguardare l’immunità dell’ambasciatore e possibili
rappresaglie alla nostra ambasciata, ampliamene tutelate dalla Convezione di
Vienna e dalla Comunità Internazionale che cominciava a prendere posizioni
sulla questione. Ne tanto meno per salvaguardare l’onore dell’Italia seriamente
compromesso dai soprusi dell’India nell'ultimo anno (fermo, arresto,
incarcerazione ed imputazioni di due militari Italiani per fatti accaduti nell'esercizio del loro dovere e sequestro di armi di proprietà dello Stato
Italiano tanto per citare i più lapalissiani). E’ innegabile che il dietro front
dell’Italia abbia motivazioni differenti che possiamo solo ipotizzare ed
immaginare ( interessi economici? ) ma mai saranno rese note. Forti dei nostri principi Costituzionali potevamo dire NO senza remore all'India: il primo dei diritti inviolabili del
cittadino, sancito dall’art. 2 della Costituzione Italiana, è il diritto alla
Vita, a protezione
di tale diritto l’art.27 della Costituzione non ammette la pena di morte e l’art 698 cp così come modificato dalla
Sentenza della Corte Costituzionale n. 223/1996 vieta la consegna di un imputato ad una autorità
straniera se può essere
sottoposto ad una pena che configuri
violazione di uno dei diritti fondamentali della persona e che quindi il divieto è assoluto ed è protetto
dalla Costituzione, che nega, lo
ribadiamo, la possibilità di estradizione verso uno Stato il cui ordinamento
ammetta come sanzione, per il reato al quale si riferisce la richiesta, proprio
la pena di morte.
Anche la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta di
allontanare, espellere o estradare una persona verso uno Stato in cui questa
rischi di essere sottoposta alla pena di morte.
Dopo mesi di vane promesse, ed a seguito di clamorosi scoop giornalistici che attestano, senza ombra di dubbio che i Leoni del san Marco sono INNOCENTI, in Italia si parla sempre meno di loro, l'oblio li ha inghiottiti. In Italia il low profile è stato imperante per
mesi. Se non fosse stato per il popolo del web e pochissime testate
giornalistiche il “casò marò” sarebbe sconosciuto.
Nessun commento:
Posta un commento