giovedì 12 settembre 2013

“Abbiamo rischiato che il 2013 finisse senza un nuovo incarico per Giuliano Amato“

Dopo essere stato nominato “commissario anti-sprechi” nel 2012 dal governo Monti, in questo 2013 il prezzemolino Giuliano Amato, che in molti ricorderanno quando da premier ha imposto il prelievo forzoso dai conti correnti, ha ottenuto un nuovo incarico: sarà giudice della Corte Costituzionale, nominato per decreto dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha, tra le sue prerogative, quella di scegliere cinque dei quindici magistrati della Consulta. Un privilegio che Napolitano non si è fatto mancare, pochi giorni dopo aver nominato quattro senatori a vita. La scelta di Giuliano Amato è confermata in una nota diramata dal Quirinale.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con decreto in data odierna ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale il Professore Giuliano Amato, in sostituzione del Professor Franco Gallo, il quale cessa dalle sue funzioni di Giudice e di Presidente della Corte Costituzionale il prossimo 16 settembre. Il decreto è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Dottor Enrico Letta. Della nomina del nuovo Giudice Costituzionale il Capo dello Stato ha dato comunicazione al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e al Presidente della Corte Costituzionale
La nomina di Giuliano Amato, 75 anni, due volte premier, ex ministro dell’Interno e del Tesoro, attuale presidente dell’Istituto Enciclopedia Treccani, era peraltro nell’aria da giorni. Mercoledì 18 ci sarà il giuramento presso il Quirinale, dopodiché si procederà con l’elezione del nuovo presidente della Corte Costituzionale, da scegliere tra coloro che hanno una maggiore anzianità di carica: i nomi sono quelli di Luigi Mazzella e Gaetano Silvestri, entrambi eletti dal parlamento, il primo su indicazione del centrodestra e il secondo in quota centrosinistra. 

Fonte:  http://www.qelsi.it/

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