lunedì 16 settembre 2013

Domanda a Un Italiano: se mi è lecito vorrei farti una domanda: secondo te chi ha le responsabilità maggiori in questa vicenda???

Anche per rispondere all'amico Nicola Marenzi propongo una serie di "perché" su materia "credo" trattata a livello istituzionale nell'arco del 2012 ed a cui nessuno ha voluto dare seguito, forse per mantenere impegni presi a livello extra nazionale.

1. Il mancato ricorso all’arbitrato internazionale come previsto dal...la Convenzione di Montego Bay, a cui l’India non avrebbe potuto sottrarsi. Ricorso peraltro giustificato anche dall’assenza di risposta dell’India di aprire un dialogo bilaterale con l’esecutivo italiano per una soluzione diplomatica del caso, come peraltro suggerito dalla stessa sentenza della Corte Suprema di Delhi.
Un arbitrato promesso ma mai decollato nonostante sia stata a suo tempo consegnata una nota verbale all’incaricato di affari indiano a Roma, il Signor Shankar, con la quale veniva comunicato che l’Italia aveva instaurato formalmente la controversia internazionale.
Un chiarimento che forse il Senatore Monti dovrebbe dare agli italiani.
2. La mancata ed inequivocabile affermazione della competenza italiana di giudicare fatti avvenuti in acque internazionali su una nave battente Bandiera italiana.
3. Una formale e decisa rimostranza sulla negazione da parte dell’India del diritto dell’”immunità funzionale” riconosciuto in tutto il mondo. La stessa India lo ha avocato ed ottenuto nel 2012 per due suoi militari inquadrati nel contingente africano di Pace dell’ONU e colpevoli di stupro in Congo.
4. La mancata adozione di restrizioni in tema di rilascio di visti e di imbarco di marittimi indiani su navi battenti Bandiera italiana.
5. La sospensione di aiuti economici significativi come il finanziamento del programma di approvvigionamento idrico e trattamento dei rifiuti in 16 municipalità del West Bengala per l’ammontare di 25,8 milioni di Euro.
6. Richiesta all’Unione europea di interrompere i processi negoziali di carattere economico - commerciale colpendo il settore del libero scambio di vitale interesse per l’India.
7. Negare il consenso italiano (un vero e proprio veto) alla firma di accordi in ambito europeo con l’India.
8. Mancata richiesta di azioni europee di controllo dell’importazioni in Europa di acciaio extra UE, considerando che l’India è uno dei maggiori produttori.
9. Interventi incisivi sulla Banca Mondiale e sulla Banca Asiatica per lo sviluppo di tutti i finanziamenti a favore dell’India e che presuppongono l’approvazione italiana.
10. La richiesta di un impegno da parte indiana di non mutare le condizioni di restrizione della libertà di movimento dei due Marò rispetto a quanto previsto dalla sentenza della Corte Suprema dell’India del 18 gennaio 2013, garanzia in questo momento messa in seria discussione nel momento che verranno chiuse le indagini della NIA indiana.
 

Nessun commento:

Posta un commento