Io amo i coraggiosi, ma non basta essere bravi guerrieri, si deve sapere anche chi colpire. E spesso c'è maggior coraggio nel trattenersi e passare oltre: per risparmiarsi per il nemico più degno (F.Nietzsche)
A Fellini non sarebbe di certo dispiaciuto filmarla, questa scena.
Mezzogiorno, la sala stampa dell'Ariston ribollente come una tonnara. Di
lì a pochi istanti inizierà l'incontro con gli stati generali del
Festival, a poche ore da un debutto mai così denso di incognite. È in
quel momento che si crea la spaccatura insanabille tra l'Italia
mediatico-frivola-canzonettara e quella che si interroga sulla
credibilità internazionale di un Paese che non riesce a tirar via due
soldati dalle sabbie mobili indiane.
Raffaella Carrà «Ho un desiderio profondo». Dica, signora Carrà.
«Se potessi o ne avessi l'autorità, andrei io stessa in India a
chiedere spiegazioni a quel governo. Perché ce le devono. Parlano tanto
della lentezza della giustizia italiana, ma che dire della loro? È come
minimo increscioso che dopo due anni non abbiano ancora comunicato le
motivazioni ufficiali sul caso dei nostri due marò. E che rimandino
all'infinito il giudizio. Rallentamenti inaccettabili».
La Rai ha ostinatamente taciuto sull'argomento. Neanche una parola da
parte di Fazio, che ieri pareva visibilmente imbarazzato mentre lei
lanciava l'appello dal palco.
Anche i vertici della rete sono rimasti ostentatamente chiusi di fronte
alla soluzione più semplice: quella di manifestare solidarietà umana,
senza arroccarsi dietro alla «politica internazionale che con le canzoni
non c'entra». Leone si è detto «contento» della sua sortita. Ma a denti
stretti.
Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound,
intervistato da Intelligonews ritorna a parlare dei Marò, commentando
prima l’appello della Carrà che ieri ha rappresentato sul palco i valori
di destra e che “la dice lunga sulla sinistra sempre più
anti-italiana”, poi la necessità di un incidente diplomatico che spiega,
addirittura lanciandosi in avanti: “Se la Farnesina dicesse che i due
soldati sono diplomatici italiani a quel punto l’India non potrebbe far
altro che rimandarceli. Potrebbe essere fatto in qualsiasi momento,
basterebbe che il ministro degli Esteri lo volesse”.
Prosegue l’abbraccio
di Sanremo ai due fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano
Latorre, trattenuti a Nuova Delhi. «Per solidarietà ai nostri marò detenuti ingiustamente, in questa
agenzia non si vendono viaggi destinazione India».L’ultima iniziativa è di Paolo Neri,
titolare de «Last Minute Tour» di via Manzoni, a due passi da piazza
Colombo, che nella vetrina dell’agenzia ha affisso l’avviso
dell’iniziativa in solidarietà ai due militari.
«Mi rendo conto che si tratta di un’iniziativa che non potrà
certamente portare a casa i due marò - spiega Neri -, mi sono comunque
sentito in dovere di farla, visto che lo Stato italiano e la comunità
internazionale sono inermi di fronte a quella che io ritengo una
ingiustizia. Sono convinto che la battaglia per la liberazione dei due
fucilieri si gioca sul campo economico. Serve una pressione
internazionale su Nuova Delhi. Rinunciando a vendere tour per l’India
voglio dare il mio piccolo contributo a questa battaglia ed essere da
esempio per lo Stato italiano e la comunità internazionale. Ma non mi
faccio illusioni».
Fonte: http://www.iltempo.it/
http://www.intelligonews.it/
http://www.lastampa.it/
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