giovedì 20 febbraio 2014

Marò India: segnali dagli ITALIANI ma non dai politici nostrani






Io amo i coraggiosi, ma non basta essere bravi guerrieri, si deve sapere anche chi colpire. E spesso c'è maggior coraggio nel trattenersi e passare oltre: per risparmiarsi per il nemico più degno (F.Nietzsche)

A Fellini non sarebbe di certo dispiaciuto filmarla, Prima serata del 64esimo Festival della canzone italianaquesta scena. Mezzogiorno, la sala stampa dell'Ariston ribollente come una tonnara. Di lì a pochi istanti inizierà l'incontro con gli stati generali del Festival, a poche ore da un debutto mai così denso di incognite. È in quel momento che si crea la spaccatura insanabille tra l'Italia mediatico-frivola-canzonettara e quella che si interroga sulla credibilità internazionale di un Paese che non riesce a tirar via due soldati dalle sabbie mobili indiane.

Raffaella Carrà «Ho un desiderio profondo». Dica, signora Carrà.
«Se potessi o ne avessi l'autorità, andrei io stessa in India a chiedere spiegazioni a quel governo. Perché ce le devono. Parlano tanto della lentezza della giustizia italiana, ma che dire della loro? È come minimo increscioso che dopo due anni non abbiano ancora comunicato le motivazioni ufficiali sul caso dei nostri due marò. E che rimandino all'infinito il giudizio. Rallentamenti inaccettabili».

La Rai ha ostinatamente taciuto sull'argomento. Neanche una parola da parte di Fazio, che ieri pareva visibilmente imbarazzato mentre lei lanciava l'appello dal palco.

Anche i vertici della rete sono rimasti ostentatamente chiusi di fronte alla soluzione più semplice: quella di manifestare solidarietà umana, senza arroccarsi dietro alla «politica internazionale che con le canzoni non c'entra». Leone si è detto «contento» della sua sortita. Ma a denti stretti.

07_DiStefanoSimone Di Stefano, vicepresidente di Casapound, intervistato da Intelligonews ritorna a parlare dei Marò, commentando prima l’appello della Carrà che ieri ha rappresentato sul palco i valori di destra e che “la dice lunga sulla sinistra sempre più anti-italiana”, poi la necessità di un incidente diplomatico che spiega, addirittura lanciandosi in avanti: “Se la Farnesina dicesse che i due soldati sono diplomatici italiani a quel punto l’India non potrebbe far altro che rimandarceli. Potrebbe essere fatto in qualsiasi momento, basterebbe che il ministro degli Esteri lo volesse”.

 

Prosegue l’abbraccio di Sanremo ai due fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, trattenuti a Nuova Delhi. «Per solidarietà ai nostri marò detenuti ingiustamente, in questa agenzia non si vendono viaggi destinazione India».L’ultima iniziativa è di Paolo Neri, titolare de «Last Minute Tour» di via Manzoni, a due passi da piazza Colombo, che nella vetrina dell’agenzia ha affisso l’avviso dell’iniziativa in solidarietà ai due militari. 


«Mi rendo conto che si tratta di un’iniziativa che non potrà certamente portare a casa i due marò - spiega Neri -, mi sono comunque sentito in dovere di farla, visto che lo Stato italiano e la comunità internazionale sono inermi di fronte a quella che io ritengo una ingiustizia. Sono convinto che la battaglia per la liberazione dei due fucilieri si gioca sul campo economico. Serve una pressione internazionale su Nuova Delhi. Rinunciando a vendere tour per l’India voglio dare il mio piccolo contributo a questa battaglia ed essere da esempio per lo Stato italiano e la comunità internazionale. Ma non mi faccio illusioni». 


Fonte: http://www.iltempo.it/
          http://www.intelligonews.it/
          http://www.lastampa.it/
          

Nessun commento:

Posta un commento