11 Gennaio 2014
E se finalmente qualche grande giornale italiano ricominciasse a fare giornalismo sul serio e si decidesse ad uscire con un titolo di prima pagina del tenore “IL MINISTRO DELLA DIFESA INDIANO DIETRO AL SEQUESTRO DEI MARO'?” (la stessa cosa varrebbe ovviamente se l'iniziativa la prendesse un telegiornale od un programma televisivo di livello nazionale)?
Questo sì potrebbe finalmente essere per l'Italia e per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone l'avvio di una conclusione onorevole dell'infinita vicenda che li vede coinvolti!
La nostra potrebbe apparire una provocazione, ma non lo è affatto. E' anzi una proposta molto seria che proviamo nuovamente a rivolgere a tutto il mondo italiano della cosiddetta informazione ufficiale.
E se finalmente qualche grande giornale italiano ricominciasse a fare giornalismo sul serio e si decidesse ad uscire con un titolo di prima pagina del tenore “IL MINISTRO DELLA DIFESA INDIANO DIETRO AL SEQUESTRO DEI MARO'?” (la stessa cosa varrebbe ovviamente se l'iniziativa la prendesse un telegiornale od un programma televisivo di livello nazionale)?
Questo sì potrebbe finalmente essere per l'Italia e per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone l'avvio di una conclusione onorevole dell'infinita vicenda che li vede coinvolti!
La nostra potrebbe apparire una provocazione, ma non lo è affatto. E' anzi una proposta molto seria che proviamo nuovamente a rivolgere a tutto il mondo italiano della cosiddetta informazione ufficiale.
A differenza delle bufale e delle menzogne
pubblicate per mesi dai media indiani a cui i media italiani hanno
semplicemente fatto da mera cassa di risonanza ed amplificazione, in
questo caso infatti il giornale (o la televisione) che trovasse
finalmente il coraggio di cui sopra aprirebbe con un titolo sì
sensazionale, ma che alla fine, a differenza di quanto pubblicato
finora, si dimostrerà tanto vicino alla realtà dei fatti che l'unica
cosa che dovrà essere eventualmente rettificata in seguito sarà il punto
interrogativo finale (ovviamente tutti i contenuti a supporto saremmo
felicissimi di metterli a disposizione con tutti i possibili ulteriori
approfondimenti del caso).
Non solo. Di colpo, anziché continuare ad inseguire le menzogne, gli artifici e le contorsioni giuridiche e non che vengono date in pasto ai lettori ed agli ascoltatori da quasi due anni, il nostro ipotetico coraggioso giornale (o canale TV) finirebbe finalmente con il cominciare a far parlare l'intero mondo dei media (prima in Italia e subito a ruota in India) dei veri contenuti della vicenda. E tali contenuti non potrebbero che dimostrare, velocemente ed inequivocabilmente, come Latorre e Girone siano da quasi due anni vittime innocenti di un odioso crimine e completamente estranei a tutto quanto a loro attribuito.
In un articolo segnalatoci da un amico e pubblicato su Il Giornale in edicola questa mattina Fausto Biloslavo, che con nostro piacere riprende molti degli spunti ed arriva alle stesse conclusioni contenute nell'analisi e nel ragionamento da noi fatti nell'articolo pubblicato ieri, scrive anche che una non meglio identificata fonte governativa italiana ammetterebbe che oggi saremmo 'sotto scacco'.
Ma quando mai?
L'Italia è purtroppo sotto scacco da quasi due anni solo nelle teste
degli incapaci politici, funzionari e giornalisti nostrani (che tutti
assieme hanno quasi maggiori responsabilità di quanto accaduto ai poveri
Latorre e Girone di quante non ne abbiano gli stessi artefici del
crimine in India) solo a causa delle scellerate scelte (e non scelte) da
loro compiute.
Se oggi, ad oltre 6 mesi dalla rivelazione da parte nostra di tutti gli elementi e le prove che scagionano Latorre e Girone, ci troviamo di nuovo (la possibilità era in realtà già stata ipotizzata durante la prima fase della vicenda in Kerala) nella surreale situazione in cui un governo indiano completamente screditato agli occhi dell'opinione pubblica interna ed internazionale ed una stampa indiana al servizio dei giochi politici interni arrivano perfino ad ipotizzare di trattare dei militari italiani in servizio per il proprio Paese alla stregua di terroristi, la colpa è non solo dell'assoluta incompetenza, mancanza di intelligenza e di dignità del governo e delle istituzioni italiane tutte, ma anche di un giornalismo italiano che definire al collasso sarebbe un eufemismo.
Chiariamo infatti nuovamente un punto importante. Se oggi la grande maggioranza delle opinioni pubbliche indiana e italiana credono ancora in modo becero alla menzogna costruita a tavolino che siano stati Latorre e Girone ad uccidere i due sfortunati pescatori indiani, questo è dovuto unicamente al vergognoso processo mediatico che, dietro preciso input politico, giornali e televisioni indiane hanno lanciato fin dal primo giorno senza alcuna prova, ma anche senza alcuna opposizione, e che giornali e televisioni italiane hanno supinamente condiviso. Ed è la persistenza di questa diffusa convinzione di colpevolezza che consente al governo indiano di muoversi con l'arroganza e la prepotenza che sta nuovamente mostrando in questi giorni.
Quale si è infatti dimostrata essere l'unica vera differenza tra gli organi d'informazione indiani ed italiani? Entrambi sono asserviti al potere, ma se quelli indiani il ruolo di servitori del potere hanno dimostrato in questa vicenda di saperlo svolgere con grande efficacia, quelli italiani neppure questo sono stati capaci di fare (probabilmente, va detto, per mancanza di guida del 'potere' di riferimento concentrato sempre e solo sul piccolo cabotaggio interno).
Se oggi, ad oltre 6 mesi dalla rivelazione da parte nostra di tutti gli elementi e le prove che scagionano Latorre e Girone, ci troviamo di nuovo (la possibilità era in realtà già stata ipotizzata durante la prima fase della vicenda in Kerala) nella surreale situazione in cui un governo indiano completamente screditato agli occhi dell'opinione pubblica interna ed internazionale ed una stampa indiana al servizio dei giochi politici interni arrivano perfino ad ipotizzare di trattare dei militari italiani in servizio per il proprio Paese alla stregua di terroristi, la colpa è non solo dell'assoluta incompetenza, mancanza di intelligenza e di dignità del governo e delle istituzioni italiane tutte, ma anche di un giornalismo italiano che definire al collasso sarebbe un eufemismo.
Chiariamo infatti nuovamente un punto importante. Se oggi la grande maggioranza delle opinioni pubbliche indiana e italiana credono ancora in modo becero alla menzogna costruita a tavolino che siano stati Latorre e Girone ad uccidere i due sfortunati pescatori indiani, questo è dovuto unicamente al vergognoso processo mediatico che, dietro preciso input politico, giornali e televisioni indiane hanno lanciato fin dal primo giorno senza alcuna prova, ma anche senza alcuna opposizione, e che giornali e televisioni italiane hanno supinamente condiviso. Ed è la persistenza di questa diffusa convinzione di colpevolezza che consente al governo indiano di muoversi con l'arroganza e la prepotenza che sta nuovamente mostrando in questi giorni.
Quale si è infatti dimostrata essere l'unica vera differenza tra gli organi d'informazione indiani ed italiani? Entrambi sono asserviti al potere, ma se quelli indiani il ruolo di servitori del potere hanno dimostrato in questa vicenda di saperlo svolgere con grande efficacia, quelli italiani neppure questo sono stati capaci di fare (probabilmente, va detto, per mancanza di guida del 'potere' di riferimento concentrato sempre e solo sul piccolo cabotaggio interno).
Non è infatti un caso se da quasi due anni
qualsiasi informazione che riguardi la vicenda dei nostri marò venga
fatta filtrare innanzitutto attraverso fonti più o meno anonime a media
indiani, così testata e poi gestita di conseguenza. Con i ben noti
politici indiani che tirano le fila dopo aver fatto trapelare notizie
spesso discordanti, politici e funzionari italiani che si fanno
trascinare nella direzione desiderata tirati per l'anello infilato nel
loro naso e giornali e TV italiani che nel frattempo, anziché provare a
distinguere il vero dal falso in una vicenda drammatica come quella dei
due marò, preferiscono rivolgere le proprie attenzioni e fare
approfondimenti che riguardino il cagnolino della compagna di
Berlusconi, le mutande di Cota, le giacche di Renzi o le cravatte di
Cuperlo. E non facciamo qui distinzione tra media filo-governativi e
media filo-opposizione.
Purtroppo la professione giornalistica oggi in
Italia sembra ridotta ad un immenso campo di macerie che rispecchia con
precisione la desolazione del panorama politico. Un'analisi ed un'azione
lucida sulla vicenda marò non è venuta proprio da nessuno dei grandi
organi di informazione, dove evidentemente sembra che lavorino ormai
solo pseudo-giornalisti che sopravvivono esclusivamente grazie ai
finanziamenti pubblici ed hanno quindi paura anche della propria ombra
quando si tratta di uscire dalla linea editoriale loro dettata.
Sono ormai settimane che siamo in contatto con giornalisti stranieri,
anche indiani, che di fronte alla documentazione che mostriamo a
supporto dell'innocenza di Latorre e Girone ci dicono: 'Ma come è
possibile che una cosa del genere non venga pubblicata da nessuno dei
maggiori organi di stampa italiana?'.
Come è possibile? Ci volete aiutare a trovare una risposta? Eh sì, cari giornali, TV e giornalisti italiani, c'è proprio bisogno di un vostro riscatto, di un vostro sussulto di dignità, se ancora ne avete una! Ve lo manda a dire anche chi all'estero fa il vostro stesso lavoro.
Ma tornando a noi, perché è poi così importante che un qualche grande organo di informazione italiana lanci questa campagna-verità su quanto davvero accaduto in India?
La ragione sta nel fatto che la grande maggioranza delle opinioni pubbliche italiana, indiana e mondiale crede oggi che i nostri marò siano colpevoli solo perché così sono stati dipinti nel vergognoso processo mediatico che è stato condotto nei loro confronti.
Come è possibile? Ci volete aiutare a trovare una risposta? Eh sì, cari giornali, TV e giornalisti italiani, c'è proprio bisogno di un vostro riscatto, di un vostro sussulto di dignità, se ancora ne avete una! Ve lo manda a dire anche chi all'estero fa il vostro stesso lavoro.
Ma tornando a noi, perché è poi così importante che un qualche grande organo di informazione italiana lanci questa campagna-verità su quanto davvero accaduto in India?
La ragione sta nel fatto che la grande maggioranza delle opinioni pubbliche italiana, indiana e mondiale crede oggi che i nostri marò siano colpevoli solo perché così sono stati dipinti nel vergognoso processo mediatico che è stato condotto nei loro confronti.
Latorre e Girone non potranno oggi mai essere condannati
in un tribunale (nemmeno un tribunale indiano) perchè le prove che li
scagionano sono a nostro avviso schiaccianti.
Ma se, come tutto lascia oggi prevedere in assenza di altre sorprese che in India sono sempre dietro l'angolo, a Latorre e Girone verrà concesso di rientrare in Italia dopo lo svolgimento delle elezioni indiane attraverso un accordo tra i governi autorizzato dalla magistrature indiana (vedi nostri articoli precedenti), la percezione delle opinioni pubbliche diventerà a quel punto che i due marò saranno stati 'salvati' da un accordo sotto banco tra governi indiano ed italiano. Nell'immaginario indiano gli italiani rimarranno a quel punto sempre ricordati come coloro che hanno ucciso i pescatori e l'hanno fatta franca (quando in realtà chi la farà franca da un punto di vista giudiziario quando ciò dovesse avvenire saranno solo i vari Antony, Chandy e tutti i loro numerosissimi complici).
Ma se, come tutto lascia oggi prevedere in assenza di altre sorprese che in India sono sempre dietro l'angolo, a Latorre e Girone verrà concesso di rientrare in Italia dopo lo svolgimento delle elezioni indiane attraverso un accordo tra i governi autorizzato dalla magistrature indiana (vedi nostri articoli precedenti), la percezione delle opinioni pubbliche diventerà a quel punto che i due marò saranno stati 'salvati' da un accordo sotto banco tra governi indiano ed italiano. Nell'immaginario indiano gli italiani rimarranno a quel punto sempre ricordati come coloro che hanno ucciso i pescatori e l'hanno fatta franca (quando in realtà chi la farà franca da un punto di vista giudiziario quando ciò dovesse avvenire saranno solo i vari Antony, Chandy e tutti i loro numerosissimi complici).
Giunti a questo punto, se quella appena
ricordata poteva essere un'uscita tutto sommato accettabile dalla
vicenda alcuni mesi fa, oggi questo non è più vero. Ed oltretutto,
accettare che questa sia la soluzione significa ancora una volta
lasciare completamente in mano indiana i 'tempi' della soluzione con il
rischio che a rinvio segua nuovo rinvio come avviene da due anni a
questa parte.
La soluzione per accelerare il ritorno in Italia dei nostri marò invece c'è, esiste da tempo e passa per il lancio di un'operazione verità che rivendichi e dimostri la piena innocenza di Latorre e Girone. Tale operazione oggi non potrebbe che partire dai media italiani. Sperando che in Italia, seppur ben nascosto, ci sia ancora qualche giornalista degno di tale nome che sia in grado di raccogliere questo nostro nuovo appello.
La soluzione per accelerare il ritorno in Italia dei nostri marò invece c'è, esiste da tempo e passa per il lancio di un'operazione verità che rivendichi e dimostri la piena innocenza di Latorre e Girone. Tale operazione oggi non potrebbe che partire dai media italiani. Sperando che in Italia, seppur ben nascosto, ci sia ancora qualche giornalista degno di tale nome che sia in grado di raccogliere questo nostro nuovo appello.
Fonte: https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?hc_location=timeline
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