"Inaudite le ipotesi avanzate dalla stampa
indiana oggi, e fatto gravissimo che - anziché essere subito smentite
dal Governo indiano - siano state anche seguite da dichiarazioni
ufficiali di un membro di quel Governo che lascia aperta l'eventualità
di applicare la legislazione antiterrorismo -che prevede *la pena di
morte* - ai nostri due Maro', illegittimamente trattenuti in India da
*troppo tempo*. Se confermata, questa sarebbe
una gravissima e inaccettabile lesione del diritto internazionale e
della dignità del nostro Paese e delle Forze Armate.
E' assolutamente
necessario portare immediatamente la controversia con l'India alle
Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza e al Consiglio Atlantico, come
avevo programmato a marzo dell'anno scorso, perché due uomini delle
nostre Forze Armate, peraltro impegnati nelle acque indiane proprio con
compiti antipirateria, sono stati illecitamente arrestati e trattenuti
dalle forze di Polizia Indiane.
L'India è un importante membro della
comunità Internazionale e questo caso riguarda il Consiglio di Sicurezza
dell'ONU dal momento che che influisce sulle modalità di tutela della
pace e della sicurezza internazionali, rischiando di stabilire un
pericoloso precedente che mette in discussione l'inviolabile principio
dell'immunità funzionale, che prevede che l'eventuale responsabilità
penale dei soldati debba essere approfondita e appurata nella Stato di
appartenenza, in questo caso l'Italia.
Deve essere *immediatamente*
esperito - come mi permetto di richiedere da mesi e mesi - l'Arbitrato
obbligatorio ai sensi della Convenzione ONU sul Diritto del Mare, per
definire la giurisdizione sul caso ed evitare di lasciare ancora i
nostri militari in balia di un processo in India illegittimo e per molti
versi sin d'ora arbitrario. Inoltre, da molto tempo si sta
pazientemente facendo affidamento su reiterate assicurazioni indiane che
la legislazione antiterrorismo - e di conseguenza la pena di morte -
non verrà applicata: queste assicurazioni *poggiano dunque sulla
sabbia*?
I nostri due soldati sono stati reinviati - con una decisione
da me non condivisa che mi costrinse per coerenza alle dimissioni - in
un Paese che prevede la pena di morte, per essere processati ai sensi di
una legislazione che la contempla: perché non sono state rispettate e
le regole del nostro dettato Costituzionale, che vieta l'estradizione
verso paesi ove vige la pena di morte? Non chiediamo impunità per
nessuno: sicuramente però chiediamo *giustizia*, una volta per tutte…"
Fonte: https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline
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