Il troppo stroppia, sia quando si chiama deficit che quando si chiama
surplus. Che poi, all'interno di una stessa area valutaria, sono due
facce della stessa medaglia. I trattati europei parlano chiaro: il
surplus delle partite correnti di un Paese europeo non può superare il 6%
del Prodotto interno lordo sulla media degli ultimi tre anni mentre il
deficit (non quello di bilancio pubblico ma sempre delle partite
correnti) non può andare più giù del 4%.
Ebbene, la tabella offre uno spaccato di quanto sia divisa e squilibrata oggi l'Eurozona. Talmente squilibrata che la Germania
ha sforato la soglia limite del 6% mentre i Paesi dell'area periferica
sono per molti trimestri in territorio negativo. E considerando che la
Germania genera il 52% del Pil sulla base delle esportazioni e che la
maggior parte di queste è indirizzata proprio verso i partner/competitor
europei questo vuol dire che il gioco a somma zero che dovrebbe essere
in teoria quello del commercio all'interno di un'area valutaria perfetta
si trasforma per molti Paesi in un gioco a somma negativa (considerando
anche gli effetti negativi dell'austerity che viene praticata più sui
Paesi importatori rispetto a chi riesce a "vincere" sugli altri
esportando di più).
È come se tutti i Paesi facessero parte di uno stesso lago diviso in
17 parti con qualcosa che si è inceppato nella diga e che in uno di
questi Paesi finisca più acqua, sottratta agli altri Paesi che anno dopo
anno si avvicinano pericolosamente alla siccità.
Metafore a parte, all'Eurozona sta accadendo qualcosa di simile.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/
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