martedì 27 agosto 2013

La perizia che scagionerebbe i marò


L’ingegner Luigi De Stefano, perito di parte civile nel processo per il DC 9 abbattuto nel cielo di Ustica, basandosi sui fori dei proiettili indicati da Freddy Bosco, capitano e proprietario del natante indiano, nelle immagini trasmesse da autorevoli testate TV internazionali ha calcolato con l’aiuto di proiezioni tridimensionali la direzione di provenienza dei proiettili che hanno colpito il peschereccio.
I fori dei proiettili, indicati da Freddy Bosco nelle immagini prese dai filmati trasmessi da BBC e di Bloomberg, possono essere stati prodotti solo da un’arma che tirava in orizzontale e non da una posta a oltre 23 metri di altezza sul mare, l’altezza del ponte della Enrica Lexie dove si trovavano i marò che proteggevano la nave.
Questa ricostruzione nega, come sempre sostenuto dai due marò, che essi abbiano sparato contro il peschereccio su cui si trovavano i due sfortunati pescatori indiani. Latorre e Girone avevano dichiatato fin dall’inizio di avere spararato in acqua quando un piccolo scafo, non il Saint Antony, si era avvicinato pericolosamente alla nave. Occorre anche segnalare che, per stessa ammissione della Guardia Costiera indiana, quel giorno altre navi incrociavano quelle acque, navi che non sono state oggetto di controlli da parte delle autorità indiane.
Secondo i calcoli di Di Stefano l’angolo di tiro dei proiettili che hanno causato i fori sul Saint Antony era di 0,76 gradi, mentre l’angolo di tiro dal ponte della petroliera a 500 metri di distanza sarebbe stato di 4,76 gradi e a 100 metri di 24,91 gradi. Secondo il primo telex inviato sull’accaduto da Massimiliano Latorre, le raffiche di avvertimento furono sparate rispettivamente da una distanza di circa 500 e 100 metri dall'imbarcazione.
Fonte: Wikipedia

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