Gli infiniti misteri sulla vicenda dei due marò, del Gen. Fernando Termentini
Molti i dubbi che in questi 550 giorni sono emersi sulla vicenda dei
due marò. Hanno sparato, non hanno sparato. Il S Antony era il
peschereccio che aveva minacciato la Lexie e su cui Massimiliano e
Salvatore hanno fatto fuoco di dissuasione. I fatti sono accaduti in
acque nternazionali. Che ruolo ha avuto la petroliera greca Olimpich
Flair. Perché l'Armatore ha dato l'ordine di rientrare in acque
territoriali indiane ed attraccare sul porto di Koci. Con chi si é
consultato. Chi ha avvertito l'Addetto Militare che da Delhi ha
raggiunto Koci in tempo utile per essere in banchina al momento
dell'attacco della Lexie. Perchè l'Italia non ha attivato l'arbitrato
internazionale per ottenere un giudizio super partes sull'accaduto.
Tante domande, poche le risposte molte delle quali incomplete
specialmente se riferite ad aspetti del ruolo istituzionale dell'Italia.
Nel frattempo i due "Leoni del S.Marco" sono ancora in ostaggio
dell'India ed il loro futuro é poco comprensibile.
Fra le
tante incertezze solo un aspetto è stato formalmente chiarito
dall'allora Ministro della Difesa, quando il 15 ottobre 2012 ha
sottoscritto una risposta scritta ad un'interrogazione parlamentare,
informando che l'Armatore della nave aveva chiesto il "nulla contro"
alla struttura militare di Comando e Controllo del personale militare
impegnato in operazioni Fuori Area, perchè la petroliera Lexie
rientrasse in acque territoriali indiane ed attraccasse a Koci.
Autorizzazione concessa dal Centro Operativo Interforze che secondo
procedura si dovrebbe essere consultato con il Comando della Squadra
Navale della Marina Militare (CINCINAV), organo di Comando,
Coordinamento e Controllo delle unitá e del personale della Marina
Militare che opera oltre i confini nazionali.
Una notizia
passata in sottordine, sicuramente non amplificata dagli Organi di
Stampa nazionale quasi fosse un dettaglio di poco conto mentre, invece,
la decisione rappresentava forse il nucleo principale, l'elemento
fondamentale intorno al quale l'intera vicenda ruota da più di 500
giorni. Se la Lexie, infatti, non fosse rientrata in acque
internazionali l'Italia avrebbe potuto pretendere in qualsiasi contesto
internazionale l'applicazione nei confronti di Latorre e Girone il
diritto di immunitá funzionale, chiudendo definitivamente l'intera
faccenda.
Qualcosa di poco chiaro e mai chiarito é invece
avvenuto e si aggiunge al mistero di chi abbia avvertito dei fatti
l'Addetto per la Difesa a Delhi, anche esso un Ufficiale di Marina e di
chi abbia dato lui disposizioni su come muoversi su quello che stava
diventando un terreno minato. Gli Esteri piuttosto che la Difesa ? La
Presidenza del Consglio attraverso i rappresentanti dell'Intelligence
italiana in India? Piuttosto l'Ambasciatore italiano del momento, in
vero molto assente nell'immediatezza dei fatti.
Non un
dettaglio di poco conto, ma un altro elemento essenziale dal quale si
potrebbe comprendere la "disinvoltura" con la quale l'Ufficiale ha
accettato le richieste indiane di far consegnare Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone, decisione sicuramente non autonoma né improvvisata,
conoscendo l'inerzia che caratterizza determinate funzioni all'estero.
Vicende iniziali ma fondamentali che peraltro hanno visto un totale
distacco dei vertici delle Forze Armate quasi che i due Marò fossero
operatori di sicurezza civili. Un distacco forse anche determinato dalla
convinzione che qualcosa di immediato si sarebbe ottenuto essendo
Ministro della Difesa, per la prima volta in Italia, un collega, un
Ammiraglio in quiescenza.
Un silenzio assordante rotto solo
dallo sdegno manifestato da centinaia di migliaia di cittadini italiani,
in uniforme, ex militari, civili, donne ed uomini a cui stava a cuore
la sorte di due italiani e quella dell'immagine internazionale delle
proprio Paese. Gente inascoltata, addirittura bistrattata e giudicata
invece dalle Istituzioni ai massimi livelli come elemento disturbatore.
L'11 marzo un momento di riscossa nazionale, il Sottosegretario agli
Esteri dott. Staffan de Mistura annuncia al mondo che i due marò non
rientrano in India al termine del loro permesso elettorale e l'Italia
ricorrerá ad un arbitrato internazionale. Un'illusoria speranza come
tante altre, destinata ad annullarsi dopo una decina di giorni.
Quello che é accaduto successivamente é noto a tutti. Vergogna sulla
vergogna con un ex Comandante che dopo aver accettato che i propri
uomini fossero riconsegnati al nemico non abbandona una nave ormai alla
deriva e nello stesso tempo non sente il dovere di chiarire i tanti
misteri ancora oscuri. Una scelta sicuramente non fatta per coprire
chicchessia, non lo voglio pensare, forse solo per non urtare la
suscettibilitá e gli ordini di lobby intoccabili.
Improvvisamente, però il 24 marzo 2013, dopo che i due Marò sono stati
fatti rientrare improvvisamente in India una voce si alza. L'ex
diplomatico indiano Labil Sibal esclama "si tratta di una triste
testimonianza dell'inettitudine della diplomazia italiana" in quel
momento gestita dal Senatore Monti dopo le dimissioni del Ministro
Terzi. Anche il Capo delle Forze Armate, l'Ammiraglio Binelli,
finalmente mortificato dal battibecco fra Roma e Delhi grida, "basta con
questa farsa, Latorre e Girone devono essere riconsegnati alla
giurisdizione italiana ......". Un altro tassello che si aggiunge al
mosaico dei misteri in quanto solo dopo più di un anno da quel fatidico
15 febbraio del 2012, si sente una voce di Comandante che avrebbe
dunito urlare prima, almeno nelle orecchie del suo ex collega Di Paola.
A seguire, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio
Giuseppe De Giorgi, ricorda " Latorre e Girone hanno avuto il coraggio
dell'obbedienza, nel momento più difficile, guardando all'interesse
dell'Italia, coerentemente con i loro valori di lealtá, onore ed amore
di Patria che devono sempre inspirare le nostre azioni e le nostre
scelte. Noi marinai continueremo a fare il nostro dovere con orgoglio e
disciplina sul l'esempio di Latorre e Girone, fiduciosi della vittoria
delle nostre ragioni. Sosteniamo incondizionatamente i fucilieri e le
loro famiglie".
Nessuno, però, chiarisce chi abbia accettato
Sulla linea di Comando militare la proposta dell'Armatore di fare
rientrare la nave su Koci. Fra le tante parole finora dette,
un'ammissione di responsabilitá In tal senso renderebbe onore e merito
all'amore di Patria che ha inspirato le scelte di Latorre é Girone.
Roma 28 agosto 2013
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