Il 5 agosto il Ministero degli Affari Esteri
nel rispondere ad una mia precedente richiesta di chiarimenti sulla
vicenda dei due Marò mi ha fornito approfondimenti che, però, a fronte
di quanto comunicato da agenzie di stampa italiane e da giornali indiani
hanno poco chiarito.
Una serie di precisazioni che piuttosto,
inducono a pensare che forse c’è un qualche scollamento operativo fra i
vari attori istituzionali impegnati nella vicenda. Forse, un ritorno ad
un passato recente che ha portato alle dimissioni dell’Ambasciatore
Terzi, caratterizzato da iniziative di vari Dicasteri o persone, non
riferite ad un’unica cabina di regia quasi che “la mano destra non
sappia cosa faccia la sinistra”.
Nella comunicazione del MAE si legge, tra
l’altro “i contatti con gli esponenti del Governo dell’India continuano
ad essere molto frequenti., L’inviato ufficiale dottor de Mistura si è
già recato tre volte in India”. “Il Ministro degli Esteri Bonino ha a
sua volta incontrato il Ministro degli Esteri dell’India a Budapest lo
scorso 16 luglio”. “Il Ministro della Difesa On. Mauro si è recato a New Delhi lo scorso 29 luglio in visita privata appositamente per incontrare i due fucilieri”.
Atti ufficiali intervallati da una visita
privata con risultanze non sempre coerenti fra loro. Da una parte
notizie di imminente inizio del dibattimento, di chiusura indagini e
dall’altra la lettera del MAE che informa “……non abbiamo ancora date
certe per l’inizio del processo anche se abbiamo ragione di ritenere che
l’inchiesta condotta dagli inquirenti indiani sia a buon punto ……”.
Infine, una notazione conclusiva nella
stessa missiva che incrementa l’incertezza. “In apertura del processo
……..intendiamo ribadire la richiesta di esercitare la giurisdizione
sull’incidente………….essendosi verificato fuori delle acque territoriali
indiane” e “l’ipotesi dell’arbitrato internazionale, cui Lei fa
riferimento, fu a suo tempo presa in considerazione da parte nostra, ma
poi messa da parte in ragione dei tempi molto lunghi che esso avrebbe
comportato”.
Il primo e forse più importante dubbio
indotto proprio dai dichiarati “tempi lungi” dell’arbitrato,. Secondo
una giurisprudenza consolidata, infatti, l’arbitrato internazionale dal
momento della richiesta si concretizza dopo 60 (sessanta) giorni. Si
sarebbe potuto e dovuto richiedere a decorrere dal 21 marzo e l 'Italia
avrebbe ottenuto obbligatoriamente una decisione entro il 21
maggio. Siamo quasi a tre mesi dopo tale data ed ancora non si conosce
quando e se il processo inizierà.
Un secondo dubbio leggendo un’ANSA nella
quale viene riportata una dichiarazione del Ministro Bonino fatta in
occasione della trasmissione televisiva “Uno mattina”, "Obiettivo del
governo, mio e del ministro Mauro è riportarli a casa. Con cocciutaggine
radicale e sano realismo, ce la possiamo fare". "Sulla lentezza della
giustizia indiana non mi pronuncio. Sono italiana e non posso dare
lezioni a nessuno", ha risposto sui tempi per la soluzione del caso dei
due fucilieri, di cui ha sottolineato il comportamento "dignitoso", così
come quello "delle famiglie".
Dichiarazioni sfumate, più affermazioni di principio che riscontro di una realtà oggettiva che colpiscono quando la Signora Ministro parla
di comportamento dignitoso dei due Marò. Una precisazione che lascia
perplessi, forse indotta al Ministro dalle Sue antiche posizioni
antimilitariste che in un contesto di rilevante controversia
internazionale la portano a sottolineare come distinto un comportamento
che rientra nello stile di chi serve in uniforme lo Stato e non la
inducono, invece a ricordare che l’India ha cancellato il diritto di
immunità funzionale a due cittadini italiani, riconosciuto invece dal
diritto pattizio internazionale.
A fronte di queste rassicurazioni i giornali
indiani ci informano che non si farà nessun processo senza l’audizione
degli altri quattro marò che facevano parte del Nucleo Militare di
Protezione a bordo della Lexie. Uniche fonti di riferimento considerato
l’assoluto ed inconcepibile silenzio degli organi di informazione
nazionali impegnati solo a riportare diligentemente le dichiarazioni dei
tre attori principali di questa telenovela, la Bonino, il Ministro
Mauro e l’esempio vivente della mediazione internazionale, il dott de
Mistura.
The Hindu ci dice testualmente “Fishermen’s death: trial of Italian marines to be delayed The
trial of two Italian marines who allegedly killed two fishermen off the
Kerala coast will be delayed as a few foreign witnesses of the case
have not yet appeared before investigators for questioning….” .
In sintesi, il progetto sarà ritardato fino a che gli organi di
investigazione (la NIA) non avranno sentito gli altri testimoni
Il New Indian Express conferma in buona
sostanza la notizia riportata da The Hindu con le stesse
argomentazioni “….ci si muove a passo di lumaca in quanto i cruciali
testimoni italiani nel caso non sono ancora apparsi di fronte alla NIA
per l'interrogatorio” e ci informa che un funzionario del Ministero
degli Esteri indiano abbia detto “……ci vorrà del tempo", indicando un
ritardo nel processo per questo mancato interrogatorio.
Una serie di notizie in contrasto con quanto
affermato dal Ministro degli Esteri su un processo “equo, giusto e
rapido” che si sarebbe dovuto celebrare a luglio, assolutamente diverse
da quanto ci ha raccontato il dott de Mistura quando dopo l’ultima
recente missione in India, fatto salvo ogni possibile errore di memoria,
ci ha informato di indagini concluse dalla NIA e dell’inizio del
processo ad agosto. Lo stesso che l’11 marzo ci disse attraverso l’AGI
che l’Italia avrebbe ricorso all’arbitrato internazionale e che
il Ministro Mauro ha definito un’eccellenza della diplomazia italiana e
nella gestione delle mediazioni internazionali.
L’inviato speciale che prima come
Sottosegretario agli Esteri, poi come Vice Ministro ed ora come
Commissario Straordinario del Governo, in più di 520 giorni dall’inizio
del Suo impegno per la soluzione della vicenda dei due Marò ha ottenuto
un ennesimo risultato significativo : un
ulteriore irrigidimento da parte indiana, peraltro su un aspetto
difficilmente aggirabile in quanto, come risulterebbe, un diritto della
NIA previsto dal Codice di Procedura indiano.
Questo
il Ministro degli Esteri non ce lo dice, preferisce parlare di lentezza
della giustizia indiana e di lunghezza della durata degli arbitrati
internazionali, a fronte invece di una realtà ben diversa che induce a
pensare, conoscendo da tempo la correttezza intellettuale del Ministro
Bonino, che forse nello specifico il flusso delle informazioni a Lei
dovute è frammentario ed interpretato.
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