«Siamo contenti del ritorno di Massimiliano Latorre, ma dobbiamo
risolvere complessivamente la questione dei nostri due fucilieri di
Marina. La posizione del governo non cambia: erano in missione e per
questo restano coperti da immunità funzionale»: il realismo del ministro
della Difesa Roberta Pinotti raffredda gli entusiasmi di tanti
esponenti del governo, a partire dal presidente del Consiglio Matteo
Renzi, dopo la concessione al marò tarantino di un permesso temporaneo.
La Pinotti è stata ieri nel Sacrario d'Oltremare di Bari e al termine
della cerimonia, tenuta a pochi passi dalla casa di Salvatore Girone, ha
fatto prima il punto sulla querelle diplomatica e giudiziaria con
l'India.
Ministro Pinotti, in un tweet dopo l'ordinanza della Corte Suprema,
il premier Renzi ha annunciato una «collaborazione con la Giustizia
indiana». Sarà riconosciuta la giurisdizione di Nuova Delhi?
«Non abbiamo modificato l'impianto che abbiamo sempre sostenuto. I
marò, i nostri due fucilieri Latorre e Girone, erano in missione per
l'Italia e come tutti i militari in missione sono coperti da immunità
funzionale».
A cosa si riferiva il presidente del Consiglio?
«La collaborazione consiste nel riconoscere che la Corte Suprema si è
riunita in tempo brevissimo dopo la presentazione della nostra istanza e
ha dato un giudizio positivo. È un segnale ma questo non cambia i
termini della contesa. Abbiamo voluto sottolineare un gesto di
sensibilità».
Le prossime mosse?
«Il giorno in cui la Corte si è espressa su Latorre, ho chiamato
Salvatore Girone. Ho sentito in queste ore anche la famiglia del
militare barese. C'è stata un’emergenza legata alla salute, e abbiamo
trovato una disponibilità del governo indiano. Dopo questa apertura
vorremmo risolvere la querelle nell'intero complesso».
La strategia del governo?
«Non parlare troppo del caso, perché non è utile commentare i diversi
passaggi. Lavoriamo incessantemente perché si possa trovare una
soluzione».
Sul tavolo della Nato ci sono varie opzioni per le crisi in Medio Oriente.
«C'è stato un momento in cui nell'Alleanza Atlantica si discuteva
soltanto del tema dell'Est e della crisi Ucraina-Russia. L'Italia ha
invece inteso sottolineare il nodo cruciale della formazione di uno
"stato islamico" che ha proprio come base l'idea della "guerra santa"».
Quale ruolo può svolgere l'Europa?
«Il Consiglio Europeo del 15 agosto si è tenuto su forte spinta
dell'Italia: si è deciso che per intervenire sulla situazione
umanitaria, era anche necessario consentire che le persone si
difendessero. Da qui l'ipotesi di armare i curdi, affinché potessero
difendere la popolazione e le minoranze perseguitate. C'è una presa di
consapevolezza della comunità internazionale e siamo disponibili ad
aiutare la coalizione».
Come?
«L'Italia ha degli aerei da rifornimento che sono un bene importante,
non molte nazioni ne dispongono; abbiamo degli addestratori molto abili,
e sempre riconosciuti come capaci di far evolvere le forze armate dei
Paesi dove andiamo ad operare. Stiamo pensando a questo tipo di
interventi».
Che sponde può trovare l'attuale schieramento internazionale?
«Il coinvolgimento degli stati arabi è la mossa giusta: sono i primi ad
essere offesi dall'Isis. Non si tratta di una guerra dell'Occidente
contro l'islam, ma di un conflitto tra chi crede nei diritti umani, dei
popoli e delle minoranze contro chi pensa di fare della "guerra santa",
fondata su un'unica religione, uno strumento di distruzione e morte».
Fonte: http://www.iltempo.it/
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