Mamma
andò a curare i feriti della Folgore chiamata dall' ufficiale medico
Fusarpoli perché le suore del Celio non volevano curare i feriti della
Folgore.
E quando ci fu la ritirata mio padre, prima di andare al nord passò al
Celio e caricò tutti i paracadutisti feriti su dei camion, caricò i
medicinali e mia madre!
Tra i feriti al Celio che ebbero lo stesso trattamento dalle
suore,c'erano anche quelli del Barbarigo. E lei curò anche loro!
Però avrei un piacere da chiederti.
Se mi puoi aiutare.
Tra i ricordi più belli di mamma ci sono proprio i
ragazzi del Barbarigo perché poco dopo fecero tutti quella fine orrenda e
lei se li ricordava uno per uno. Le regalarono il fazzoletto e il
distintivo del Barbarigo e lei li ha sempre conservati come un gioiello
preziosissimo. Però io non so nulla di questo. Lei ne parlava poco come
se volesse conservare quel ricordo preziosissimo in una cassaforte. Mi
diceva che le faceva male al cuore parlare di quei ragazzi perché quando
li salutò, loro sapevano che andavano incontro alla morte. Invece io vorrei
sapere di più..... (La figlia).
Il Corpo Femminile Volontario per i Servizi Ausiliari delle Forze Armate Repubblicane, meglio noto come Servizio Ausiliario Femminile (SAF) è stato un corpo femminile delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, le cui componenti, tutte volontarie, sono comunemente indicate come ausiliarie.
Il Servizio Ausiliario Femminile venne istituito il 18 aprile 1944 con il decreto ministeriale n. 447, come supporto allo sforzo bellico. Il comando fu affidato al generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli,
già ispettrice nazionale dei Fasci di Combattimento Femminili. Per
quanto riguarda il reclutamento e l'addestramento il SAF era posto alle
dipendenze della Direzione del Partito Fascista Repubblicano per tramite
di un Comando Generale del Servizio Ausiliario, ed era articolato su
Comandi Provinciali e di Gruppo. Il Comando Generale del corpo sarà
posto prima a Venezia e poi, dal 1945, a Como.
Al termine dei corsi di formazione le ausiliarie prestavano
giuramento secondo la formula delle FF.AA.RR., e venivano considerate
personale militarizzato con la qualifica di volontarie di guerra.
Per l'impiego operativo le ausiliarie erano poste alle dipendenze dei
comandi delle Forze Armate Repubblicane o della Guardia Nazionale
Repubblicana presso i quali prestavano servizio.
Sempre appartenenti al SAF erano le Infermiere Ausiliarie inquadrate
nella Croce Rossa repubblicana con l'appellativo di "Sorellina"
(equivalente al grado militare di Sergente). Le sorelline vestivano
l'uniforme delle Infermiere Volontarie (ma in colore azzurro anziché
bianco e con il distintivo del SAF) per le attività ospedaliere, e la
normale uniforme del SAF per gli altri servizi.
L'arruolamento era volontario, ed in totale le donne che si
arruolarono furono circa 6000. L'addestramento del personale venne
curato in 22 corsi provinciali (organizzati tra la primavera e l'autunno del 1944) e 6 corsi nazionali.
E'
scomparsa da
questo mondo terreno. Ha lasciato questa sgangherata Repubblica senza
Patria, ha raggiunto idealmente i cento e cento ragazzi del "Nembo".
ritrovando i loro volti sorridenti, ritrovando una diversa e sognata
Patria non più ingrata e irriconoscibile: ha incontrato i tanti ragazzi
da I,ei curati nelle corsie del Celio. assistiti amorevolmente.
rincuorati. rimessi a nuovo in quella drammatica primavera del 1944.
quando Mariella. crocerossina volontaria. prestava servizio all'ospedale
militare di Roma ed aveva in cura con altre giovani volontarie. i tanti
ragazzi che il fronte di Nettuno le inviava a decine e che le ragazze
rimettevano in condizioni di riprendere a vivere. Chi non ricorda
Mariella la nostra affettuosa infermiera. L'angelo bianco che si
aggirava fra le corsie in mezzo a quella moltitudine dolorante.
cambiando fasciature. rinnovando medicazioni. distribuendo pasticche e
pozioni e con le prestazioni professionali regalava a tutti una parola
d'amicizia. un dovuto ringraziamento. un se uno di solidarietà umana. un
buffetto sulla guancia, una frase scherzosa. una parola
d'incoraggiamento, un semplice aiuto a riprendere a camminare dopo una
ferita. ed un saluto fraterno a coloro che. guariti. lasciavano
l'ospedale per tornare a casa o riprendere il loro posto di combattente e
credente fra i ranghi del "Nembo". quel piccolo reparto schierato sul
fronte della Moletta da febbraio. che avendo dato prove ineccepibili di
valore e di sacrifici perdendo oltre la metà dei suoi effettivi.
In quel momentaneo saluto, c'era anche un po' di Mariella. La sua professionalità e il suo contributo morale la nascita di amicizia e il valore di una scelta - elementi fondamentali della sua popolarità. Il "Nembo'' era entrato in azione nel febbraio. Era in assoluto il primo reparto delle FFAA della RSI a riprendere il posto che competeva agli italiani dopo, il tradimento del settembre 1943. Aveva uno slogan semplice ma efficace: "Per !'Onore d'Italia ". Erano i ragazzi di Rizzatti e di Sala. erano i giovani volontari di Piazza Colonna e di Spoleto, i ragazzi di Pistoia e di D'Abbundo, frementi di entusiasmo e desiderosi di battersi. Al primo attacco, dopo il fatidico 16 febbraio 1944, i 300 erano rimasti in 150. I sei ufficiali ridotti alla metà, 16 i sottufficiali sui 23 iniziali e il battaglione era stato concentrato e strutturato in una sola compagnia: la Nettunia/Nembo. poco più di un centinaio di volontari fra giovani e veterani. Un mese più tardi,. grazie all'afflusso di nuovi volontari. gli effettivi erano risaliti al livello iniziale e sei plotoni d'assalto erano distribuiti fra la Moletta e Bosco dei Pini. Fra i nuovi arrivati. un giovane ufficiale dei reparti giovanili del PFR., Augusto Lucchetti, che, pur di tornare a battersi aveva rinunciato al suo grado e da semplice volontario combatteva per l'Onore. Era l'uomo che il destino aveva scelto per Mariella! AI nord si stava preparando il "Folgore" con oltre 1600 volontari, il nuovo Reggimento che avrebbe raggiunto il leggendario "Nembo" nella primavera. assegnato dalla Storia alla difesa di Roma.
Da febbraio a fine maggio, il "Nembo" rimase in linea, trasformando (la Battaglione a Compagnia e poi ancora in Battaglione ebbe altri caduti, altri feriti, altri complementi: sembrava indistruttibile!
Molti dei nuovi feriti raggiunsero il celio dove trovarono. con Mariella. sorella Giovanna Crespi. Maria Magenta. Mara Maggiora arrivate a dare una mano e curare i tanti feriti, spesso colpiti al capo dai famosi Sniper con Enfield munito di cannocchiale. Lo stillicidio continuò. i caduti raggiunsero i 72 registrati con altri 10 ignoti. 36 i dispersi. 120 i feriti. e fra questi ultimi giunse anche Augusto Lucchetti, ferito al capo da una pallottola impazzita che girò in tondo a all'interno dell'elmetto producendo minuscole fratture. Veniva dal caposaldo di Tor San Lorenzo ed aveva riavuto - doverosamente - il suo grado di sottotenente meritato in battaglia. Si era distinto in combattimento per slancio, abnegazione, esempio, sacrificio. Al Celio lo consegnarono a Mariella che si prodigò per salvarlo e restituirlo alla vita. riuscendoci: "preso in cura". lo rimise ben presto in piedi. con una vistosa fasciatura che lo rendeva simile ad un Siks indiano. malfermo ancora. ma vivo e desideroso di riprendere quanto prima la sua efficienza. Una medaglia d'argento al valor militare, fu il giusto premio al suo valore.
Quando il "Folgore" raggiunse il fronte di Roma, si ebbero altri caduti e molti altri feriti e Mariella non esitò a raggiungere le retrovie per essere più vicina ai feriti negli ospedaletti da campo. incurante dei pericoli. dei bombardamenti dal cielo e le cannonate che arrivavano da terra e dal mare. vivendo pericolosamente - in tende rosso crociate - la cita del soldato. Per questo coraggio spinto sino al pericolo di vita. Mariella Togna ebbe una Medaglia di Bronzo al valore; tu una delle pochissime Ausiliarie della RSI decorata al valore.
Rivide Augusto ritornato al fronte e fra i due nacque un delicato sentimento affettivo. un forte legame chiamato amore sbocciato fra mille pericoli ma saldo. robusto. temprato da una comune volontà a battersi per la giusta causa che avevano entrambi abbracciato.
Negli ultimi scontri di retroguardia, del giugno 1944, il "Nembo" si batteva col consueto slancio e con rinnovato valore. E Augusto Luchetti ebbe ancora occasione per combattere alla disperata quella dura battaglia: si prese un'altra ferita nello zigomo con fuoriuscita dall'orecchio e si meritò un'altra decorazione al valore. una Medaglia di Bronzo al v.m. Ancora una volta Mariella dovette curarlo. ricucirlo e rimetterlo in ordine. Divenne l'ufficiale più ferito e più decorato del Rgt. "Folgore".
AI nord, dopo la battaglia di Roma. il "Nembo" venne rinsanguato con altri volontari e Luchetti ebbe il comando di un plotone col quale combatté in Piemonte contro banditi e fuorilegge politicizzati. Al comando del Battaglione . dopo il Capitano Corradino Alvino, era subentrato il Capitano Luciano Bernardi. - un veterano di Corsica e di Nettuno - e fu lui che guidò il "Nembo" nell'ultima ritirata in Val d'Aosta verso il nemico di sempre. Ancora una volta Mariella seguì le vicende del "Nembo". fino all'ultimo ed ancora una volta Augusto Lucchetti venne ferito (era l'ultimo giorno di guerra) e riconsegnato a Mariella per farsi rabberciare alla meglio. visto che la guerra era ormai finita anche per gli irriducibili paracadutisti della RSI. Gli aspettava di diritto un'altra decorazione. ma ormai non c'era più tempo per simili cerimonie. Li attendevano come perdenti i campi PO W: la patrie galere dove rinchiudere i valorosi per dare spazio alla vigliaccheria.
Poi. finita la burrasca. A u g u s t o Lucchetti e Mariella Togna trovarono il tempo per sposarsi e mettere su famiglia. Era subentrata la pace!
Fu una coppia straordinaria, una unione affettuosa e salda che univa l'amore con la fede. l'affetto con un c o m u n e apprezzabile passato da valorosi. dovere e sacrifici offerti all' Italia, la vera Italia che servimmo senza tentennamenti. oggi sostituita da questa irriconoscente e irriconoscibile repubblica che non poteva nascere che dal disordine e dal veleno sparso a piene mani. Augusto moriva nel 1985 per un male incurabile. Mariella Togna si è spenta il 28 novembre 2006, con accanto figli e nipoti, salutata da un gruppetto di paracadutisti per l'estremo saluto alla voce spettante di diritto ai valorosi soldati. Sul Tricolore la sua medaglia conquistata in guerra, una medaglia preziosa in quanto unica decorazione metallica della RSI, ad integrazione del diploma cartaceo che le venne consegnato con un piccolo nastrino azzurro nel lontano 1944.
In quell'angolo di cielo riservato a Noi. troverà sorridenti, fieri e allineati i Caduti del "Nembo". il suo invitto Battaglione: tanti ragazzi che la saluteranno con un tonante Folgore!
L'abbiamo salutata nel Duomo di Nepi, stringendo al nostro cuore figli e nipoti. Ciao. Mariella!
Inno del Servizio Ausiliario
"Canta giovinezza"- Canta, giovinezza, la canzon del cuore
- presa dall’ebbrezza e da un comune ardore.
- È la Patria amata
- che rinasce alata
- la Patria che di luce splende ancora.
- Noi ci recheremo in guerra
- se la Patria lo vorrà.
- Morirem su nostra terra
- e se l’Italia vice
- bello pur sarà.
- È nata dal dolore
- nel cuore la fiamma ardente
- che le ali ci darà.
- È la nostra prima guerra
- lo giuriam, si vincerà!
Fonte: archive.today/ZIxh8