lunedì 5 gennaio 2015

#Marò in India: Lettera aperta a Matteo Renzi, di Giovanni Sergi

Egregio Presidente del Consiglio, 

Egregio Presidente non eletto per Mia libera scelta o libera scelta di un Popolo che “fu Sovrano”, ma eletto, da un Gruppo di persone che, per motivi a Noi sconosciuti, hanno condiviso la Sua ascesa al Palazzo, con un Governo che non mi rappresenta. Un Governo, che non tutela e non salvaguarda il benessere economico, lavorativo, fisico e psichico del Mio Popolo, del Popolo ITALIANO. 

Un Governo, che con arroganza, ha messo in ginocchio un'intera Nazione che vive ogni giorno, il peso di un dissesto sociale, organizzativo ed economico che non condivide, che non ha voluto, ma soprattutto, che non ha creato. L'Italia è un paese strano, dove chi governa, si preoccupa di sostentare gli sfortunati profughi/clandestini, mentre rimangono inascoltate le grida, le urla, le richieste di aiuto degli Italiani e di chi, come ultimo gesto e nel completo disinteresse di chi, dovrebbe essere la “Voce di un Popolo”, si è tolto la vita. Qualcuno, probabilmente anche Lei, Egregio Presidente del Consiglio, avrà giustificato queste morti, come “effetti collaterali”, nel raggiungere un collettivo benessere futuro, ma che a tutt'oggi è assolutamente incerto. Anzi, un futuro poco probabile per gli Italiani, ma un benessere certo per chi come Lei, abusa di un potere che non Le è stato dal Popolo assegnato. 

Questa gente, questo popolo, questi “comuni mortali”, rispetto alle cariche da Lei ricoperte, il mio popolo, in quanto io ITALIANO, con grande amarezza, con grande rancore ma anche con grande e civile dignità, denuncia un degrado culturale, morale, sociale, istituzionale ed economico in costante aumento. Una Nazione che, ha visto denigrare la Propria Polizia, i Propri Carabinieri, le Proprie Forze dell'Ordine tutte e le Proprie Forze Armate. 

Vorrei dilungarmi sulla vicenda Marò, per rispondere alle parole da Lei dette e che i giornali e le TV nazionali hanno riportato: “...NON RESTA CHE SPERARE IN UN ATTO DI BENEVOLENZA DEL GOVERNO INDIANO...", ma il buon senso e l'estrema educazione che La Famiglia e la Cultura acquisita mi hanno trasmesso, mi vietano di dirLe ciò che penso. Servono ancora altre conferme agli Italiani, per comprendere l'interesse dedicato da Lei, Dott. Renzi, da Lei, Egregio Presidente del Consiglio, sulla vicenda Marò e sulle sorti dell'Italia e di quel Popolo Italiano che stà morendo? Ricordo a Lei Dott. Renzi, a Lei, Egregio Presidente del Consiglio, che gli appartenenti alle Forze dell'Ordine ed alle Forze Armate TUTTE , sono in primis persone e cittadini. Uomini e donne in divisa che, vivono e condividono con Noi e forse più di Noi, le estreme contraddizioni del Nostro paese e del Nostro Governo e gli attuali e paradossali eventi e disagi che li vedono involontari protagonisti. Vorrei che in Italia, in tutto il Mio Paese, gli stessi appartenenti a tali Forze, stringessero la mano ai Cittadini e con i Cittadini e con un Popolo ormai stanco, unirsi in un naturale quanto normale, civile e silenzioso corteo di dissenso, verso il Suo operato Egregio Dott. Renzi e dell'operato del Governo tutto.

Vorrei che il Mio Capo del Governo, parlasse in Italiano, pensasse in Italiano ma soprattutto, che il Mio Governo pensasse al POPOLO ITALIANO. La rassegnazione Egregio Presidente è una gran brutta cosa e non produce mai nulla di buono. Avere un esempio dall’alto sarebbe di grande aiuto per tutti, uno stimolo forte per migliorare questo paese e c’è bisogno Egregio Presidente, che qualcuno dia questo esempio.

Fu il Generale e Prefetto Italiano, Carlo Alberto Dalla Chiesa che disse:“...ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno, per poter continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli...”.

Consapevole di ciò, La Ringrazio per l'ascolto, Le porgo i più cordiali saluti e Le auguro di poter guardare negli occhi i Suoi Figli e passare così, le stesse tranquille notti che, il Popolo Italiano tutto e le Famiglie dei Nostri Fucilieri di Marina, passeranno grazie alla Sua attiva collaborazione.
La Voce di Nessuno...

Giovanni Sergi

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