Il 24 settembre, Mario Draghi, governatore di BCE e primo artefice delle politiche volte allo smantellamento della democrazia in Europa, dichiarava quanto segue: “In Eurozona non c’è rischio deflazione”.
Draghi, ancora tre mesi fa, dunque negava
apertamente l’evidenza ed, in manifesta malafede, ribadiva che
l’austerità non avrebbe portato l’Europa in deflazione. In
realtà è ovvio, come era ovvio tre mesi fa, che la deflazione arriverà
ovunque in Europa e, dove già c’è, aumenterà esponenzialmente.
Siamo, infatti, in una situazione di palese rarefazione monetaria,
causata dalle politiche recessive che vengono imposte ad oltranza alle
nazioni (si tassa più di quanto si spende). Manca moneta (che
ricordiamolo: si crea dal nulla senza alcuna contropartita), serve più
spesa, ma invece che immetterla si fa l’esatto opposto. Questo per
l’ormai acclarato disegno criminoso di utilizzare la crisi come leva per
cancellare le sovranità nazionali di ogni singolo paese UE.
Proprio nella giornata di ieri
abbiamo avuto la più clamorosa delle conferme della piena e totale
veridicità di quanto andiamo affermando da tempo (quando uso il plurale mi riferisco in particolare agli amici di www.riscossaitaliana.it ed
a tutti i critici di questa dittatura finanziaria). Per arrivare a
queste conclusioni non serviva un genio economico, serviva semplicemente
buona fede. Ebbene a quale notizia mi riferisco? Quella sul
dato della deflazione in Spagna, rappresentata come qualcosa di
stupefacente dai media, quando che era largamente prevedibile alla luce
delle misure economiche contrarie agli interessi nazionali prese dal
paese. A dicembre l’inflazione è calata ancora più
violentemente che nei mesi precedenti, stavolta arrivando addirittura ad
una contrazione del 1,1%.
La deflazione in Spagna è anche
la diretta e più prevedibile delle conseguenze causate dalle riforme del
mercato del lavoro imposte dalla Troika nel paese che ovviamente avevano,
dietro la facciata di creare occupazione, il solo ed unico scopo di
svalutare i salari. L’hanno chiamata deregolamentazione del mercato del
lavoro presupponendo (meglio raccontandoci di presupporre) che la
disoccupazione fosse la conseguenza della rigidità del mercato del
lavoro quando è la conseguenza della distruzione della domanda interna.
A questo punto posso lanciarmi in
una profezia incredibile, dopo la riforma del lavoro di Renzi, anche
l’Italia vivrà una violentissima spinta deflattiva. Appena accadrà non considerate chi scrive un mago, ma prendetevela con la malafede del nostro Governo, è molto più realistico.
Per uscire da questa incredibile
situazione di crisi economica, e conseguentemente di crisi
occupazionale, servirebbe molta più inflazione e dunque è
manifesto che a noi come alla Spagna servirebbe più moneta in
circolazione con conseguente aumento della domanda interna. In
definitiva l’adozione di politiche espansive e non di austerità. E non
chiedetevi da dove prendere i soldi? Quelli si stampano! In deflazione
si devono stampare!
Insomma quando Draghi ci rassicura
falsamente, come faceva tre mesi or sono, è solo ed esclusivamente per
prendere tempo in attesa che la catastrofe si compia e la democrazia
soccomba ai nuovi rapporti di forza internazionali.
Speriamo che anche in Spagna qualcuno si
cominci a svegliare. Hanno seguito la Troika e la situazione è
peggiorata. Avevamo già visto gli effetti dell’austerità espansiva in
Grecia: da quando hanno salvato il paese ogni dato macroeconomico è
peggiorato. Bel salvataggio…
Questo primo articolo del 2015 non è
incoraggiante, ma è l’ideale per iniziare un nuovo anno all’insegna del
risveglio. Dipende solo da noi. Se ci prendono in giro è solo perché lo
permettiamo.
Fonte: www.studiolegalemarcomori.it
http://scenarieconomici.it/
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