venerdì 9 gennaio 2015

#Marò in India: La Nia sfida l'ONU, l'UE e lo Stato Italiano.



Il quotidiano The Economic Times ripropone oggi la tesi della Nia secondo cui i due Fucilieri di Marina spararono  premeditatamente contro il peschereccio St.Antony, uccidendo due pescatori.
L'Agenzia di investigazioni (Nia) sostiene di avere le prove che i Fucilieri utilizzarono una forza letale senza provocazione alcuna e che essi non avevano ragioni per ritenere che l'unita' che si stava avvicinando a loro avesse pirati a bordo.Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno commesso un omicidio indiscutibile. Hanno sparato contro un peschereccio senza alcuna provocazione e senza alcuna reale indicazione che si trattasse di una unita' di pirati (https://www.facebook.com/ansa.newdelhi?fref=photo).
Fotografia elaborata da Claudio Alibrandi
E' ormai dai tempi dell'inviato speciale del Ministero degli Esteri, il Sottosegretario Staffan De Mistura, che l'Agenzia Antiterrorismo Indiana prova a formulare il suo impianto accusatorio, che a parere dello scrivente è già nel cassetto pronto ad essere utilizzato nel momento più opportuno. 
Infatti ora che i medici di Latorre stanno per divulgare il loro bollettino medico chiedendo una proroga di qualche settimana al rientro del Fuciliere in India, magicamente la Nia riappare sulla scena delle indagini, anche se fino allo scorso mese la sua presenza, come volevano farci credere, era solo mera formalità da registrare in cancelleria. 

Quando Latorre e Girone vennero rimpatriati due volte (Natale 2012 e Febbraio/Marzo 2013) l'Italia firmo due affidavit e lasciò una cauzione come garanzia del loro rientro in India, così come per il permesso di Latorre per i quattro mese di convalescenza dopo che alla fine di Agosto venne colpito da un ictus. I nostri Governanti invece per l'esclusione della pena di morte e quindi delle indagini della Nia, si sono fidati sulla parola, senza un documento scritto continuando così a ribadire la loro giurisdizione e rischiando pure la condanna a morte dei due miliari.

Insomma, nonostante la giurisdizione esclusiva italiana; nonostante abbiamo le prove documentali che la sparatoria in cui muoiono i due pescatori avviene alle 21:30, ben cinque ore dopo l’incidente della Lexie; nonostante abbiamo anche le prove che le autorità indiane “decretarono” la colpevolezza italiana già il giorno 16 successivo ai fatti ignorando l’orario vero della sparatoria di cui erano a conoscenza, e le prove di una serie incredibile di magagne giudiziarie che trovano spiegazione solo con la necessità di compiacere le decisioni politiche prese il giorno 16, nessuno spiega perché non facciamo valere i nostri diritti, perché non tentiamo di coinvolgere le Organizzazioni internazionali che hanno voluto la lotta alla pirateria marittima.
Ad avvalorare la tesi indiane, ancora prima che i capi d'accusa vengano presentati, ci si mette pure "mamma Rai" che non perde occasioni ormai da tre anni di ribadire a priori la colpevolezza dei nostri due connazionali.

Un Oltim'ora di Televideo delle 14.47 di Giovedì 8 Gennaio la nota presenta questa dicitura:
"Marò Lascia Ospedade, va altra struttura"
Il marò Massimiliano Latorre ha lasciato il Policlinico di San Donato "per essere trasferito in un'altra struttura dove sarà sottoposto a follow up neurologico". Così la Direzione Sanitaria.
Il 5 Gennaio era stato operato per un'anomalia cardiaca. Per il quotidiano indiano The Indu, la Corte Suprema Indiana sarebbe disponibile a discutere l'eventualità di una proroga al permesso di restare in Italia per cure mediche, concesso al marò italiano coinvolto nella morte di due pescatori nel Kerala. L'udienza fissata dalla Corte si terrà il 12 Gennaio.
E la farsa continua.......

Nicola Marenzi



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