sabato 17 gennaio 2015

Blog e Testate giornalistiche: siamo davvero un problema? di Andrea Lenoci

Il termine blog deriva da web log ossia "traccia su rete". In particolare questa parola è costituita dal termine "web" cioè Rete e il termine "log", ossia un  software che tiene traccia degli accessi. La versione tronca Blog fu coniata da Peter Merholz nel 1999, intitolando il suo sito "we blog" e dando origine al verbo "to blog".

Il fenomeno, spopolato in America, divenne famoso in Italia nel 2001, con la nascita di alcuni servizi gratuiti dedicati alla gestione dei blog, che non citiamo per evitare pubblicità di uno piuttosto che di un altro. Ma un blog è molto di più.
È un luogo di interazione, un posto in cui ci si può unire virtualmente ad altre persone, esprimendo le proprie idee, le opinioni e le considerazioni, con la creatività che fa la differenza tra i vari blogger. Un luogo in cui, chi interagisce può, a sua volta, rivolgere dei commenti al blogger o ad un determinato articolo, meglio denominato "post": commenti che possono fornire consigli o suggerimenti, critiche o apprezzamenti, pareri insomma eterogenei che spingono quindi anche gli utenti finali ad essere creativi, liberi e soprattutto spontanei.

Un blog è costituito quindi da un frontend e da un backend; con il primo si intende la visualizzazione pubblica dei contenuti, i quali vengono proposti agli utenti con un'interfaccia grafica, quale massima espressione della creatività del webmaster che la assembla, tale da consentire una piacevole lettura e una facile interazione; il lato backend invece, è l'interfaccia amministratore del sito, ossia un software che permette al blogger di inserire e personalizzare i contenuti, anche con l'aggiunta di media (foto, video o altri contenuti multimediali).

Ulteriore distinzione è possibile farla tra un servizio di blog gratuito e un dominio fissato su un hosting privato. Il primo consente al blogger di ottenere il software di cui ha bisogno senza alcun costo: tuttavia ciò comporta l'utilizzo esclusivamente dei servizi forniti dal provider cui ci si affida ed inoltre, in questo caso il nostro dominio sarà cosiddetto di terze parti (esempio http://mioblog.fornitoredelservizio.it). Il secondo invece, previo pagamento di un hosting che, senza scendere nei dettagli può avere costi che partono da 30€ circa annuali a salire, consente di avere un dominio scelto dal blogger e ad egli dedicato ed intestato (esempio http://www.ilmioblog.it); in questo caso il blogger potrà scegliere anche il tipo di software da utilizzare (il più famoso è completamente gratuito è Wordpress) e i template, ossia le interfacce grafiche, da utilizzare. Tuttavia quest'ultima scelta prevede migliori conoscenze informatiche per la personalizzazione del blog secondo le esigenze del suo creatore.

Detto ciò appare evidente quindi la differenza tra un blog e una testata giornalistica online e, di conseguenza, anche la differenza tra blogger e giornalista. Un blog è un luogo, virtuale o telematico, nel quale il blogger esprime le proprie idee senza che vi sia una verifica preventiva sulla provenienza ed un riscontro di veridicità su quanto scritto. Diversa è la figura dei giornali, in qualunque modo siano pubblicati (Internet, Tv o radio); questi, raccolgono una selezione operata dal giornalista che ricopre la figura di Direttore Responsabile, delle informazioni che quest'ultimo ritiene interessanti per l'utente al quale il servizio si rivolge. In questo caso tutte le informazioni/notizie devono essere preventivamente verificate nella loro veridicità ed inoltre, la loro divulgazione non deve essere contraria alle norme civili e penali vigenti.

La natura di siffatta differenza è da attribuirsi alla pubblicità del servizio, ossia alla moltitudine di persone cui il servizio è diretto. Un giornale sarà necessariamente ritenuto più attendibile rispetto ad un blog, anche se paradossalmente, in molti casi accade esattamente il contrario: pur rappresentando infatti, la previsione legislativa secondo cui le notizie devono essere preventivamente verificate, la discrezionalità di scelta del Direttore Responsabile circa i contenuti da pubblicare, può indirizzare quella testata in un senso piuttosto che in un altro, rendendo edotto il proprio lettore di alcuni eventi e tenendolo all'oscuro di altri.

Nonostante la nostra disamina, il problema blog/testata si trascina ormai da tempo, nonostante ci siano stati anche autorevoli interventi in merito. Taluni attribuivano l'annoso problema ad una questione di responsabilità: ciò non è assolutamente vero, in quanto nel caso di testata giornalistica, il responsabile di illeciti civili o di reati penali è da individuarsi nella persona che ricopre il ruolo di Direttore Responsabile; nel caso di un blog, le responsabilità ricadranno sul blogger che sarà in ogni caso perseguibile per quanto scritto. A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, il blogger che offende l'onore e il decoro di tizio è perseguibile penalmente per il reato di diffamazione aggravata (art. 595 c. 1 - 3 Codice Penale che recita: Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032 ...omissis... Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516). Va da se che, considerando internet come mezzo di pubblicità, la sua responsabilità è aggravata dalla portata di utenti cui sono esposte le frasi diffamatorie.

Invero la realtà è una: giornalisti ed ovviamente l'Ordine dei Giornalisti ritengono i blog dannosi per la loro attività; ma il motivo è che la gratuità di fruizione del servizio degli ormai migliaia di blog presenti in Italia, diminuisce il pubblico pagante delle testate cartacee e online. Se l'utente trova le stesse notizie gratis, ovviamente non compra il giornale. Il resto sono scuse.

I giornalisti di oggi si pongono quasi tutti la stessa domanda: perché uno che non ha una formazione può esercitare lo stesso diritto del giornalista che invece si è laureato per far ciò? Bene, se io fossi giornalista mi porrei questa domanda: se uno che non ha nessuna formazione nel settore fa più lettori di me, qual è la qualità del giornale per cui scrivo?

Resta comunque comprensibile la preoccupazione degli editori che subiscono un decremento allarmante dei lettori sempre più rilevante; ma, secondo me, le soluzioni vanno cercate nell'approccio mediatico all'utente e non in una continua lotta persecutoria nei confronti del blogger, che continua gratuitamente ad esprimere le proprie idee su un diario interattivo.

Tralasciando ora le questioni morali e le prese di posizione degli uni e degli altri, ribadiamo ancora una volta che il Blog è un diario personale che, pur riportando notizie su eventi accaduti, alla stregua di una testata giornalistica, è caratterizzato dalla personale opinione del blogger e dei suoi lettori che esprimono commenti in tal senso. La differenza infatti va rinvenuta proprio nella nostra Carta Costituzionale: mentre le testate giornalistiche sono disciplinate dalla "libertà di stampa", i blog rientrano nella più comune espressione di manifestazione del pensiero sancita dall'art. 21 comma 1 della Costituzione. Riassumendo, il tentativo del giornalista medio di sopprimere i blog con una legge tagliola, non è altro che sintomo di una censura vera e propria che permetterebbe loro di evitare una competizione a costo zero! Per concludere, ricordo che anche la Corte di Cassazione si è espressa in tal senso, con la seguente sentenza:
Corte di Cassazione – III Sezione Penale – Sentenza del 10 Marzo 2009 n. 10535


Un forum online, per la Cassazione, “non rientra nella più specifica disciplina della libertà di stampa, ma solo in quella più generale di libertà di manifestazione del proprio pensiero di cui all’art. 21, comma 1, Cost.”, di conseguenza non è assimilabile a una testata giornalistica e non è soggetto agli obblighi e alle tutele previste dalla legge sulla stampa.

Si tratta quindi di una semplice area di discussione, dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum, ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole ed agli obblighi cui è soggetta la stampa (quale quello di indicazione di un direttore responsabile o di registrazione) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che l’art. 21, comma 3, Cost. riserva soltanto alla stampa, sia pure latamente intesa, ma non genericamente a qualsiasi mezzo e strumento con cui è possibile manifestare il proprio pensiero.
Pur vivendo in una Repubblica democratica, talvolta il pensiero di uno o di un'intera categoria, tende a comprimere (o a chiedere una sorta di compressione di) alcuni diritti costituzionalmente garantiti: il blogger invece andrebbe elogiato per un'attività che, pur se fatta per hobby o passatempo, di fatto consente ad una moltitudine di persone di trovare informazioni, notizie ed approfondimenti, non altrimenti rinvenibili in nessun luogo: e questo mantenendo un costo zero per l'utente finale a discapito di una mancata retribuzione di un servizio comunque reso dal blogger alla collettività.
Andrea Lenoci

1 commento:

  1. Condivido il pensiero di Andrea, non servono laurea, diplomi o attestati per fare qualsiasi genere di lavoro ma intelligenza, umiltà e consapevolezza.

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