Il termine blog deriva da web log ossia "traccia su rete". In particolare questa parola è costituita dal termine "web" cioè Rete e il termine "log", ossia un software che tiene traccia degli accessi. La versione tronca Blog fu coniata da Peter Merholz nel 1999, intitolando il suo sito "we blog" e dando origine al verbo "to blog".
Il
fenomeno, spopolato in America, divenne famoso in Italia nel 2001, con
la nascita di alcuni servizi gratuiti dedicati alla gestione dei blog,
che non citiamo per evitare pubblicità di uno piuttosto che di un
altro. Ma un blog è molto di più.
È
un luogo di interazione, un posto in cui ci si può unire virtualmente
ad altre persone, esprimendo le proprie idee, le opinioni e le
considerazioni, con la creatività che fa la differenza tra i vari
blogger. Un
luogo in cui, chi interagisce può, a sua volta, rivolgere dei commenti
al blogger o ad un determinato articolo, meglio denominato "post":
commenti che possono fornire consigli o suggerimenti, critiche o
apprezzamenti, pareri insomma eterogenei che spingono quindi anche gli
utenti finali ad essere creativi, liberi e soprattutto spontanei.
Un
blog è costituito quindi da un frontend e da un backend; con il primo
si intende la visualizzazione pubblica dei contenuti, i quali vengono
proposti agli utenti con un'interfaccia grafica, quale massima
espressione della creatività del webmaster che la assembla, tale da
consentire una piacevole lettura e una facile interazione; il lato
backend invece, è l'interfaccia amministratore del sito, ossia un
software che permette al blogger di inserire e personalizzare i
contenuti, anche con l'aggiunta di media (foto, video o altri contenuti
multimediali).
Ulteriore
distinzione è possibile farla tra un servizio di blog gratuito e un
dominio fissato su un hosting privato. Il primo consente al blogger di
ottenere il software di cui ha bisogno senza alcun costo: tuttavia ciò
comporta l'utilizzo esclusivamente dei servizi forniti dal provider cui
ci si affida ed inoltre, in questo caso il nostro dominio sarà
cosiddetto di terze parti (esempio
http://mioblog.fornitoredelservizio.it). Il secondo invece, previo
pagamento di un hosting che, senza scendere nei dettagli può avere costi
che partono da 30€ circa annuali a salire, consente di avere un dominio
scelto dal blogger e ad egli dedicato ed intestato (esempio
http://www.ilmioblog.it); in questo caso il blogger potrà scegliere
anche il tipo di software da utilizzare (il più famoso è completamente
gratuito è Wordpress) e i template, ossia le interfacce grafiche, da
utilizzare. Tuttavia quest'ultima scelta prevede migliori conoscenze
informatiche per la personalizzazione del blog secondo le esigenze del
suo creatore.
Detto
ciò appare evidente quindi la differenza tra un blog e una testata
giornalistica online e, di conseguenza, anche la differenza tra blogger e
giornalista. Un
blog è un luogo, virtuale o telematico, nel quale il blogger esprime le
proprie idee senza che vi sia una verifica preventiva sulla provenienza
ed un riscontro di veridicità su quanto scritto. Diversa è la figura
dei giornali, in qualunque modo siano pubblicati (Internet, Tv o radio);
questi, raccolgono una selezione operata dal giornalista che ricopre la
figura di Direttore Responsabile, delle informazioni che quest'ultimo
ritiene interessanti per l'utente al quale il servizio si rivolge. In
questo caso tutte le informazioni/notizie devono essere preventivamente
verificate nella loro veridicità ed inoltre, la loro divulgazione non
deve essere contraria alle norme civili e penali vigenti.
La
natura di siffatta differenza è da attribuirsi alla pubblicità del
servizio, ossia alla moltitudine di persone cui il servizio è diretto.
Un giornale sarà necessariamente ritenuto più attendibile rispetto ad un
blog, anche se paradossalmente, in molti casi accade esattamente il
contrario: pur rappresentando infatti, la previsione legislativa secondo
cui le notizie devono essere preventivamente verificate, la
discrezionalità di scelta del Direttore Responsabile circa i contenuti
da pubblicare, può indirizzare quella testata in un senso piuttosto che
in un altro, rendendo edotto il proprio lettore di alcuni eventi e
tenendolo all'oscuro di altri.
Nonostante
la nostra disamina, il problema blog/testata si trascina ormai da
tempo, nonostante ci siano stati anche autorevoli interventi in merito.
Taluni attribuivano l'annoso problema ad una questione di
responsabilità: ciò non è assolutamente vero, in quanto nel caso di
testata giornalistica, il responsabile di illeciti civili o di reati
penali è da individuarsi nella persona che ricopre il ruolo di Direttore
Responsabile; nel caso di un blog, le responsabilità ricadranno sul
blogger che sarà in ogni caso perseguibile per quanto scritto. A titolo
meramente esemplificativo e non esaustivo, il blogger che offende
l'onore e il decoro di tizio è perseguibile penalmente per il reato di
diffamazione aggravata (art. 595 c. 1 - 3 Codice Penale che recita: Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032 ...omissis... Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516).
Va da se che, considerando internet come mezzo di pubblicità, la sua
responsabilità è aggravata dalla portata di utenti cui sono esposte le
frasi diffamatorie.
Invero
la realtà è una: giornalisti ed ovviamente l'Ordine dei Giornalisti
ritengono i blog dannosi per la loro attività; ma il motivo è che la
gratuità di fruizione del servizio degli ormai migliaia di blog presenti
in Italia, diminuisce il pubblico pagante delle testate cartacee e
online. Se l'utente trova le stesse notizie gratis, ovviamente non compra il giornale. Il resto sono scuse.
I
giornalisti di oggi si pongono quasi tutti la stessa domanda: perché
uno che non ha una formazione può esercitare lo stesso diritto del
giornalista che invece si è laureato per far ciò? Bene, se io fossi
giornalista mi porrei questa domanda: se uno che non ha nessuna
formazione nel settore fa più lettori di me, qual è la qualità del
giornale per cui scrivo?
Resta
comunque comprensibile la preoccupazione degli editori che subiscono un
decremento allarmante dei lettori sempre più rilevante; ma, secondo me,
le soluzioni vanno cercate nell'approccio mediatico all'utente e non in
una continua lotta persecutoria nei confronti del blogger, che continua
gratuitamente ad esprimere le proprie idee su un diario interattivo.
Tralasciando
ora le questioni morali e le prese di posizione degli uni e degli
altri, ribadiamo ancora una volta che il Blog è un diario personale che,
pur riportando notizie su eventi accaduti, alla stregua di una testata
giornalistica, è caratterizzato dalla personale opinione del blogger e
dei suoi lettori che esprimono commenti in tal senso. La differenza
infatti va rinvenuta proprio nella nostra Carta Costituzionale: mentre
le testate giornalistiche sono disciplinate dalla "libertà di stampa", i
blog rientrano nella più comune espressione di manifestazione del
pensiero sancita dall'art. 21 comma 1 della Costituzione. Riassumendo,
il tentativo del giornalista medio di sopprimere i blog con una legge
tagliola, non è altro che sintomo di una censura vera e propria che
permetterebbe loro di evitare una competizione a costo zero! Per
concludere, ricordo che anche la Corte di Cassazione si è espressa in
tal senso, con la seguente sentenza:
Corte di Cassazione – III Sezione Penale – Sentenza del 10 Marzo 2009 n. 10535
Un forum online, per la Cassazione, “non rientra nella più specifica disciplina della libertà di stampa, ma solo in quella più generale di libertà di manifestazione del proprio pensiero di cui all’art. 21, comma 1, Cost.”, di conseguenza non è assimilabile a una testata giornalistica e non è soggetto agli obblighi e alle tutele previste dalla legge sulla stampa.
Si tratta quindi di una semplice area di discussione, dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum, ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole ed agli obblighi cui è soggetta la stampa (quale quello di indicazione di un direttore responsabile o di registrazione) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che l’art. 21, comma 3, Cost. riserva soltanto alla stampa, sia pure latamente intesa, ma non genericamente a qualsiasi mezzo e strumento con cui è possibile manifestare il proprio pensiero.
Pur
vivendo in una Repubblica democratica, talvolta il pensiero di uno o di
un'intera categoria, tende a comprimere (o a chiedere una sorta di
compressione di) alcuni diritti costituzionalmente garantiti: il blogger
invece andrebbe elogiato per un'attività che, pur se fatta per hobby o
passatempo, di fatto consente ad una moltitudine di persone di trovare
informazioni, notizie ed approfondimenti, non altrimenti rinvenibili in
nessun luogo: e questo mantenendo un costo zero per l'utente finale a
discapito di una mancata retribuzione di un servizio comunque reso dal
blogger alla collettività.
Andrea Lenoci
Condivido il pensiero di Andrea, non servono laurea, diplomi o attestati per fare qualsiasi genere di lavoro ma intelligenza, umiltà e consapevolezza.
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