«Da
Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è
scesa attraverso il continente», così Churchill sentenziò in un discorso
tenuto al Westmister College di Fulton, nel Missouri, il 5 marzo del
1946, alla presenza di Henry Truman, Presidente degli Stati Uniti.
Anche
se l'espressione «cortina di ferro» era farina del sacco di
Goebbels, il suddetto discorso di Churchill ben delineava ciò che
sarebbe successo sia nel teatro eurocentrico sia su scala planetaria
a causa delle tensioni fra Mosca e Washington; la «cortina di
ferro», quale linea di separazione e di confronto fra i due blocchi
Est-Ovest, entrò nel gergo comune e rappresentò per mezzo secolo,
nel mondo della civiltà Occidentale, il confine, il limes fra
mondo libero e mondo oppresso.
Oggi,
invece, ciò che ora separa la comunità Occidentale dagli stati
accentrati e centralizzati - descriverli solo come autoritari sarebbe
eccessivamente esemplificativo - è una Cortina di Silicio.
Laddove arriva la
“libera”
(per li meno formalmente) cybercomunity,
internet, il web,
la rete, insomma, laddove la capacità di comunicazione intra persone
non è regolata in compartimenti stagni, come è tipico di quei paesi
dove vige un forte esercizio della polizia politica; laddove v'è
strumenti e strumentazione per la comunicazione telematica; laddove
arrivano i social
network,
in definitiva, si trova la frontiera fra stato continentale e
potenza talassocratica, per usare termini cari a Carl Schmitt.
Nato
come sistema (con il nome di ARPAnet) per le
comunicazioni telematiche fra i vari quartier generali NATO durante
la Guerra Fredda nell'ottica di coordinazione della difesa in caso di
attacco nucleare, caduto il Muro di Berlino, internet è stato reso
pubblico ad uso civile nell'ottica di un sistema di comunicazione di
massa a livello planetario negli anni '90. Ad oggi, da un punto di
vista geostrategico, è un potente veicolo di PsyOPS,
di propaganda laddove si vuol destabilizzare uno
stato nemico. La congiunzione fra smartphone e social
network, l'avanzare della tecnologia delle telecomunicazioni, ha
reso possibile il passaggio di informazioni (sensibili o meno)
insomma, la comunicazione mobile difficilmente
intercettabile da chi non ha il know how per farlo.
Considerando, inoltre, che la genealogia geostrategica del Leviatano
virtuale nel mondo Occidentale e la geopolitca statunitense sono
legati biunivocamente in un circolo vizioso: Washington deve il suo
poter anche al potere tecnologico delle comunicazioni virtuali e
queste devono la loro esistenza all'influenza geoeconomica americana.
Difatti,
se D'Annunzio volò su Vienna bombardandola di volantini in cui si
incitava la popolazione a ribellarsi agli Asburgo - una delle prime,
vere PsyOPS in chiave aeronautica - oggi sono i tweets che incitano
alla ribellione nonché la rete satellitare che ne permette l'invio.
Quando
Gheddafi, riappacificatosi con l'occidente nel 2005, acconsentì che
venisse concesso l'uso ad ampie fette della popolazione di cellulari
e internet; oltre che spostare i petroldollari di famiglia in banche
americane. Gheddafi sapeva bene che così sarebbe venuta a pendere
una doppia spada di Damocle sulla sua testa: quella del possibile
congelamento dei beni economici e quella della possibilità di
spargere voci destabilizzanti al suo regno. Difatti, non possedendo
affatto la tecnologia per controllare le cyber attività
del suo popolo, si affidò a aziende occidentali e non del settore
che spiavano i cittadini libici su internet. Non poteva fare altro,
avendo perso l'antico protettore sovietico e volendosi reinserire
nella comunità internazionale.
Scoppiate però le rivolte, deciso
l'intervento della NATO, le aziende che prestavano tali servigi al
padre padrone libico gli voltarono la faccia. Da quel momento
Gheddafi perse il controllo della popolazione. Ci rimise pelle e
trono, a colpi di kalashnikov e di tweets. Sopravvissuto alla Cortina
di Ferro, quella di Silicio, come politicamente per Ben Alì e
Mubarak, fu a Gheddafi fisicamente fatale. Anche in Siria, le
aperture a internet operate da Bashar al-Assad gli si sono ritorte
contro, portando a ciò che oggi sappiamo sta imperversando in Siria.
Sarà
che, come asserisce Fukuyama in un suo ben noto e fortunato saggio, riprendendo la concezione escatologica e filosofica di
hegeliana, la fine della Storia passi dall'ultimo uomo; ma anche,
probabilmente, dall'ultimo tweet e dall'ultimo cyberattivista...
Fonte: Saverio Fidecicchi - http://www.disordinemondiale.com/
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