martedì 1 aprile 2014

L'india ci prende in giro Marò, doccia gelata: rinvio a luglio e pericolo carcere

A una buona notizia che è solo un pezzetto del puzzle segue naturalmente la notizia cattiva, ed è tanto grossa quanto prevedibile, quanto soprattutto significativa che con le chiacchiere, caro Matteo Renzi, non si piegano gli indiani ma neanche si prendo per i fondelli a lungo gli italiani.

Che non bastasse per cantare vittoria (...). Presi in giro dagli indiani Nuova doccia gelata sui marò Rinvio a luglio e rischio carcere l'annullamento delle indagini della Nia, l'antiterrorismo indiano che aveva impazzato per due anni contro i due marò e contro la nostra sovranità, era evidente; che tanto presto Latorre e Girone sarebbero ufficialmente entrati nella campagna elettorale e che il palleggio tra Corte Suprema e Tribunale Speciale avrebbe sputato addirittura un rinvio a luglio, è un incubo, prevedibile tutto, ma sempre incubo.

Adesso le chiacchiere sono esaurite, Palazzo Chigi, dove con piglio brusco e giovanile si lavora fin dall'alba, ci faccia sapere nell'ordine: che cosa aspetta il governo per formalizzare l'arbitrato, per adire il Consiglio di sicurezza, per accompagnare alla porta, sbattendola, l'incaricato del governo Letta e finora anche di Renzi, ancor prima sottosegretario agli Esteri, ma sempre incapace e inetto, Staffan de Mistura. Sarebbe gradita una qualche agitazione proficua della cosiddetta opposizione, finora molto cauta con l'eccezione di Fratelli d'Italia che ha chiesto formalmente una commissione d'inchiesta sulla storiaccia, seguito ora dai 5stelle di Grillo; con l' eccezione di un appello a candidare alle europee Latorre e Girone, avanzato ufficialmente da Elio Vito di Forza Italia, ipotesi suggestiva ma non so quanto praticabile per molte e non tutte nobili ragioni.
 
Le notizie di ieri. Il tribunale speciale indiano, dopo aver preso atto della sospensione del procedimento penale decisa tre giorni fa dalla Corte Suprema, ha fissato l'udienza al 31 luglio, ben dopo le elezioni politiche, tra quattro mesi. In piena campagna elettorale il premier del partito nazionalista indiano, Narendra Modi, attacca Sonia Gandhi, leader del Partito del Congresso al governo, sulla vicenda dei fucilieri e chiede perché non sono in carcere, speculando sulle origini italiane per lave rità ormai molto poco sentite dalla signo ra; come riporta 1' Hindustan Times, dice: «Signora Sonia, dal momento che lei ha contestato il nostro patriottismo, vogliamo sapere in quale prigione vengono tenuti i due marò italiani». Se Modi dovesse vincere, e perfino alla fine della campagna se il partito dei Gandhi si sentisse in seria difficoltà, l'ipotesi di togliere la custodia all'ambasciata italiana per restituirla al tribunale, dunque alle galere indiane, diventerebbe non solo possibile, probabile.
 
Inattesa trepidante di notizie sul futuro prossimo venturo, pesco da un articolo del Generale Fernando Termentini, pubblicato sul suo blog La voce di un italiano, due domandine sul passato alle quali una commissione d'inchiesta magari potrebbe rispondere. Come mai, nonostante Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fossero indagati per omicidio volontario non è stato adottato nei loro confronti alcun provvedimento restrittivo, primo fra tutti la possibilità di espatrio, rinuncia che di fatto ha conferito prevalenza e precedenza all'indebita azione giudiziaria indiana.?
Chi ha deciso il «risarcimento ai fini umanitari» delle famiglie dei due poveri pescatori morti, elargendo 145mila euro? 
 
Un riconoscimento di responsabilità e non un semplice «atto di generosità», come a suo tempo si giustificò l'ex ministro della Difesa Di Paola. Non è chiaro chi abbia autorizzato pagamenti sicuramente non imputabili ai capitoli della gestione corrente dell'amministrazione dello Stato né tantomeno della Difesa. Non risulta, infatti, che siano previste voci di spesa titolate «risarcimento ai fini umanitari» o «per atti umanitari». Fondi riservati, autorizzati dall'allora premier, per questi bei risultati?
 
Fonte: Libero.it 
di MARIA G. MAGLIE

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