sabato 5 aprile 2014

BUGIE SUL CASO MARO': ARBITRATO INTERNAZIONALE... SI O NO?


Pare che in questi giorni un ex-diplomatico (peraltro molto legato all'India…) si stia prodigando sulla stampa e nei salotti romani per sostenere esattamente la linea portata avanti da un anno dal Commissario De Mistura, ovvero che l'Italia non deve avviare alcun Arbitrato per riportare a casa i nostri Maro'. Motivo? "Ma è chiarissimo", proclama questo signore persino attraverso i mass-media (che poi pubblicano senza controllare...): "l'Arbitrato presuppone la volontà di entrambe le parti - Italia e India - di nominare un collegio arbitrale, e l'India - ma guarda un po' - si rifiuta". 
 
Foto: BUGIE SUL CASO MARO': ARBITRATO INTERNAZIONALE... SI O NO?  Pare che in questi giorni un ex-diplomatico (peraltro molto legato all'India…) si stia prodigando sulla stampa e nei salotti romani per sostenere esattamente la linea portata avanti da un anno dal Commissario De Mistura, ovvero che l'Italia non deve avviare alcun Arbitrato per riportare a casa i nostri Maro'. Motivo? "Ma è chiarissimo", proclama questo signore persino attraverso i mass-media (che poi pubblicano senza controllare...): "l'Arbitrato presuppone la volontà di entrambe le parti - Italia e India - di nominare un collegio arbitrale, e l'India - ma guarda un po' - si rifiuta". Tra le molte letture che sicuramente arricchiscono la cultura del signore in questione pare mancare purtroppo quella più importante per il caso Latorre e Girone: l'allegato VII della Convenzione sul Diritto del Mare, ratificata anche dall'India. L'allegato VII prevede appunto la nomina "d'autorita'" del componente del Collegio di Arbitrato obbligatorio quando uno dei Paesi coinvolti si rifiuti di accettare la richiesta di Arbitrato…una procedura ampiamente illustrata - anche su questa pagina Facebook - dai più importanti internazionalisti ed esperti di Diritto del Mare. Se ho menzionato questo caso di curiosa e forse banale disinformazione sull'Arbitrato obbligatorio previsto dalla Convenzione UNCLOS, una disinformazione facilitata da  certa stampa sensibile a tutti gli affarismi con l'India, proprio quando il Governo Renzi dopo dieci mesi di nulla di fatto del Governo Letta dice di voler perseguire l'Arbitrato obbligatorio e altre iniziative internazionali, è proprio perché  preoccupa molto la rinnovata - e interessata - vitalità del "partito filoindiano" in questi giorni di ulteriori rinvii e rimescolamenti di carte, a New Delhi e non solo… E' come se ancora oggi, come nei dieci mesi del Governo precedente, dovesse valere assoluta e intatta la vergognosa decisione presa quel 22 marzo 2013 di affossare l'Arbitrato Obbligatorio proposto l'11 marzo 2013, rispedendo repentinamente in India i due Maro', senza garanzia o tutela alcuna, ignorando la Sovranità del nostro Paese su uomini in Divisa che lo rappresentano, per il timore che alcuni interessi economici - tutt'altro che limpidi - potessero prevalere su quelli della sicurezza e della dignità nazionale. I fautori del finto dialogo a tutti i costi, vorrebbero persino rinunciare all'affermazione dell'interesse nazionale attraverso le forme di tutela assicurateci dal diritto internazionale: secondo costoro, dovremmo zittirci perchè l'India è un paese di primo piano nella realtà globale e nel G20, e perché ci sarebbe "rischio di creare tensioni" derivanti dalla nostra decisione di  "portare in giudizio" New Delhi dinanzi a una Corte dell'ONU. Argomenti *del tutto strumentali*, perché i Trattati in vigore sul Diritto del Mare *sono stati ratificati in piena libertà* dagli Stati che li hanno sottoscritti, dopo negoziati laboriosi che hanno portato a soluzioni accettate e condivise *da tutta la Comunità internazionale*. Ritenere inopportuno far valere un Trattato come la Convenzione UNCLOS perchè qualcuno rischierebbe "di offendersi" costituirebbe un clamoroso passo indietro dal punto di visto del diritto e della sovranità. Non è certo questo l'esempio che l'Italia ha dato anche solo pochi anni fa, quando abbiamo portato la questione degli internati militari italiani (IMI) nel Terzo Reich dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, ne e' questo l'esempio fornito dal caso Greenpeace (Olanda contro Russia) di cui ho già parlato sulla Pagina, ne quello degli ultimi giorni che riguarda sempre la Convenzione sul diritto del Mare, con le Filippine che hanno avviato la procedura di Arbitrato contro la Cina, aprendo così una controversia nel quadro Unclos che potrebbe essere seguita da Vietnam, Malaysia, Brunei e Taiwan, sul tema della giurisdizione sulla Zona Economica Esclusiva (ZEE) della "Second Thomas Shoal", la piattaforma continentale situata a 105 miglia nautiche dalla costa filippina e quindi all'interno delle 200 miglia fissate dall'Unclos per la ZEE di ogni stato costiero (la Cina rivendica anch'essa la giurisdizione economica in quella porzione di alto mare e sugli isolotti che vi si trovano): pur trattandosi di una questione estremamente complessa che coinvolge direttamente diversi altri Paesi della regione, con riflessi di grande portata sia economici che strategici, si prevede che il giudizio arbitrale sarà emesso nel giro di pochi mesi… Nel frattempo, per Latorre e Girone, alcuni autoproclamatisi "esperti di casa nostra" pontificano che l'Arbitrato Internazionale non è percorribile e che dovremmo lasciare illegittimamente processare  in India Massimiliano e Salvatore, quando e come gli indiani dovessero decidersi a farlo, sicuramente non prima dell'autunno… NO COMMENT…oppure commentiamo….?

 
Tra le molte letture che sicuramente arricchiscono la cultura del signore in questione pare mancare purtroppo quella più importante per il caso Latorre e Girone: l'allegato VII della Convenzione sul Diritto del Mare, ratificata anche dall'India. L'allegato VII prevede appunto la nomina "d'autorita'" del componente del Collegio di Arbitrato obbligatorio quando uno dei Paesi coinvolti si rifiuti di accettare la richiesta di Arbitrato…una procedura ampiamente illustrata - anche sulla mia pagina Facebook - dai più importanti internazionalisti ed esperti di Diritto del Mare. 
 
Se ho menzionato questo caso di curiosa e forse banale disinformazione sull'Arbitrato obbligatorio previsto dalla Convenzione UNCLOS, una disinformazione facilitata da certa stampa sensibile a tutti gli affarismi con l'India, proprio quando il Governo Renzi dopo dieci mesi di nulla di fatto del Governo Letta dice di voler perseguire l'Arbitrato obbligatorio e altre iniziative internazionali, è proprio perché preoccupa molto la rinnovata - e interessata - vitalità del "partito filoindiano" in questi giorni di ulteriori rinvii e rimescolamenti di carte, a New Delhi e non solo… E' come se ancora oggi, come nei dieci mesi del Governo precedente, dovesse valere assoluta e intatta la vergognosa decisione presa quel 22 marzo 2013 di affossare l'Arbitrato Obbligatorio proposto l'11 marzo 2013, rispedendo repentinamente in India i due Maro', senza garanzia o tutela alcuna, ignorando la Sovranità del nostro Paese su uomini in Divisa che lo rappresentano, per il timore che alcuni interessi economici - tutt'altro che limpidi - potessero prevalere su quelli della sicurezza e della dignità nazionale. 
 
I fautori del finto dialogo a tutti i costi, vorrebbero persino rinunciare all'affermazione dell'interesse nazionale attraverso le forme di tutela assicurateci dal diritto internazionale: secondo costoro, dovremmo zittirci perchè l'India è un paese di primo piano nella realtà globale e nel G20, e perché ci sarebbe "rischio di creare tensioni" derivanti dalla nostra decisione di "portare in giudizio" New Delhi dinanzi a una Corte dell'ONU. Argomenti *del tutto strumentali*, perché i Trattati in vigore sul Diritto del Mare *sono stati ratificati in piena libertà* dagli Stati che li hanno sottoscritti, dopo negoziati laboriosi che hanno portato a soluzioni accettate e condivise *da tutta la Comunità internazionale*. Ritenere inopportuno far valere un Trattato come la Convenzione UNCLOS perchè qualcuno rischierebbe "di offendersi" costituirebbe un clamoroso passo indietro dal punto di visto del diritto e della sovranità. 
 
Non è certo questo l'esempio che l'Italia ha dato anche solo pochi anni fa, quando abbiamo portato la questione degli internati militari italiani (IMI) nel Terzo Reich dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, ne e' questo l'esempio fornito dal caso Greenpeace (Olanda contro Russia) di cui ho già parlato sulla Pagina, ne quello degli ultimi giorni che riguarda sempre la Convenzione sul diritto del Mare, con le Filippine che hanno avviato la procedura di Arbitrato contro la Cina, aprendo così una controversia nel quadro Unclos che potrebbe essere seguita da Vietnam, Malaysia, Brunei e Taiwan, sul tema della giurisdizione sulla Zona Economica Esclusiva (ZEE) della "Second Thomas Shoal", la piattaforma continentale situata a 105 miglia nautiche dalla costa filippina e quindi all'interno delle 200 miglia fissate dall'Unclos per la ZEE di ogni stato costiero (la Cina rivendica anch'essa la giurisdizione economica in quella porzione di alto mare e sugli isolotti che vi si trovano): pur trattandosi di una questione estremamente complessa che coinvolge direttamente diversi altri Paesi della regione, con riflessi di grande portata sia economici che strategici, si prevede che il giudizio arbitrale sarà emesso nel giro di pochi mesi… 
 
Nel frattempo, per Latorre e Girone, alcuni autoproclamatisi "esperti di casa nostra" pontificano che l'Arbitrato Internazionale non è percorribile e che dovremmo lasciare illegittimamente processare in India Massimiliano e Salvatore, quando e come gli indiani dovessero decidersi a farlo, sicuramente non prima dell'autunno… NO COMMENT…oppure commentiamo….?
 
Fonte:  https://www.facebook.com/ambasciatoregiulioterzi?hc_location=timeline

Nessun commento:

Posta un commento