giovedì 6 marzo 2014

L’Ucraina e lo scontro tra civiltà

Quando, con il crollo del comunismo, si avviò una radicale trasformazione del sistema delle relazioni internazionali, la teoria politica fu sollecitata ad uno sforzo straordinario di riflessione, per aggiornare schemi di analisi improvvisamente invecchiati.
 
Державний прапор України (Deržavnyj prapor Ukraïny)Due furono i modelli che allora, nel corso degli anni Novanta, si imposero, in sostanziale contrasto fra loro, entrambi in allontanamento dal paradigma classico del ‘realismo politico’: la teoria di Fukuyama della ‘fine della storia’, cioè dell’inevitabile affermarsi della democrazia occidentale, sistema politico senza più veri rivali nel mondo, e la teoria di Huntington dello ‘scontro tra civiltà’, cioè dell’assurgere dell’identità culturale a nuovo fattore determinante del conflitto internazionale dopo la Guerra Fredda.
Gli eventi, da allora, hanno alternato elementi di conferma e di smentita di entrambi i modelli, che restano però, a distanza di un quarto di secolo, le due suggestioni di portata più generale che la teoria politica abbia prodotto per ‘pensare’ le relazioni internazionali nel XXI secolo.
Così, se Fukuyama ha potuto interpretare la Primavera araba come una conferma del suo assunto di fondo, di una spinta irresistibile verso la democratizzazione, quanto sta accadendo in Ucraina sembra confermare l’importanza del fattore culturale, identitario, profetizzato da Huntington (nel senso, sia chiaro, che è questo il principale pericolo per la pace mondiale).
Per quanto riguarda l’Europa, la tesi generale di Huntington era che, dopo esser stata per mezzo secolo la ‘cortina di ferro’ la principale barriera divisiva dell’Europa, “oggi tale barriera si è spostata di diverse centinaia di chilometri ad est e separa i popoli cristiano-occidentale da quelli musulmani e ortodossi”. Su tale base, rispetto all’Ucraina, il politologo americano poteva contestare la tesi realista classica (difesa da Mearsheimer) circa un inevitabile contrasto per la sicurezza tra Ucraina e Russia, puntando l’attenzione anzitutto sul contrasto interno, storico, tra Ucraina orientale ortodossa e Ucraina occidentale ‘uniate’ (cioè dei cattolici di rito orientale). La differenza di approccio è rilevante, perché in un modello realista, statista, le differenze ‘interne’ non sono rilevanti, e lo Stato è considerato un soggetto politico unitario.
Quanto sta accadendo sembra dar parzialmente ragione ad entrambi gli approcci: se l’indipendenza dell’Ucraina, una sua completa ‘europeizzazione’, attiva una minaccia per la sicurezza di Mosca, avvertita come intollerabile, la risposta dell’Ucraina sembra disporsi lungo la linea di faglia culturale indicata da Huntington. Fallito l’incauto progetto europeo di ‘associare’ l’intera Ucraina nell’orbita di Bruxelles, gli scenari più probabili restano quelli indicati da Huntington: o una spaccatura dell’Ucraina, con l’annessione della parte orientale da parte della Russia, o una preservazione dell’unità del paese, ma nell’ambito di uno stretto legame con Mosca.
La debolezza dell’Occidente, in tutto ciò, emerge sempre più netta.
 
Fonte: http://www.liberadestra.it/ di Gianluca Sadun Bordoni
 

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