sabato 15 agosto 2015

Itlos, gli interventi italiani della II Giornata di Udienza, traduzione di Mirka Signorini




International Tribunal for the Law of the Sea

 



IL PRESIDENTE: Buongiorno. Il Tribunale continuerà oggi la sua audizione nel caso riguardante la Enrica Lexie incidente. Ascolteremo questa mattina il secondo giro di argomentazioni orali presentato da Italia, ma prima di dare la parola al rappresentante di Italia, alla luce della presentazione orale di ieri, il giudice Cotha una

GIUDICE COT: Grazie, signor Presidente. Per conto dell' Italia, Sir Daniel Betlemme ha proposto una  fideiussione di 300.000 euro per ciascuno dei marines - in accordo con le disposizioni di un ordine di questo Tribunale ".l'Italia potrebbe essere più specifica per quanto riguarda la proposta. E l' India come vuole reagire a una tale proposta? La ringrazio, signor Presidente.

IL PRESIDENTE: Come indicato nella comunicazione scritta alle parti, la risposta a questa domanda potrebbe essere, fornita durante queste audizioni o in iscritto entro domani a mezzogiorno.

MR BETLEMME: Grazie, Signor Presidente, signori del Tribunale. Lasciatemi dire, innanzitutto, che scegliamo la possibilità di rispondere per iscritto al Giudice Cot da Domani, come indicato.
Signor Presidente, signori del tribunale, io aprirò le osservazioni dell'Italia. Sarò seguito da Sir Michael Wood che sarà seguito a sua volta dal professor Guglielmo Verdirame. L'Ambasciatore, Agente in Italia concluderà la risposta con alcune osservazioni di merito, nonché la dichiarazione formale delle misure provvisorie che l'Italia  richieste.

Signor Presidente, signori del tribunale, ieri pomeriggio abbiamo sentito una marea crescente di retorica
con cui si è  accusato l'Italia di dissimulazione, di disonestà e di ritardo. Inoltre si è detto che questo caso, che riguarda  un duplice omicidio commesso dai militari italiani, ha solo un rapporto causale di collegamento con il mare, e quindi non  è sufficiente per portare la controversia nell'ambito della UNCLOS. Al contrario per noi si tratta di un notevole contesa non così semplice
Siamo d'accordo che la deplorevole morte dei due pescatori indiani richiede indagini e, se del caso, anche di un'azione penale; e proprio per questo il Procuratore del Tribunale militare di Roma ha aperto un'inchiesta per il reato di omicidio che deve essere perseguita e trovare una  sua conclusione. Ma vi è un problema precedente alla questione penale che richiede una decisione e  che è il oggetto della controversia tra Italia e India:  chi sia competente a perseguire le indagini e, se del caso, l'azione penale, ed inoltre e  ciò che è importante, si ci troviamo di fronte all'immunità di funzionari statali.
Counsel per l'India ha ignorato semplicemente questo conflitto di attribuzione.
Infatti, gli interventi  a sostegno delle posizioni indiane di ieri hanno dimostrato un notevole un incessante impegno  dell'India nel continuare ad esercitare la propria giurisdizione penale sui marines, indipendentemente dalle richieste italiane sulla giuridizione
Inoltre le osservazioni indiane di ieri erano anche notevoli per la loro persistenza nel  caratterizzare i militari italiani come assassini, sottolineando che come se l'unica questione rimasta da determinare è la misura della loro colpevolezza, le eventuali questioni di mitigazione e così via.
Ma la questione è un po 'più basilare e fondamentale di questo, ho paura. Innanzitutto occorre contestare l'accusa che sono sicuramente i marines italiani che hanno sparato i colpi che hanno ucciso i pescatori indiani sfortunati. Non è ancora dimostrato che la sparatoria fatale si è svolta dal Enrica Lexie.
Ci sono state altre navi nella zona al momento e altre relazioni di attacchi dei pirati. Quello che è chiaro è solo che  i marines hanno sparato colpi in acqua per avvertire quello che era in quel momento prevedibile come  un attacco dei pirati,
Tutto il reso è controverso; e, mi preme sottolineare, che  i marines non sono stati nemmeno accusati di omicidio in base al diritto indiano.

E proprio in relazione alla mancanza di imputazione ricordo che nel diritto penale vi è uno standard di base che opera in questo campo: una persona è non colpevole di un reato a meno che e fino a quando non è condannata  da un tribunale regolarmente costituito  sulla base di accuse di cui essi siano informati in modo tempestivo e su cui  hanno avuto la possibilità di rispondere.
Se il Tribunale è spinto sulla strada tracciata dall'India si troverà in una vicolo chiuso. Non c'è niente di accettabile nell' approccio dell'India su questo tema. È sbagliato  Signor Presidente, signori del Tribunale, gran parte di quello che avete sentito ieri sul procedimento da parte indiana ed è irrilevante per il caso ora in discussione. Potremmo rispondere se l'India presentasse obiezioni alla giurisdizione del tribunale ( allegato VII)  sulla base dei punti che ha messo in luce di ieri, ma i problemi posti  non riguardano direttamente le domande che abbiamo posto sui procedimenti
Le obiezioni avanzate ieri dal difensore dell' India hanno un motivo e una sola ragione: sono un tentativo di creare pregiudizio, a delegittimare l'Italia presentandola davanti a voi  come un richiedente scorretto
Si tratta di un gioco pericoloso quello che l'India gioca. Ha costruito un castello di carte. E sono molteplici gli argomenti per  illustrare le carenze della sua posizione.

Permettetemi di cominciare con la tesi, sostenuta dall'India, che l'incidente in questione non poteva essere stato un attacco dei pirati,: posizione avanzata per  tentare di rimuovere l'incidente dall'ambito di UNCLOS e di mettere in discussione la competenza tribunale di affrontare i meriti del caso e anche, di conseguenza, di questo Tribunale di adottare misure cautelari.
Counsel per l'India ha cercato di dimostrare questo riferendosi alla  diminuzione, nelle statistiche, degli attacchi di  pirateria al largo della costa occidentale dell'India nel 2012, quindi sostenendo quindi , con incredulità, che nessuno poteva credere che il S. Antonio fosse una  barca pirata.

Su questo argomentazione, lasciate che vi illustri uno o due documenti che sono nelle cartelle  dei giudici.
1) Il primo è la relazione del  National Maritime Search & Rescue  indiano dove a  pagina 15  paragrafo 3 si afferma:
"L'aumento del  traffico marittimo più vicino alla costa indiana, a volte, travolgono le reti da pesca. E' abitudine  perle barche dei pescatori, notando che una nave mercantile si avvicina alle loro reti da pesca,
di mettersi in allarme e di "navigare verso" la nave mercantile  per attirare l'attenzione in modo da evitare danni alle loro reti." Vengono  ricevuti rapporti  in cui le navi mercantili hanno scambiato  le barche da pesca per essere skiff dei pirati. Recentemente, in un incidente simile al largo della costa occidentale dell'India, Kerala, una nave mercantile ha  sparato contro i pescatori, uccidendo due dei pescatori. Guardie di sicurezza della nave avevano scambiato gli innocenti i pescatori con pirati. Inoltre, vi è stato un rapporto di un'altra relazione del lancio di colpi di avvertimento su pescatori indiani. In un altro caso un nave mercantile entrò in collisione con una barca da pesca. Ciò ha provocato affondamento della barca e la perdita della vita di tre pescatori."
Saltando al paragrafo successivo: "E 'stato riportato che le navi mercantili transitano molto vicino al
costa per evitare la zona ad alto rischio, che inizia a 12 miglia nautiche dalla Costa indiana".
Da questa relazione emergono alcuni punti fondamentali:
a) In primo luogo, si afferma la presenza di una pirateria area ad alto rischio, che inizia a 12 miglia nautiche dalla costa indiana.
b) In secondo luogo, si da atto esplicitamente che si sono ricevuti rapporti  di incidenti tra pescatori e  mercantili in cui i pescherecci sono stati scambiati per  "skiff pirata".
c)  In terzo luogo, i rapporti sull'incidente Enrica Lexie,sebbene senza identificarsi come tale, si può inserire nell'eventuale  contesto di un equivoco su attacchi dei pirati.
d)  In quarto luogo, la relazione descrive un modus operandi di barche da pesca che possono portare
ad essere scambiati per pirati skiff.
e) In quinto luogo, si nota che non è raro la segnalazione di incidenti in cui vengono sparati  dei colpi di avvertimento sul pescatori indiani, così come altri incidenti che causano la morte e l'affondamento .

2) Lasciate che vi porti a un altro documento. È la scheda 31 che avete in  allegato originale
Si tratta di un rapporto di International Maritime Bureau che descrive l'incidente Enrica Lexie.
President of the Tribunal, Vladimir Golitsyn
Se si guarda la parte inferiore della pagina, potrete vedere le referenze e le coordinate dell'incidente Enrica Lexie, dando le  16,00 ora locale come orario dell'accadimento. Se si guarda a destra della mappa appena distinguibili, si vedrà il riferimento a un secondo attacco pirata riportato nella stessa zona circa sei ore più tardi in cui  due barche di pirati hanno avvicinato una nave ancorata e hanno tentato di salire a bordo Quindi abbiamo due notizie di attacchi dei pirati nella stessa zona, lungo la costa del Kerala a  poche ore di distanza uno dall'altro.
Counsel per l'India fa molta fatica quando cerca di sostenere che non sia credibile per un equipaggio di una petroliera interpretare  un rapido avvicinamento barca da pesca come un possibile attacco dei pirati.
Infatti anche un esame superficiale delle statistiche mensili pubblicate dalla Organizzazione marittima internazionale sugli atti di pirateria indica che come un modus operandi non è raro che  gli attacchi dei pirati siano lanciati essere lanciato da skiff, facilmente scambiabili  per barche da pesca.

Con il massimo rispetto per Counsel e per l'India ma non vi è alcun serio fondamento per le affermazioni
che hanno presentato al Tribunale di ieri su questo tema. 
Inoltre Counsel per l'India ha continuato a sostenere che il ritardo nella presentazione delle imputazioni è stato  causato dall'Italia. Per sostenere questa affermazione l'avvocato per l'India ha portato l'esempio dell' impegno italiano in merito alla presentazione dei quattro marines per un interrogatorio sull'incidente  Si ricorderà che il contenuto della dichiarazione di impegno fatta dall'Italia è il seguente: "La Repubblica d'Italia garantisce alla  Suprema Corte di India che, se è richiesta la presenza dei marines ... L'Italia assicurerà  la loro presenza dinanzi ad un tribunale o un'autorità competente."
Counsel per l'Indiasi è soffermato su questa frase di "assicurare la loro presenza", martellando  ancora e ancora, come se la semplice ripetizione delle parole potesse dimostrare l'inaffidabilità dell'italia.
Cercai, nelle mie osservazioni di apertura di ieri, di  mettere in guardia l'India preventivamente su questo argomento, dicendo che dovrebbe conoscere la propria legge migliore di quanto descritto al Tribunale.
Ma gli avvocati indiani hanno comunque continuato su questa strada per cui si lasci  che ricordi , di conseguenza, la sezione 161 del codice indiano di procedura penale che riguarda  l'esame dei testimoni da parte della polizia.
Il paragrafo 1 dell'articolo 161 prevede che " Ogni agente di polizia ... può esaminare verbalmente ogni persona che  dovrebbe essere a conoscenza di fatti e di circostanze del caso.
Il paragrafo 3 dispone che "L'agente di polizia può ridurre a scrivere le affermazioni rese a lui durante un interrogatorio" e in questa sezione ... Segue una frase tra parentesi quadre, che denota che è stata aggiunta alla sezione dalla legge 5 del 2009, dove si  legge: " A condizione che le dichiarazioni fatte a norma del presente comma possono essere registrata con mezzi elettronici audio-video.
Così, qui l'abbiamo la dimostrazione che non corrisponde a realtà l'affermazione che la testimonianza con audio-video  non sia espressamente prevista e autorizzata dal codice di procedura penale indiano.
Allora, cosa poi si intende  assicurare la "presenza" dei marines? Lasciate che vi porti al giudizio 2003 della Corte Suprema indiana nel caso "Praful Desai".
Il caso riguardava l'interpretazione della sezione 273 del codice di procedura penale indiano, che affronta il problema delle prova nelle indagini . La sezione è intitolata "La prova da adottare in presenza di imputati". Qui abbiamo chiarito il termine della "presenza".
Se posso chiedere di andare a pagina 603 del documento, che è l'epigrafe o sommario della sentenza, si vedrà parte a senso unico in basso nella pagina dove si afferma che  in un processo penale, la prova può essere registrato in video-conferenza ". La risposta è: "Sezione 273 contempla presenza costruttiva". Questo dimostra che la presenza fisica non è un must. Questo indica che il termine "presenza", come usato in questa sezione, non viene utilizzato nel senso di presenza fisica 
Ciò significa che le prove, anche in criminale materia, possono anche essere forniti a titolo di record elettronici. Ciò include videoconferenza.
I passaggi rilevanti del testo integrale della sentenza sono a 12 e 19.
L' Italia ha completamente assolto la sua garanzia data all' India al fine di garantire la presenza dei quattro marines per un colloquio. E vi assicuro che il signor Mukul Rohatgi, ora il Procuratore Generale dell'India. non avrebbe tollerato qualsiasi altra cosa.
Signor Presidente, signori del tribunale, vorrei passare ad un altra  affermazione fatta da Counsel ieri che non trova alcun fondamento.
Counsel per l'India ha cercato di stigmatizzare come "strategia di contenzioso" dell'Italia e  come comportamento capriccioso e incoerente e utilizzato solo come  una questione di convenienza e come ultimo colpo di scena, il deposito della notifica per avviare l'allegato VII arbitrato.Vi è stato detto, per ad esempio, sia dal procuratore generale e dal  signor Ulteriori Bundy che nell'aprile 2012 Italia ha presentato una petizione alla Corte Suprema indiana in cui  ha richiesto alla Corte Suprema Indiana di avere  in custodia i due marines - questo nel momento in cui la marines erano ancora detenuti nel Kerala. E'  stato segnalato un estratto di due pagine dell' ATTO Petizione No.135 a scheda 15 della cartella di giudici dell'India 'e in specifico un paragrafo in cui l'Italia ha sostenuto che "per lo meno" l'Unione di India aveva l'obbligo di prendere in custodia i marines in attesa di una decisione definitiva viene raggiunta sulla competenza". L'intero documento è stato allegato alla richiesta in Italia per le misure provvisorie. Ma una lettura attenta di tutto il documento fornisce un quadro piuttosto diverso. Una visione completa accurata di ciò che l'Italia chiedeva si vede nella richiesta dove l'Italia enuncia le richieste formali compiuti. (Questo è alla scheda 35 della vostra cartella)   
Vedrete sul fronte comparire  i firmatari, n ° 1 è la Repubblica italiana, n ° 2 è Il sergente Latorre e n.° 3 Salvatore Girone , e poi ci sono gli indirizzati, l'Unione dell'India e altri. Se si gira sulla pagina si vedrà la richiesta avanzata che dice:
" Alla luce dei fatti e delle circostanze indicate in precedenza, si prega rispettosamente che questa Corte onorevole proceda a :
·         :- Dichiarare che qualsiasi azione da Resistente in relazione al presunto incidente di cui al comma 6 e 7 sopra, ai sensi del codice di procedura penale o qualsiasi altra legge indiana, sarebbe vires illegali e ultra e violi gli articoli 14 e 21 della Costituzione indiana;
·         e Dichiarare che il protrarsi della detenzione di firmatari 2 e 3 - sergenti Latorre e Girone - da parte dello Stato del Kerala è vires illegali e ultra essendo violi i principi di immunità sovrana e anche violi Art. 14 e 21 della Costituzione indiana; e Atto Emissione di Mandamus e / o qualsiasi altro idoneo atto, l'ordine o la direzione ai sensi dell'articolo 32 decidendo che l'Unione indiana adotti  tutte le misure che possano essere necessarie per garantire la custodia dei firmatari 2 e 3 e fare più di loro custodia per Richiedente n ° 1 :"  In altre parole, per consegnarli a Italia.

Lungi dal sostenere la tesi indiana di incoerenza e capricciosità italiano, questo dimostra che l'Italia, fin dall'inizio della vicenda,  stava dicendo alla Corte Suprema indiana quello che ha sempre sostenuto e che sta  dicendo a voi in questo procedimento, vale a dire, che:
l'affermazione della India di giurisdizione su incidente Enrica Lexie e che  è illegale il protrarsi della detenzione di marines  che dovrebbero  essere consegnati in custodia all'Italia

Signor Presidente, signori del tribunale, ancora una volta, con il massimo rispetto per Counsel per l'India, stanno raccontando come pare a loro la vicenda.

L' Italia sosteneva allora la stessa posizione che cosa sta presentando ora.
Signor Presidente, signori del Tribunale, lasciate che vi porti un altro esempio di India del diritto  creativo indiano. Abbiamo sentito ieri da Counsel di India, che la sentenza della Corte Suprema indiana del 18 Gennaio 2013 ha lasciato aperta la possibilità per l'Italia di "Ri-aprire"  tutte le questioni di giurisdizione. Erano chiari su questo ieri.
Questo argomento è stato variamente presentato come una  delle accuse dell'India contro l'Italia di abuso del processo, del rifiuto dell'esaurimento dei ricorsi interni, e della mancanza di equità.
E 'al centro della posizione sostenuta dall'India è stato sostenuto che non solo l'Italia deve rispettare il percorso che ha scelto, ma che ogni rimane ancora aperta  per l'Italia nei procedimenti nazionali indiani la strada della questione di giurisdizione Signor Presidente, signori del tribunale, quello che ha detto l'In dia nelle  difese orali svolte ieri non corrisponde a quello che ha detto nelle sue osservazioni scritte.

Nel suo scritto alle osservazioni, al punto 1.19, l'India dice:
... A dispetto di una chiara sentenza della Corte di Cassazione nella sentenza del 18 Gennaio 2013 ... l'Italia ha violato il principio dell'autorità della cosa giudicata e più volte continua a sollevare davanti alla Corte questioni giurisdizionali ...

Inoltre, e ancor più significativamente, nella dichiarazione giurata presentata dal Ministero di Indiano degli Affari interni alla Corte Suprema indiana nei riguardi della petizione italiana, che cerca di ri-visitare le questioni di giurisdizione e l'immunità, il Governo indiano contesta l'intero petizione sulla base del fatto che esso cerca di ri-agitare questioni già sollevate dai firmatari davanti alla Corte Hon'ble e che sono state decise da questa Corte Hon'able, anche per quanto riguarda sia la competenza giurisdizionale e l'immunità.
Signor Presidente, signori del tribunale, quello che l'India sta dicendo a voi nel presente procedimento è diametralmente opposto di quello che sta dicendo alla propria Corte suprema.
Signor Presidente, signori del tribunale, Consigliere  l'India ha anche cercato di convincere che il ritardo nel procedimento indiano è tutto da addebitare all'Italia che, con varie  macchinazioni, ha impedito per anni la presentazione dell'imputazione a carico dei marines, impedendo l'avvio di un giusto processo
Questa affermazione è così lontana dalla realtà come da qualsiasi narrativa dei fatti.
Nei 16 mesi trascorsi dalla dichiarazione giurata citata, il governo indiano ha mancato di depositare l'imputazione scadenza dopo scadenza. Dichiarazioni giurate dei ministeri e delle agenzie indiane sono oggi ancora in sospeso. Ordine dopo ordine, in quattro audizioni separate, il cancelliere del
Corte suprema indiana ha richiesto ai vari ministeri del governo indiano di presentare dichiarazioni giurate sulle loro posizioni. Le richieste  sono ancora in sospeso. Il ritardo  è addebitabile  completamente e assolutamente solo all'India.
Questo mi porta alla affidavit che avrebbe dovuto essere presentata dal governo indiano ieri nel procedimento sulla petizione presentata dall'itala: un altro  differimento per le quali un udienza è prevista per il 26 agosto.
Il governo indiano non ha presentato la sua affidavit. Questo è solo l'ultimo esempio delle scadenze di deposito mancate da parte dell'India, e mette in dubbio la credibilità della scadenza del 26 agosto.
Alla luce di quello che abbiamo sentito dall' India ieri, abbiamo anche capito che l'India a tempo debito presenterà al Tribunale indiano una dichiarazione giurata per opporti alla sospensione del procedimento penale in corso: posizione  che farebbe scattare esattamente il tipo di aggravamento della controversia per cui siamo preoccupati.
La Delegazione Italiana

L'India è stata chiara nell'affermare che intende portare avanti  il processo penale contro  e marines, nonostante le disposizioni dell'allegato VII procedure che sono state ora avviate. Più ascoltiamo l'India, tanto più siamo allarmati da quello che  intendono fare.
Questo atteggiamento aggiurnge una nuova urgenza nella richiesta di misure provvisorie che abbiamo fatto per voi.
Signor Presidente, signori del tribunale, mi permetta di concludere su questa  urgenza.
Counsel per India, anche se, si nota, non l'agente indiano, si chiedeva se ciò che l'Italia aveva detto ieri circa l'impasse nel percorso politico era affidabile.
Nelle mie osservazioni ieri mattina ho delineato il percorso politico che l'Italia aveva perseguito, un percorso aperto, attraverso la corrispondenza con il Ministero degli Affari Esteri, e un processo privato attraverso i consiglieri più anziani del primo ministro Renzi e il primo Il ministro Modi.
Il 31 maggio di quest'anno, il ministro indiano degli Affari Esteri, Sushma Swaraj, ha indetto una conferenza stampa con i mezzi di  informazione per celebrare un anno di governo.
Nel corso di questa conferenza è stata posta una domanda di carattere generale sulle relazioni indiane con l'Unione europea.

La sua risposta, che è alla scheda 36 della cartella vostri giudici, è stata la seguente:
"  Per quanto riguarda la questione che interessa i marines, abbiamo più volte detto all' Italia, unitevi a noi nel processo giudiziario. La questione è sub judice. Finora, essi non hanno nemmeno aderito al processo giudiziario. Se si uniscono il nostro processo, le cose possono andare avanti."
Alcuni giorni dopo questa dichiarazione, l'Italia è stata informata sul canale privato dei rapporti  tra gli alti consiglieri del Primo Ministro che la dichiarazione Ministro Swaraj riflettevano la posizione del governo. Non c'era spazio per il governo indiano per  impegnarsi in ulteriori discussioni circa una soluzione politica.
Questa è la ragione per la quale l'Italia ha avviato un procedimento allegato VII il 26 giugno.
Non c'era più alcuna prospettiva di una soluzione negoziata.
La situazione è cambiata radicalmente nelle ultime settimane. Non vi è alcuna prospettiva di una soluzione politica. L'inevitabile conseguenza è che l'India intenda proseguire con il processo penale dei marines.
Nonostante la disputa giurisdizioni che è stata presentata all'allegato VII davanti a questo  tribunale, l'India ha indicato che intende continuare ad esercitare la giurisdizione sui marines.
Essa pretende  che il  sergente Latorre richieda  per il permesso di restare in Italia per motivi umanitari, più e più volte, senza tener conto delle disposizioni dell'allegato VII procedimento, che sta  ora affrontando la questione se l'India ha giurisdizione sui marines.
L'India non ha contestato in alcun modo il problema umanitario riguardante il sergente Girone, eppure ha chiarito nel presente procedimento che non avrà alcun riguardo a queste circostanze di sorta, e continuerà
a trattenere il sergente Girone a Delhi.
Counsel per l'India, mentre rifiuta come " odiosa"  la definizione data dall'italia  del sergente Girone come ostaggio  tuttavia ha continuato a dire: Ciò che è vero, però, è che la presenza del sig Girone sul suolo indiano fornisce la garanzia che potrà essere richiamato quando sarà necessario.
Questo suona come un ostaggio per noi, e questo è il linguaggio che è stato utilizzato in Italia da funzionari indiani per descrivere il sergente Girone.
Signor Presidente, signori del tribunale, vi è un rischio imminente di un grave aggravamento di questa disputa. Ci sono prove dimostrate in maniera indiscutibile di circostanze umanitarie acute.
Ma l'India davanti a voi, in quest'Aula, sta dicendo apertamente che procederanno con le loro procedure nazionali, nonostante il fatto che un procedimento allegato VII è stato adito con una controversia sulla competenza dell'India.
Non sappiamo quella che sarà la prossima decisione dell'India. Siamo sulla cuspide di un momento precario.

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MR WOOD
Signor Presidente, signori del Tribunale, darò risposte su solo quattro punti di quello che abbiamo sentito dall' India ieri.
Queste riguardano una curiosa questione terminologica;
·         la questione ricorsi interni;
·         il termine presunto sui provvedimenti provvisori; e
·         l'affermazione di India, che le misure richieste pregiudicherebbe la soluzione finale.
L'India non ha ancora risposto sulle questione che ho sollevato ieri alle quali rimando  ma non credo sia necessario  ripetere.
Comincio col notare che i nostri amici opposti fanno costantemente riferimento alla "irricevibilità" delle richieste italiane di misure provvisorie.
Irricevibilità non è un termine normalmente associato con una fase di misure provvisorie. L'India usa il termine in un modo che sembra progettato per seminare la confusione, per confondere "procedimenti" "misure provvisorie" come se fossero una fase preliminare per definire competenza
Usando questa terminologia, a quanto pare cercano di estendere i requisiti per la prescrizione di misure provvisorie al di là di quelli che ho delineato ieri e di trasformare la fase attuale di richiesta di queste in quella, successiva e non di interesse odierno, relativa alla competenza e all'ammissibilità.
Un buon esempio di questa confusione deliberata è l'approccio di India ai rimedi locali.
Il professor Pellet dedicò gran parte del suo primo discorso di ieri l'articolo 295 del UNCLOS.
Non è riuscito, però, a rispondere in alcun modo a ciò che avevo detto al mattino. Il punto importante è che non è opportuno richiamare l'applicazione dell'articolo 295 nel corso di una fase di misure provvisorie. L'esaurimento dei ricorsi interni non è un problema che va sottoposto alla giurisdizione, prima facie, del tribunale VII. Piuttosto, si tratta di una questione che riguarda la ricevibilità di un caso. La questione dell'esaurimento dei ricorsi interni richiede un esame approfondito dei fatti relativi al merito, e non è adeguato alla natura urgente e accelerato di misure provvisorie relativo a questo procedimento. Se l'India vuole sollevare un punto su l' esaurimento dei ricorsi interni dovrà attendere che vengano considerati dal tribunale allegato VII.

La giurisprudenza di questo Tribunale, confermata espressamente nella / V Caso M "Louisa ha dichiarato espressamente che non era opportuno prendere in considerazione la questione dell'esaurimento dei ricorsi interni nella  fase di misure provvisorie e che dovrebbe invece essere "esaminato in una prossima fase del procedimento".
Busco stava facendo proprio questo  ieri, quando ha fatto riferimento a "diritti dell'Italia" essere in questione, non come l'onorevole Bundy aveva suggerito di affrontare i diritti dell'Italia in contrapposizione ai diritti dell'India.
I marines non sono "persone private" a cui si applica la protezione diplomatica. Esaurimento dei ricorsi interni è rilevante solo quando uno Stato sposa la pretesa di un "privato cittadino" (ressortissant). Essa non si applica se l'individuo è stato impegnato in attività ufficiali per conto del proprio Stato. Questo è confermato dal commentari della Commissione del diritto internazionale al progetto di articoli sulla protezione diplomatica e gli articoli sulla responsabilità degli Stati.
Sui fatti, i marines non sono privati ​​di ogni definizione, né agiscono a titolo privato. Essi sono funzionari statali della Marina Militare Italiana. Al momento dell'incidente nel febbraio 2012, sono stati schierati dalla Marina Militare Italiana e di esercitare funzioni ufficiali a bordo della Enrica Lexie. La regola di ricorsi interni non ha alcuna applicazione in questa situazione.
Mi rivolgo al mio terzo punto. Ieri il signor Bundy ha affermato che l'Italia ha ignorato il  punto che "c'è un limite temporale alla durata di eventuali misure provvisorie che può essere prescritto da questo Tribunale ", e ha affermato che questo Tribunale" non è chiamato a prendere in considerazione tutte le misure provvisorie che rimarranno in vigore per tutto la durata dell'arbitrato dell'allegato VII. "
Ho già risposto a questa contestazione in quanto è stata fatta anche in osservazioni scritte dell'India.
E 'semplicemente sbagliato. Ciò risulta chiaramente dalla pratica di questo Tribunale.
Le misure provvisorie previste dalla Legge del Tribunale del mare, ai sensi dell'articolo 290, comma 5, non hanno limiti temporali espressi (sia che si estende al di là della costituzione del tribunale all'allegato VII, o altro).

Vi rimando a recenti esempi di provvedimenti provvisori di cui nei casi  ARA Libertad e Arctic Sunrise. Naturalmente, ai sensi dell'articolo 290, comma 5, questo tribunale può prescrivere misure cautelari solo se hanno bisogno di essere prescritto davanti al tribunale allegato VII è in grado di farlo, ma questo non significa che le misure poi prescritti potrebbe durare solo fino a quando la arbitrale tribunale stesso è in grado di agire.
Articolo 290, paragrafo 5, si riferisce al tribunale arbitrale che può modificare, revocare o affermare, come ha fatto il tribunale MOX Plant, le misure prescritte da questo Tribunale; che non avrebbe alcun senso se il signor Bundy avesse ragione.

Quindi è del tutto appropriato per l'Italia di chiedere misure provvisorie che si estendono per l'assegnazione finale del tribunale arbitrale. India ha sostenuto molto nelle sue osservazioni scritte, e ieri, la posizione per cui  le misure provvisorie richieste dall' Italia non devono essere prescritte perché farlo pregiudicherebbe il risultato finale davanti al tribunale all'allegato VII. Che non è e non può essere il caso.
Per adottare il linguaggio del Tribunale in Ghana / Costa d'Avorio,invocata dai nostri amici di fronte, un ordine provvisorio di misure "in nessun modo pregiudica la questione della giurisdizione [tribunale allegato VII] relativa al merito della questione o relativi al merito stessi. "
L' India afferma che l'attuazione della decisione finale sarebbe stata fatta "impossibile o più difficile "se una delle misure provvisorie che  l'Italia chiede verrà prescritta. Ma essi non danno ragioni serie per questa affermazione.
Infatti, la maggior parte del lungo trattato di osservazioni scritte dell'India dal titolo Una richiesta di "pre-giudizio"  è semplicemente irrilevante per la domanda di pre-giudizio.
Si tratta per lo più una scusa per l'India per dipingere un quadro distorto e deviante dei fatti.
Per quanto riguarda la nostra prima richiesta di misure provvisorie, tutta l'India aveva da dire
Le osservazioni scritte sostenevano che la concessione avrebbe  pregiudicato  il merito ", implicando che
il procedimento di indagine e giudiziari condotti con rigorosa correttezza da India fino ad oggi sono stati in qualche modo inadeguato ".
Certo, non avrebbe significato  nulla del genere; sarebbe semplicemente ribadire che la questione del merito delle questioni è competenza del Tribunale allegato VII.
Per quanto riguarda la seconda richiesta in Italia, in India quasi dice più. Essi sostengono che "il sollevamento di tutte le restrizioni ai movimenti di libertà per e il signor Latorre e il sig Girone, sarebbe
come che il  Tribunale riconoscesse  che queste restrizioni ... sono illegittimi e illegali e che "ciò che l'Italia tenta di ottenere ... è un riconoscimento da parte ITLOS che le persone accusate hanno il diritto di rivendicare immunità dalla giurisdizione indiana tribunali ".

Semplicemente leggere questo mostra come inverosimile siano queste affermazioni .  Essi mostrano che l'India non ha semplicemente capito, o forse non vogliono capire, la natura delle misure provvisorie.
L' India dovrebbe sapere che le misure che cerchiamo, come tutte le misure provvisorie, resterebbero in vigore fino alla loro  modificata o, al più tardi, fino alla decisione definitiva nel merito.
Ieri, il professor Pellet ha sostenuto che se i sergenti Latorre e Girone fossero in Italia quando si arrivasse alla sentenza , e se il tribunale allegato VII decidesse  che entrambi gli Stati hanno  giurisdizione in termini di UNCLOS, questo  pregiudicherebbe la questione in favore d'Italia.
Mr Francesco Azzarello, Ambassador of Italy
Che, con rispetto, è pura speculazione.
In primo luogo, una competenza concorrente non è ciò che una delle parti sta cercando. In secondo luogo, non possiamo sapere in che termini il tribunale arbitrale potrebbe effettuare tale constatazione. In terzo luogo, tale conclusione dovrebbe tener conto dell'immunità dei due funzionari dello Stato per gli atti compiuti in veste ufficiale, e degli atti compiuti, inoltre, in acque internazionali.
In ogni caso, seguendo il ragionamento dell' India i diritti dell'Italia sarebbero ugualmente pregiudicati da una decisione che lasci  i marines in India.

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MR Verdirame:
Signor Presidente, signori del tribunale, io voglio rispondere a un certo numero di osservazioni presentate dalle India ieri. Inizierò affrontando la posizione contraddittoria dell'India sul ruolo della UNCLOS. Io poi risponderò alle affermazioni più specifiche dell' India sulla questione del pregiudizio irreparabile e sulla questione di urgenza.
All'inizio mi permetta di ricordare un punto, che il professor Pellet descrive come un "elemento chiave", vale a dire che la questione della giurisdizione dell'India è ancora da stabilire da parte del Tribunale speciale indiano
Sir Daniel ha dimostrato che l'India ha parlato con due voci su questo tema dicendo in una dichiarazione giurata alla Corte suprema indiana che la questione sia stata già  risolta e sostenendo dinanzi a questo Tribunale che la questione è ancora pendente davanti ai suoi tribunali.
Signor Presidente, signori del tribunale, tre anni e mezzo dopo l'incidente, l'India non ha apparentemente ancora deciso se ha giurisdizione su questa materia. Il professor Pellet è intervenuto proprio nel descrivere questo come un "elemento chiave" per la posizione dell'india, ma è invece un elemento fondamentale in favore d'Italia.

L' India vuole continuare ad esercitare la giurisdizione. Vuole continuare a detenere un funzionario dello Stato italiano, e essere libera  di porre in detenzione un altro ufficiale dello Stato italiano, ma non ha neanche deciso se ha giurisdizione sul caso. Abbastanza straordinariamente, signor Presidente, l'India sostiene che l'Italia deve rimanere disponibile  esclusivamente ai  procedimenti nazionali indiani - un procedimento al quale l'Italia ha sollevato da subito e prontamente obiezioni..
L'India dice che è anche un abuso che l'Italia abbia  avviato un procedimento arbitrale internazionale. Mentre è 'giusto per l'Italia avviare un procedimento ai sensi UNCLOS in relazione ad una controversia che proprio la Corte Suprema dell'India con precisione caratterizza come riguardante l'interpretazione delle disposizioni dell'UNCLOS.

Per quanto riguarda l'idea che ci fosse una sorta di "bivio" qui e che l'Italia ha optato per il processo interno, questo è così del tutto infondato che merita a malapena attenzione.
L'Italia non ha optato per delle procedure nazionali. I suoi marines sono stati sottoposti con la forza a questo; e, in ogni caso, non vi è alcuna base o precedente per il concetto di "bivio" nell'ambito di un procedimento inter-statali.
Ma Counsel per l'India va oltre, sostenendo che la questione della competenza nell'ambito dell'UNCLOS è per il Tribunale speciale dell'India - non l'allegato VII tribunale - da determinare. Allo stesso tempo, si dice che il tribunale allegato VII e questo Tribunale non  hanno alcuna competenza nell'ambito dell'UNCLOS. Il professor Pellet è arrivato fino a suggerire che la questione "non ha appena un collegamento con la legge del mare". L'India non può credibilmente sostengono che i diritti CNUDM rivendicati dall' Italia non sono ancora maturati per chiedere  misure provvisorie, in circostanze in cui il proprio sistema giuridico non è stata in grado di determinare la posizione sotto UNCLOS in tre anni e mezzo.

Signor Presidente, signori del Tribunale, come Sir Michael ha appena ribadito, si tratta di UNCLOS. La Corte Suprema dell'India ha visto in questi termini troppo, e discusso diverse disposizioni in lunghezza. Posso chiederle di piacere dare un'occhiata alla seconda frase del paragrafo 101 a scheda 13 cartella dei giudici indiani, dalla sentenza della Corte Suprema indiana.
L'Unione dell'India ha deciso, in accordo con il capo Giustizia dell'India, di istituire un Tribunale speciale per giudicare questo caso e di disporre degli stessi in conformità con le disposizioni del [un certo numero di leggi indiane] e soprattutto con le disposizioni dell'UNCLOS 1982 dove non c'è conflitto tra la nazionale legge e UNCLOS 1982.
Signor Presidente, signori del Tribunale, l'Italia ovviamente non è d'accordo che la legge nazionale India sovrastil' UNCLOS. L'Italia vuole i suoi diritti stabiliti nell'ambito dell'UNCLOS - non sotto UNCLOS quanto UNCLOS è compatibile con indiano norma di legge.
A queste condizioni l'italia otterrà alla fine un processo, Counsel per l'India, dice e dovrebbe impegnarsi per una questione di "buona fede" a riconoscere l'applicazione dei  UNCLOS "dove non c'è conflitto con la legge indiana". Questo commento è trovato nella sentenza chiave da parte della Corte Suprema indiana sui punti controversi davanti al tribunale di cui all'allegato VII.
Ci vuole una vista sulla gerarchia tra diritto internazionale e diritto interno, che lo vincolano direttamente agli obblighi previsti dell'UNCLOS.
In ogni caso, l'Italia e l'India hanno concordato nell'ambito dell'UNCLOS che le controversie sulla interpretazione e l'applicazione della convenzione sono determinati da un tribunale allegato VII, non da un  Tribunale speciale indiano . La disputa deve  ora essere portata in quella Allegato VII tribunale.
Infine una  considerazione molto importante: la Corte Suprema indiana almeno vide chiaramente ciò che è stato chiaro per l'Italia tutta: Che in questa materia, che il consiglio di India dice "ha appena un collegamento con la legge del mare", le disposizioni UNCLOS sono in realtà "di importante riferimento ".
Signor Presidente, signori del tribunale, vorrei ora esaminare se le richieste contraddittorie dell'India riguardano due richieste d'Italia, in particolare per quanto riguarda il pregiudizio e l'urgenza
La nostra prima richiesta - si ricorderà - è che l'India sospenda la sua giurisdizione nazionale durante la pendenza del procedimento.
Il Tribunale speciale indiano non può continuare ad occuparsi della determinazione dei diritti di cui disposizioni UNCLOS, mentre la determinazione di tali diritti è allo stesso tempo pendente dinanzi al tribunale all'allegato VII.
E 'ora è  quel tribunale a decidere chi, tra Italia e India, è corretto nelle interpretazioni concorrenti delle disposizioni UNCLOS che sono chiaramente e in maniera "Importante" impegnati in questo caso.
E 'proprio l'Italia si è rivolta sotto UNCLOS per avere questa risposta sulle controversie concernenti l'interpretazione e l'applicazione delle disposizioni della convenzione giudicate dal tribunale allegato VII. L'esercizio della giurisdizione nazionale deve ora attendere il risultato del procedimento dell'allegato VII.
Un principio a cui ho già accennato ieri è particolarmente importante in questo contesto.
Gli Stati devono decidere la competenza e l'immunità, in via preliminare - in limine litis.
 Ma, la "fin dall'inizio" non può durare tre anni e mezzo - e non solo. E quando lo fa, il pregiudizio non può essere detto per svanita. Al contrario, il restando in questa situazione i diritti dell'Italia sono più danneggiati , dato che l'India - anche se non ha ancora deciso sulla  propria competenza - la sta esercitando.

Signor Presidente, signori del Tribunale, lasciatemi ora passare alla seconda richiesta italiana.
La opposizione dell'India si riduce a questo: non possiamo lasciar andare il sergente Girone, che abbiamo già detenuto per tre anni e mezzo. Abbiamo bisogno di lui come una garanzia - come ha detto il professor Pellet "la presenza del sig Girone sul suolo indiano offre la garanzia".
Per quanto riguarda il sergente Latorre, è l'India a decidere se e quando la sua detenzione dovrebbe riprendere. Tra l'altro, afferma l'india, si può anche decidere in futuro che non abbiamo giurisdizione su questa materia, dopo tutto. Ma lui e il sergente Latorre devono rimanere soggetti alla nostra giurisdizione. E quanto al fatto che i marines non conosco ancora con quale reato, e in  norme e legislazione  verrà addebitato, è tutta colpa loro e dell'italia.

Signor Presidente, signori del Tribunale, si tratta di una linea semplicemente indifendibile per l'India. Permettetemi di fare quattro considerazioni in questo senso.

1) In primo luogo, il fatto che senza imputazione, fino ad ora, è stato disposto contro i due marines è un punto che sia Ulteriori Solicitor General Narasimha e il signor Bundy hanno concesso.  Signor Narasimha esplicitamente dichiarato nel suo discorso a questo Tribunale che la sospensione del procedimento tribunale speciale ha fatto sì che "le accuse preparate dal NIA sono state tenute in sospeso".
Signor Bundy ha ammesso che non ci imputazioni, sostenendo che sono stati i marines che hanno bloccato la ricezione da parte del pubblico ministero della relazione d'indagine.
Il Signor Narasimha ha accusato l'Italia per la mancata emanazione dell'imputazione, perché è l'Italia che ha "bloccato il procedimento".
Signor Presidente, signori del Tribunale, si tratta di un esercizio della giurisdizione penale. L'idea che la difesa ha "bloccato il procedimento" non è serio.

2) In secondo luogo, non solo l'India non è riuscito a addebitare i marines e non è riuscito ad identificare lo Statuto in base al quale avrebbero dovuto difendersi, l'India non ha anche deciso se, dopo tutto, è competente ai sensi dell'UNCLOS. E si vuole privare il Allegato VII tribunale delle sue prerogative in relazione alla determinazione di tale questione dicendo - in contrasto con la posizione assunta dal proprio Suprema Corte - che questa disputa non ha nulla a che fare con il diritto del mare.

3) In terzo luogo, il ritardo:  come abbiamo sentito da Sir Daniel, non può in alcun modo essere addebitato all'Italia. L'India è responsabile del proprio ordinamento giuridico - non l'Italia.
La tesi secondo cui il ritardonel sistema giuridico di uno Stato è colpa di un altro Stato - e uno Stato che si opponeva alla giurisdizione in tutto - è assurda. L' India cerca di rendere questa assurdità positiva suggerendo che i marines e l'Italia hanno abusato del processo interno indiano. Come abbiamo sentito, non vi è alcuna base per questo suggerimento. Fatemii sottolineare che di questo cosiddetto abuso del processo in relazione ai procedimenti in India non c'è traccia nella documentazione del procedimento indiano. Non è stato asserito dalla India, prima ai propri tribunali, tanto meno dalle corti. Non c'è un ordine o una sentenza che dice che l'Italia o i marines sono colpevoli di una qualche forma di abuso del processo nello svolgimento del contenzioso.
In ogni caso, come ho detto ieri, anche un individuo non cooperativo ha diritto a un giusto processo. Ovunque a Delhi la colpa di questo ritardo potrebbe trovarsi, il giusto processo avrebbe dovuto essere rispettato.

 4) In quarto luogo, come abbiamo detto ieri, ogni giorno trascorso in detenzione è irreparabile.
Tale principio era chiaramente una delle basi per l'Ordine in Arctic Sunrise, con la quale l'India non ha davvero impegnata. Tale principio è più acutamente qui rilevante, dal momento che vincoli sulla libertà sono andati più a lungo, senza accuse, e con incertezza sulla giurisdizione dell'India nei tribunali propri indiane.
 Signor Presidente, signori del tribunale, ora lasciatemi tornare alla questione di urgenza.

L' India ha cercato di rispondere all'urgenza con un lungo conto dei procedimenti giudiziari indiani. Ancora una volta, l'India intende avvalersi del ritardo prodotto dal proprio ordinamento giuridico per sostenere in qualche modo che non vi è alcuna urgenza. Ma che non coglie il punto.

La libertà è stata violata da una giurisdizione che non ha deciso in base al diritto indiano o secondo il diritto internazionale, e, come avete deciso per l'Arctic Sunrise, i vincoli alla libertà e al movimento costituiscono una situazione di urgenza impossibile da sanare successivamente.

Dr Neeru Chadha, former Additional Secretary and Legal Advisor, 


Il ritardo qui ferisce tutti coloro che sono stati coinvolti dall'incidente Enrica Lexie Esso ferisce coloro che hanno perso gli innamorati e vogliono conoscere la verità. Ma danneggia anche coloro che hanno avuto queste accuse, non propriamente formalizzate come imputazione sotto qualsiasi legge, appeso sopra le loro teste e che protestare la loro innocenza.
E non può essere suggerito che l'Italia e i marines devono essere biasimati per questo ritardo perché hanno rifiutato di concedere il caso concernente la competenzadi giurisdizione.
Il  Signor Bundy ha ricordato un passaggio in Ghana / Costa d'Avorio che dimostra la motivazione dell'urgenza.
In questo passaggio l'urgenza è definita dalla necessità di scongiurare un rischio reale e imminente che il pregiudizio irreparabile può essere causato ai diritti di cui trattasi.

Se posso disfare questa dichiarazione, il test per urgenza si compone di tre elementi.
1) Il primo elemento è che un danno irreparabile al diritto deve essere dimostrato. L'Italia ha mostrato chiaramente un danno irreparabile con riferimento a ciascuna delle due richieste e con un ampio supporto da giurisprudenza di questo Tribunale.
2) Il secondo elemento è l' imminenza. Abbiamo a che fare qui con esercizi continui di competenza, in relazione sia la prima e la seconda richiesta. Pregiudizio In corso deve presumere di essere anche imminente, a meno che non ci sia qualche buona ragione per pensare che sta per finire. Al contrario, India dice - e sto citando linguaggio usato ieri - che "il diritto di vedere finito questo processo" è un "diritto fondamentale per  India". Se mai ci fosse un diritto fondamentale, è uno che ha scelto l'India e ha accettato il principio di composizione delle controversie vincolante sotto la  Convenzione UNCLOS
 Ma, affermando in termini così chiari che continuerà con l'esercizio della sua competenza, l'India sta dissipando qualsiasi suggerimento che in questo caso "in corso" può in qualche modo non significa "imminente". Il requisito di imminenza è chiaramente soddisfatta.
 3) Passando al terzo requisito, signor Presidente e membri del Tribunale, il vero rischio, tale requisito è soddisfatto anche qui, perché il danno irreparabile al diritto dell'Italia non è una questione di valutazione probabile. Non si tratta di rischi ipotetici che deve essere valutata su base "rischio reale". Il pregiudizio irreparabile al diritto dell'Italia è certo e, di nuovo, in corso.
Quello che abbiamo qui non è solo un rischio reale di pregiudizio; abbiamo vero pregiudizio irreparabile. Noi soddisfiamo che elemento di un più alto grado. In aggiunta a un danno irreparabile che è reale, signor Presidente e dei membri della Tribunali, si deve anche fattore nella vostra valutazione del rischio reale che ci saranno ulteriori e aggravato pregiudizio irreparabile.
Questo aspetto deve essere esaminata attentamente alla luce delle osservazioni dell'india di ieri
Sappiamo che vi è un'udienza importante il 26 agosto; non sappiamo quale posizione l'Unione indiana avrà lì. Cose diverse potrebbe accadere a seconda della posizione che l'Unione di India è obbligata - anche se in ritardo- a prendere
Non abbiamo bisogno di fornire una valutazione dettagliata di questi diversi scenari a breve termine e degli ulteriori rischi che essi rappresentano per l'Italia perché si può semplicemente fare riferimento alle valutazioni contraddittorie dei "a breve termine" scenari qui che hai sentito ieri da Counsel dell'India.
Il professor Pellet ha detto: "nulla induce a pensare che essi" - cioè i loro casi ancora in corso in India - "non sarà risolta in tempi ragionevolmente brevi".
Signor Bundy però dice che "non c'è alcuna possibilità" che il procedimento del Tribunale speciale inizierà "nel prossimo futuro".

Da una valutazione proveniente dal Consigliere dell'India, ci viene detto che dobbiamo procedere sulla base che il procedimento indiana possa giungere al terminare in breve tempo. In un'altra valutazione, ci viene detto che non c'è nemmeno una possibilità nel prossimo futuro che  Tribunale speciale possa iniziare il procedimento. Come minimo, per il procedimento indiani da liquidare "in tempi ragionevolmente brevi",  ci deve essere un rischio molto significativo che in un prossimo futuro, il Tribunale speciale potrà iniziare il processo.
Semplicemente sulla base delle valutazioni di ciò che potrebbe accadere nel breve termine - questo è circa un breve lasso di tempo - da Counsel dell'India, dovrebbe essere per concludere che vi è qui un rischio - e un rischio che è almeno un rischio reale - che il pregiudizio irreparabile ulteriormente i diritti dell'Italia sarà presto inflitta attraverso il l'inizio del processo penale.
Signor Presidente, signori del Tribunale, fatemi vedere brevemente le conseguenze di atti indiani passare e anche arrivando a una conclusione prima che la questione è stato giudicato dal tribunale allegato VII.
L'India dice che, anche in questo caso, i diritti dell'Italia subirebbero alcun pregiudizio perché l'India accetterebbe la sentenza del tribunale VII.
Ma come può l' India rispettare una sentenza  a favore d'Italia che annulli le varie conseguenze dell'esercizio dell'India di giurisdizione? Tali conseguenze non possono essere annullate.
Il processo penale non può essere annullato. La detenzione non può essere annullata. Una volta che un procedimento indiano hanno raggiunto quello che - avete sentito da Counsel di India - è più o meno il risultato scontato di trovare marines colpevole, come potrebbe l'Italia a quel punto realisticamente far valere alcun diritto giurisdizionale?

Qualsiasi esercizio della giurisdizione da parte delle autorità italiane a quel punto sarebbe gravemente compromesso, anzi probabilmente del tutto compromessa. Un processo penale avrebbe già avuto luogo, anche se uno viziata ab initio dalla carenza di giurisdizione.
Ci potrebbe anche essere gravi impedimenti ad avere un secondo processo penale nei confronti della stessa infrazione: da argomenti di ne bis in idem, al fatto che un lungo periodo di custodia sarebbe già stato inflitto. Inoltre, il potere di punire, che è un elemento essenziale della giurisdizione penale, sarebbe stato non esercitato dallo Stato che aveva giurisdizione, ma da parte dello Stato che ne mancava
Questo è tutto danno irreparabile e il rischio che ciò avvenga in seguito alle valutazioni circa gli scenari a breve termine è urgente.
Signor Presidente e dei membri del tribunale, esiste un reale pregiudizio irreparabile che deriva dallo status quo, che è definito dall''esercizio continuo della competenza e l'imposizione continua di stati della barra, ma abbiamo anche un rischio reale di ulteriormente aggravato e un danno irreparabile.
Permettetemi ora di venire a alla motivazione fondamentale sull'urgenza, e che è il rapporto tra caso italiano  e la tempistica della richiesta avanzata.
Nel caso "Camouco", questo Tribunale ha fatto una distinzione importante. (Temo che. non sono stati in grado di fornire con la cartella 'una Giudici in questa citazione, ma si dovrà avere familiarità con esso)
 Il Tribunale ha dichiarato:
" Il Tribunale ritiene che non vi è alcun merito nelle argomentazioni della Resistente per quanto riguarda il ritardo nella presentazione della Domanda.
In ogni evento, l'articolo 292 della convenzione richiede un rapido rilascio della nave o il suo equipaggio una volta il Tribunale constata che una denuncia fatta è fondata. Non richiede lo Stato di bandiera di presentare una candidatura in qualsiasi momento particolare dopo il fermo di una nave o del suo equipaggio.
Questo è stato in relazione ai procedimenti di rilascio immediato
 In tale contesto, ci può forse essere stato qualche fondamento sostenibile per dire che il ritardo nel deposito di una applicazione dovrebbe gettare una luce negativa su richiesta dello Stato, ma anche in quel contesto il Tribunale ha detto chiaramente che questo non è il caso. La fondatezza della domanda deve essere valutata senza riferimento alla questione di ritardo nella presentazione di esso. Le premesse per cercare la liberazione immediata possono essere state soddisfatte prima, ma se non si interverrà al più presto quando sorgono questi presupposti non produce una sorta di preclusione giuridica, rendendo il ricorso irricevibile -. Non c'è proprio alcuna base per tale principio. La fondatezza del ricorso deve essere valutata quando viene portato davanti al Tribunale.
Lo stesso importante distinzione analitica si applica qui, e si applica a maggior ragione qui.
Avete sentito la storia dei negoziati e non si ripeterà quello che ha detto Sir Daniel. Vorrei solo aggiungere che una soluzione negoziata, una volta raggiunta, può avere effetto immediatamente e risolvere la controversia in modo permanente, anche se ci vuole molto tempo per raggiungere e non comporta una traiettoria coerente. Come ha detto Sir Daniel, c'è stato un sostenuto sforzo quando due nuovi governi si sono formati nel aprile 2014, ma che chiaramente è venuto a scadenza nel maggio 2015. Questo spiega il tempo perso, ma, ripeto, questo non è il problema quando si tratta di urgenza.
Questo Tribunale deve valutare l'urgenza delle circostanze dal  maggio 2015 quando è apparso chiaro che per l'Italia non c'era altro modo per poter affrontare le gravi e crescenti preoccupazioni diverse che  ricorrendo all'arbitrato internazionale sotto UNCLOS.
Signor Presidente, signori del Tribunale, con le ulteriori garanzie per affrontare le preoccupazioni dell'India, che Sir Daniel spiegato ieri e alla quale l'agente l'Italia tornerà presto, ci sostengono che l'Italia ha presentato due richieste adeguate, necessarie e urgenti.
Signor Presidente, ho concluso e io vi chiederà di chiamare agente in Italia

___________________________________________________________________________________
MR AZZARELLO: Signor Presidente, signori del tribunale, prima di leggere la nostra osservazione finale, mi permettono di dire qualche parola.
Vorrei iniziare con la questione della morte dei due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. l' India sostiene che l'Italia non ha tenuto conto del fatto che due indiani i cittadini hanno perso la vita.
Signor Presidente, signori del Tribunale, non è questo il caso. L'Italia deplora la morte di Valentino Jalestine e Ajeesh Rosa e ha espresso questa opinione in molte occasioni.
L'Italia ha anche fornito alle loro famiglie con i pagamenti ex gratia. E' deplorevole che il consiglio di India ha cercato di strumentalizzare questo fatto come un'ammissione di responsabilità da parte dei marines italiani.
Signor Presidente, signori del Tribunale, l'India ha anche suggerito che il Tribunale dovrebbero essere diffidente nel fidarsi che l'Italia rispetterà le sue decisioni, perché l'Italia ha una serie di precedenti di inadempienze ai propri obblighi internazionali.
Counsel per l'Italia ha già mostrato come l'Italia ha sempre onorato gli obblighi che si è assunta nell'ambito di questo caso.
Il riferimento  alla sentenza 238/2014 della Corte costituzionale italiana non tiene.
Le argomentazioni dell'India rispetto a questo caso non sono sostenibili in quanto il caso giuridico è di natura di ordine di grandezza completamente diverso.
Il caso davanti alla Corte costituzionale italiana riguardava il diritto di avere accesso a un ricorso giurisdizionale per le vittime dei crimini di guerra più eclatanti e crimini contro l'umanità commessi durante la Seconda Guerra Mondiale. La premessa del ricorso si basava sulla necessità di salvaguardare un fondamento costituzionale specifico: quella di accesso alla giustizia in caso di gravi violazioni dei diritti umani di un genere che costituiscono violazioni di jus cogens norme del diritto internazionale.
Questo caso deve essere letto tenendo conto delle circostanze aggravanti uniche.
Infatti la Germania aveva già ammesso davanti alla Corte Internazionale di Giustizia che crimini di guerra e crimini contro l'umanità erano stati commessi e che nessun giudice nazionale era disponibile per fornire riparazione alle vittime di tali crimini. Nell'incidente Enrica Lexie, i due marines mantengono la dichiarazione della loro innocenza e sulla questione di quale  sistema giudiziario sia competente, entrambi gli stati  disposti a esercitarla.
Signor Presidente, signori del tribunale, non ci dovrebbe essere alcun dubbio nella mente del tribunale che l'Italia rispetterà qualsiasi decisione che il Tribunale prendeerà. Non vi dovrebbe essere alcun dubbio che l'Italia si atterrà all'impegno - che ribadisco, - per fare tornare il sergente Latorre e il sergente Girone in India in seguito alla determinazione finale dei diritti dall'allegato VII tribunale, se ciò è richiesto dalla sentenza del tribunale.
Infine, signor Presidente, i membri del Tribunale, l'Italia prende atto delle osservazioni dell'India che i due marines sono attualmente soggetti a vincoli e prende atto della preoccupazione che l'Italia possa non essere pronta ad imporre qualsiasi forma analoga di controllo su di loro se fossero concesse le misure cautelari richieste da Italia. Italia invita il Tribunale a fare il suo ordine fatte salve le condizioni che ritiene opportuni a questo riguardo.
La ringrazio, signor Presidente. Con questo si conclude la mia dichiarazione.


Traduzione di Mirka Signorini 
(https://www.facebook.com/sakrim?fref=nf)

Fonte: 
https://www.itlos.org/fileadmin/itlos/documents/cases/case_no.24_prov_meas/ITLOS_PV15_C24_3_E_checked.pdf
https://www.facebook.com/events/1474902816139520/?ref=106&action_history=null

2 commenti:

  1. Questo rinvio porta al .pdf della mia traduzione del pomeriggio della seconda giornata,le conclusioni dell'India.
    Quel figlio di b.d- di Pellet ha approfittato alla grande di aver l'ultima parola.
    E' zeppa di accuse infondate e semplicemente false, ma per questo sono pagati ...

    http://supermario1949.altervista.org/Traduzione_TIDM_PV15_A24_4_It.pdf

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  2. Questo rinvio porta al .pdf della mia traduzione del pomeriggio della seconda giornata,le conclusioni dell'India.
    Quel figlio di b.d- di Pellet ha approfittato alla grande di aver l'ultima parola.
    E' zeppa di accuse infondate e semplicemente false, ma per questo sono pagati ...

    http://supermario1949.altervista.org/Traduzione_TIDM_PV15_A24_4_It.pdf

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