In questo documento si esamina lo "ANNEX 7" ai documenti indiani depositati al Tribunale di Amburgo.
Ballistic Expert Report n. B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012
www.seeninside.net/piracy/itlos-annex-07.pdf
Una Doverosa Premessa
Questo documento non dovrebbe neanche essere discusso. Per decisione del Tribunale di Kollam del 29/2/2012 i
Consulenti Tecnici della difesa (di seguito C.T.), due ufficiali dei
Carabinieri esperti di balistica, non furono ammessi alla Perizia
Balistica.
E quindi questo documento prodotto senza i tecnici della difesa giudiziariamente è "NULLO",
in Tribunale sarebbe ricusato dall'avvocato difensore e la Perizia
Balistica rifatta daccapo rispettando i diritti della difesa.
E' ovvio che a tre anni e mezzo dai fatti questo non è più possibile: il St.Antony è stato prima affondato e poi ricoverato su un prato aperto a tutti, le armi sono rimaste nella esclusiva disponibilità degli inquirenti indiani che ne possono aver fatto quello che vogliono. Il processo penale ha le sue regole e chiedendone il rispetto la difesa esercita un diritto e adempie un dovere.
I timbri dei "Carabinieri - Reparto Investigazioni Scientifiche"
che trovate nel documento non dimostrano, come si vorrebbe far credere,
che essi hanno partecipato a questa Perizia Balistica. I timbri sono
relativi agli atti di sequestro delle armi e dei materiali (26/02/2012) e
forse alle "prove di sparo" (ndr: link a video esplicativo) dove si spara con le armi in acqua o nel blocco di gelatina balistica per recuperare i proiettili che poi vannoconfrontati con quelli repertati (ndr: link a video esplicativo) sulle vittime o sulla scena del crimine (il peschereccio).
Ma a questa ultima fase, che poi è la perizia balistica vera e propria i Carabinieri sono stati esclusi. Quindi questo documento ha valore giuridico "zero".
L'iter seguito per la formazione del "report"
L'altro punto è che questo documento non è una perizia balistica, manca tutto quello che dovrebbe essere in una perizia balistica:fotografie, pesi, dimensioni, microscopio comparatore, gas cromatografico, spettrometro di massa etc.
Infatti è titolato "report", è un rapporto.
.
In assenza di veri e propri standard internazionali
i laboratori scientifici delle principali Polizie redigono i loro "atti
peritali" secondo le raccomandazioni emanate dallo SWG (SWGGun - Linee Guida per la documentazione degli esami di munizioni e loro componenti) e dalla IAI.Che prevedono una documentazione ben più esaustiva di quella giunta a noi dal Kerala.
SWGGun Guidelines (stralcio)
Ma questo Ballistic Report va
comunque esaminato in quanto è stato depositato come allegato a un
documento scritto indiano depositato il 4 agosto 2015 allo ITLOS di
Amburgo in cui si ribadisce perentoriamente con il supporto di 56
allegati, fra cui questo, la colpevolezza dei due militari italiani in ordine alla responsabilità per la morte dei due pescatori sul peschereccio St.Antony.
E quindi entra di fatto nell'impianto accusatorio indiano contro i due militari italiani.
Analisi del Ballistic Expert Report
Il documento di 36 pagine comprende:
- reperti provenienti dalle salme, quali proiettili, magliette, garze, pelle, unghie.
- armi, munizioni, giubbotti antiproiettile e canne di ricambio sequestrate sulla Enrica Lexie
- frammenti di proiettile repertati sul peschereccio St.Antony.
Quante armi hanno sparato
Il primo punto da chiarire per evitare equivoci e deduzioni da letture superficiali è: quante armi hanno sparato.
Nel testo si legge che: "presence of the compound nitrite detected on the barrel washing collected from item n. 6, 11, 13, 14 e 15.1" (presenza di composti nitriti rilevato sul lavaggio delle canne alla voce n. 6, 11, 13, 14 e 15.1)
Quindi su quattro fucili (di sei) e una canna di ricambio sono
stati rilevati residui di polvere da sparo. Il che è del tutto ovvio
trattandosi di armi o parti di armi, che possono aver sparato per
esercitazione o servizio operativo anche in tempi molto antecedenti alla
verifica.
I due fucili che non avrebbero sparato magari (ipotesi) potevano avere le canne nuove di fabbrica. La verifica è stata fatta sulle canne (barrel washing), se la facevano ad esempio sugli otturatori forse risultava che avevano sparato tutti e sei.
Durante
l'incidente erano di turno di guardia i fucilieri Latorre e Girone, e
sono loro ad aver sparato per ammissione e univoche testimonianze dei
presenti.
Elementi inutili alla presente trattazione
Una serie di
elementi inutili per questa analisi sono esclusi dalla stessa: garze,
pelle, magliette, munizioni, giubbotti, caricatori etc.
L'unico elemento di interesse sono le tracce di "copper" (rame) su alcuni reperti che verranno trattate in seguito.
Ora si vuole
entrare direttamente al centro dell'eventuale disaccordo interpretativo:
stabilire se i proiettili repertati sulle salme appartengano o meno a
quelli in dotazione al team militare italiano.
Verifiche di Corrispondenza Proiettili
Valentine Jelestine
Come si vede secondo questo Ballistic Report il fucile alla vocen.11 (Beretta SC 70/90 B18584H) ha sparato il proiettile repertato durante l'autopsia nella salma di V. Jelestine.
Si deve rilevare una macroscopica contraddizione in quanto le misure del proiettile repertato nell'autopsia di V. Jelestine sono completamente diverse da quelle del proiettile calibro 5.56mm in dotazione ai militari italiani (vedi Analisi ANNEX 4), come si può agevolmente verificare dall'immagine sottostante.
ANNEX 7: Bullet #1
Le misure
descrivono un proiettile molto più grande di quelle dei proiettili in
dotazione ai militari italiani e corrispondono con minime differenze a
quello del proiettile della cartuccia 7.62x54R;
Inoltre il proiettile viene indicato come "disfigurato" mentre in autopsia non vi è cenno che il proiettile repertato su V. Jelestine fosse "disfigurato".
Poiché l'evidenza è macroscopica e non si può sostenere che un proiettile calibro 7.62mm passi attraverso una canna di fucile calibro 5.56mm l'unica ipotesi possibile è che il proiettile esaminato non sia quello repertato nell'autopsia.
Conclusioni per Valentine Jalestine
Il proiettile repertato nell'autopsia non è quello indicato come tale nel Ballistic Report.
L'evidenza è macroscopica.
Jaees Pinku
Come si vede secondo il Ballistic Report il fucile alla voce n.14(Beretta SC 70/90 B18896H) ha sparato il proiettile repertato durante l'autopsia nella salma di J. Pinku.
Rivediamo le misure del proiettile repertato durante l'autopsia nella salma di J. Pinku. (vedi Analisi ANNEX 4)
"A metallic
bullet of length 2,4cm and maximum circunference 1,9cm with a point
tapering was found in the spleen covered by blood clot. - The bullet was
found compressed at the base and the base measured 0,7x0,4cm"
Un
proiettile metallico di lunghezza 2,4cm (ndr: 24mm) e massima
circonferenza 1,9cm (ndr: diametro 6,05mm) con una rastrematura a punta è
stato trovato nella milza coperto da coagulo di sangue. - Il proiettile
è stato trovato compresso alla base e la base misura 0,7x0,4cm
ANNEX 7: Bullet #2
Ci troviamo
quindi di fronte a un proiettile compresso e deformato dall'urto
evidentemente contro ossa molto resistenti, come conferma il passo
seguente:
"The coastal cartilage was found fractured an fragmented and the following organs transfixed in that order..."
La cartilagine della costola è stata trovata fratturata e frammentata e i seguenti organi trafitti in questo ordine...
Anche le
dimensioni della lacerazione dovuta all'ingresso del proiettile sono
incompatibili col foro di ingresso lasciato da un proiettile calibro
5.56mm.
"Lacerated penetrating wound of entrance 2,7x1,6 cm"
Ferita lacerata penetrante di entrata 2,7x1,6 cm (ndr: 27x16mm)
Discussione
E' evidente che se
il proiettile è descritto come disfigurato e compresso nell'autopsia è
di lunghezza 24mm, in origine la lunghezza era maggiore di 24mm.
Il proiettile della cartuccia 5.56x45mm in dotazione ai militari italiani è lungo 23mm, e se fosse "compresso" da un urto avrebbe una lunghezza minore di quella nominale, non maggiore.
Conclusione per Jaees Pinku
Il proiettile repertato nell'autopsia non è quello indicato come tale nel Ballistic Report.
Elementi
di corrispondenza fra il proiettile cal. 5.56mm e quelli indicati come
provenienti dalle due salme, descritti dal Ballistic Report (pag. 33 di
36)
ANNEX 7: page 33 of 36
Due proiettili di munizioni ordinarie e traccianti, contenuti alle voci 22.1 e 22.2 (ndr: cartucce calibro 5.56x45) furono disfigurate il laboratorio. I parametri fisici (ndr: le misure) del proiettile della munizione ordinaria contenuta alla voce n. 22.1 e della munizione tracciante contenuta alla voce 22.2 furono trovati approssimativamente simili ai proiettili contenuti alla voce 1.4(ndr: Pinku) e 2.3 (ndr: Jalestine).
In sostanza: erano comunque proiettili! Comparando una utilitaria e una Ferrari il Forensic Science Laboratory potrebbe dirci che sono entrambe automobili!
Terzi: Sui risultati della Perizia Balistica (LA7, 6 Aprile2013)
E' evidente che con il "approssimativamente simili" non si arresta e non si condanna nessuno, e il C.T. della difesa fatica molto a non lasciarsi andare a commenti irriguardosi.
Nelle
conclusioni di questo Ballistic Report si dichiara perentoriamente che i
proiettili sparati dai due fucili sottoposti a test "sono" quelli repertati nelle salme delle due vittime, mentre in realtà sono solo "approssimativamente simili", a dire che "non sono". E' utile ricordare che il Tribunale vive di certezze, le "approssimative similitudini" non sono probatorie e in questo caso non sarebbero nemmeno indiziarie.
Sarebbe di proscioglimento dei due accusati.
Analisi Relativa ai Frammenti di Proiettile Repertati sul Peschereccio St.Antony
Durante il sopralluogo eseguito dal Dr. NISHA (lo stesso firmatario del Ballistic Report)
il 17/2/2012 sul peschereccio St.Antony esaminando i fori sulle parti
in legno e i frammenti di proiettile recuperati si giunse alla
conclusione che i proiettili stessi erano calibro 5.56mm, e quindi due
giorni dopo si giunse all'arresto dei due militari italiani.
Esaminando il rapporto "Scene examination report No. B1-873/FSL/2012, 19 April 2012" (vedi Analisi ANNEX 8)
messo a disposizione dallo ITLOS il 27/8/2015 è apparso chiaro che
l'esperto non poteva apprezzare a occhio i centesimi di millimetro con
l'ausilio del metro a nastro, e quindi la conclusione sul calibro dei
proiettili era "campata in aria". Ma questa conclusione rese possibile l'arresto dei due militari italiani.
Verifichiamo ora esaminando le risultanze del Ballistic Expert Report (ANNEX 7)
se dai frammenti di proiettile repertati in quella occasione
esistessero elementi tali da giustificare le conclusioni che i
proiettili giunti sul peschereccio St.Antony fossero calibro 5.56mm;
Voce 31.1 - Frammento di proiettile repertato sul tetto del peschereccio (lato posteriore)
ANNEX 7: page 35 of 36
Il mantello frammentato del proiettile, contenuto nella voce31.1, è similare al mantello del proiettile ordinario contenuto alla voce 22.1;
Non è possibile stabilire se i pezzi frammentati del mantello sono
scaricati attraverso ognuna delle armi o delle canne di ricambio
coinvolte in questo caso o no.
Stiamo parlando del mantello esterno del proiettile spesso qualche decimo di millimetro, o meglio di "frammenti del mantello esterno"
ANNEX 7: Frammenti di proiettile
Vediamo ora di che frammenti si tratta.
ANNEX 7: page 34 of 36
I materiali contenuti alla voce 31.1 includono (ndr: compreso minuscoli pezzi di legno) il mantello rotto di un proiettile sparato, con sei righe di pieni e cave. Il peso era di 0,89 grammi ed aveva le dimensioni di 13,7x6,7mm. I componenti metallici di un proiettile ordinario smontato e quello contenuto alla voce 31.1 sono similari.
Discussione
Appare evidente che da
un pezzo di mantello così minuscolo non si potesse stabilire durante il
sopralluogo sul peschereccio St.Antony che i proiettili fossero calibro
5.56mm.
Anche l'esame fatto in questo Ballistic Report non può stabilire se questo frammento sia stato sparato da una delle armi sequestrate, limitandosi a una condizione di "similarità" con il mantello dei proiettili cal 5.56 sequestrati.
E' bene chiarire che "similare" non significa nulla, moltissimi proiettili militari hanno incamiciature (mantello) praticamente identico, fatto di leghe metalliche simili o identiche.
Basta guardare l'immagine a seguire per rendersi conto che un giudizio di similarità nella comparazione non dimostra nulla.
ANNEX 7: Proiettili blindati (FMJ) di calibri diversi
Ma in Italia
nell'aprile 2012 fece scalpore la notizia di fonte indiana che indicava
la "compatibilità delle rigature" fra i proiettili repertati e le armi
sequestrate, e che venne da molti interpretata come "la prova della colpevolezza" dei due accusati.
MARO', PER LA PERIZIA ARMI COMPATIBILI. QUEI FUCILI HANNO UCCISO I PESCATORI
(LA STAMPA DEL 10.04.2012)
(...) Parlando
telefonicamente all’ANSA, la responsabile del dipartimento di balistica
N.G. Nisha ha confermato i risultati delle prove condotte su otto armi
(oltre ai sei fucili Beretta, due mitragliette FN Minimi di
fabbricazione belga) e precisato che il rapporto sui test di tiro, la
balistica e le impronte digitali è stato consegnato al magistrato. "Dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai cadaveri delle vittime abbiamo stabilito che sono compatibili con le rigature delle canne di due fucili", ha detto.
Poiché l'unico riferimento alle rigature contenuto nel Ballistic Report è questo del frammento 31.1 è utile verificare se queste "compatibilità delle rigature" fossero realistiche o non si sia trattato piuttosto di un abbaglio, o altro.
Rivediamo la descrizione del frammento:
I materiali
contenuti alla voce 31.1 includono (compreso minuscoli pezzi di legno,
nda) il mantello rotto di un proiettile sparato, con sei righe di pieni e cave. Il peso era di 0,89 grammi ed aveva le dimensioni di 13,7x6,7mm. I componenti metallici di un proiettile ordinario smontato e quello contenuto alla voce 31.1 sono similari.
Poiché il
fucile Beretta SC 70/90 in calibro 5.56mm ha la canna con 6 rigature
destrorse e passo 178mm, ad un valutazione superficiale la notizia
sembra avere fondamento: 6 rigature sono sul pezzo 31.1 e 6 rigature sono nella canna del fucile italiano!
ANNEX 7: Le rigature della canna impresse sul proiettile al momento dello sparo
In realtà se sviluppiamo la circonferenza del proiettile cal. 5.56 otteniamo una dimensione di sviluppo pari a 17.5mm.
Il frammento 31.1 con le 6 rigature è di dimensione 13.7mm, quindi minore (vedi le differenze dimensionali nell'immagine sotto)
ANNEX 7: Sviluppo in piano del mantello di un proiettile 5.56 (blu) comparata al referto 31.1 (rosso)
Sopra: a sinistra in blu lo sviluppo in piano del mantello esterno di un proiettile calibro 5.56mm; a destra in rosso il pezzo 31.1. Ovviamente entrambe i pezzi hanno le 6 rigature.
E' evidente anche a un esame superficiale che il frammento di cui alla voce 31.1 così come è stato descritto:
- non può avere le rigature compatibili con quelle del Beretta SC 70/90;
- non può essere parte di un proiettile cal. 5.56.
ANNEX 7: Mantello di un proiettile 5.56 (blu) comparata al referto 31.1 (rosso) #1
Nell'immagine sopra sono rappresentate in scala (tranne la profondità delle rigature, per chiarezza di esposizione) le sezioni di:
- a sinistra (blu) sezione di proiettile cal. 5.56mm passato attraverso la canna.
- a destra (rosso) sezione del proiettile originario del mantello alla voce 31.1
Le misure di
diametro sono quelle del calibro nominale (quelle reali si discostano
di alcuni centesimi di millimetro (4/100) per chiarezza espositiva.
- BLU: si apprezza il diametro esterno del proiettile, l'angolo dei pieni e dei vuoti di 30° (360°/12)
- ROSSO: si apprezza l'arco di cerchio di 13.7mm corrispondente alla dimensione del lato più lungo del frammento 31.1; che copre un arco di 282,35° (360° - 77,65°)
Si apprezza che l'arco di cerchio lungo 13.7mm con impresse 6 rigature (6 vuoti + 6 pieni) come descritto nel Ballistic Reportmostra una misura dell'angolo di 23,53°, completamente diverso dai 30° delle rigature del fucile Beretta SC 70/90.
ANNEX 7: (3D) Mantello di un proiettile 5.56 (blu) comparata al referto 31.1 (rosso) #2
La visione 3D aiuta a comprendere quanto prima descritto.
Conclusioni analisi frammento 31.1
- Il frammento 31.1 descritto in Ballistic Report dimostra che non può provenire da un proiettile cal. 5,56mm: gli angoli di rigatura sono completamente diversi.
- Non c'è nessuna "corrispondenza delle rigature" con il fucile Beretta AR 70/90
- Il frammento 31.1 descritto in Ballistic Report dimostra che i colpi giunti sul St.Antony non sono stati sparati dai militari italiani.
Voce 31.2 - Frammenti di proiettile repertati nella zona del cilindro del gas del St.Antony
ANNEX 7: page 34 of 36
Il pezzo metallico contenuto alla voce 32.1 e uno "steel core" di un proiettile
Lo "steel core" è un nucleo di acciaio posto all'interno del proiettile per esaltarne le capacità di penetrazione nei "bersagli duri" (acciaio degli elmetti, giubbotti antiproiettile, etc)
Praticamente ogni proiettile militare ha varie versioni (ordinario, tracciante, a salve, blindato... etc). Nell'immagine sotto le varie versioni del proiettile 5.56x45mm.
ANNEX 7: I diversi tipi di 5,56x45 e alcuni tipi di steel core
Infatti nello stesso Ballistic Report si indica che non si può indicare una corrispondenza fra questo steel core recuperato e quelli ricavati da disfigurazione dei proiettili sequestrati.
ANNEX 7: page 35 of 36
Le tracce di "Copper" (rame)
Su alcuni reperti colpiti da proiettili sono state rivete tracce di Copper (rame) probabilmente a seguito dell'impatto del proiettile stesso.
La gran parte dei proiettili di armi da fuoco sono incamiciati con leghe metalliche contenenti rame, quindi l'evidenza "rame" è ininfluente ai fini delle indagini.
ANNEX 7: Conclusioni
Il Ballistic Report che
pur fece grande scalpore in Italia quando ad aprile 2012 ne uscirono
anticipazioni sui media è un documento contraddittorio, che contiene delle "conclusioni" e l'esatta negazione delle stesse.
L'esame tecnico è inesistente: una volta eliminato l'orpello si
limita alla affermazione perentoria che i due proiettili repertati
nelle due vittime sono stati sparati da due dei fucili sequestrati ai
militari italiani, per poi smentirsi con una identificazione di
"approssimativamente simili" (approximately similar). Sempre proiettili sono!
Il pezzo di
mantello alla voce 31.1 recuperato su peschereccio, in cui si vogliono
mettere su una dimensione di 13.7mm le 6 righe che nella canna del
Beretta stanno su 17.5mm può suscitare ilarità. Sempre rigature sono!
Quindi il Ballistic Report è ininfluente dal punto di vista giudiziario per:
- Nullità giuridica perché prodotto contro i diritti della difesa;
- Palesi contraddizioni fra le conclusioni e quanto esposto nel testo del documento.
Ora, a parere
del sottoscritto, la NIA potrà portare anche cinquecentomila testimoni
disposti a giurare di aver riconosciuto dalle coste del Kerala Latorre e
Girone che dalla Enrica Lexie sparavano sul peschereccio St. Antony.
Ma le dimensioni dei proiettili repertati nell'autopsia sempre quelle rimangono.
I media italo-indiani potranno anche scrivere che una "nuova perizia" (il Ballistic Report appunto) smentisce la "vecchia perizia" (l'autopsia!) dimostrando la "colpevolezza italiana", ma questo non cambia lo "approximately similar" che indirettamente conferma quanto indicato in autopsia.
Rimane il fatto che il Ballistic Report (ANNEX 7) e il sopralluogo sul peschereccio St.Antony (ANNEX 8) hanno
voluto dare l'aurea della scientificità a un pregiudizio di
colpevolezza consentendo le accuse e l'arresto dei due militari
italiani, che invece dovevano essere prosciolti lo stesso giorno delle
autopsie, appena letti i referti e controllato il calibro delle loro
armi.
Roma li 04/10/2015