Nel corso delle
udienze che si sono svolte presso il Tribunale Internazionale sul
Diritto nel Mare di Amburgo (di seguito ITLOS), relative alla richiesta
di parte italiana per il ricorso all'arbitrato previsto dai trattati
internazionali vigenti, le due parti (Italia e India) hanno espresso per
bocca dei loro rappresentati ufficiali le proprie ragioni sulla
controversia.
Tutti i verbali degli interventi sono riportati in una apposita pagina web dello ITLOS, e sono scaricabili in formato .pdf;
LINK alla pagina ITLOS dedicata alla vicenda
Poiché lo ITLOS era stato chiamato a sentenziare unicamente sulla competenza di giurisdizione(quindi se spettasse all'Italia o all'India in diritto di imbastire un processo penale sui fatti del 15/2/2012)non
c'era ragione per nessuna delle parti di intervenire con affermazioni
di colpevolezza o innocenza a carico dei due accusati dall'India, M.
Latorre e S. Girone.
Ma mentre da
parte italiana ci si è attenuti a questo concetto da parte indiana è
accaduto il contrario e i rappresentanti dell'India hanno più volte
proclamato la colpevolezza dei due accusati come se questa fosse già
stata accertata in un processo penale che neanche in India è mai
iniziato.
Addirittura
prima ancora che l'ITLOS iniziasse le audizioni verbali dei vari
rappresentanti delle parti in causa l'India ha depositato un documento
scritto in cui si descrivono gli eventi e si proclama dandola per certa
la colpevolezza dei due militari italiani per la morte dei due
pescatori.
PDF Osservazioni sottoposte dall'India il 6 agosto 2015 - Vol. 1
da Written observations of the Republic of India, 6 August 2015 - Volume 1
Questo documento è corredato da una lunga serie di "Allegati" (ANNEXes)
dal n. 1 al numero 56, e per esperienza ritengo che in Tribunale i
proclami valgono assai poco se non sono supportati da elementi probatori
verificabili, e che questi elementi probatori sono in genere proprio
negli allegati chiamati esplicitamente a supporto del proclama, di
colpevolezza o innocenza che sia.
Ritengo inoltre che questa continua "proclamazione di colpevolezza" ripetuta continuamente per iscritto e per voce abbia potuto influenzare i giudici nella loro decisione finale.
Nessuno si
aspettava che a fronte della sentenza che ammette la controversia
all'arbitrato internazionale, ingiunge a Italia e India di sospendere i
provvedimenti giudiziari e rimanda la soluzione definitiva della
controversia al Tribunale dell'Aia, si sarebbe poi lasciato i due
accusati privati della libertà personale in India, e quindi ancora sotto
la giurisdizione penale indiana. Sembra un controsenso.
Leggo inoltre
che l'ITLOS ha ingiunto alle due parti Italia e India di presentare
entro il 24 Settembre un documento riepilogativo sulla vicenda che
diventerà "Atto" ufficiale sia allo ITLOS che al Tribunale dell'Aia.
E' evidente che
se da parte indiana si continua a proclamare la colpevolezza di Latorre
e Girone con documenti scritti supportati da 56 Allegati, e da parte
italiana non si contesta quello che è ormai un dato di fatto creato
dall'India e non rigettato dallo ITLOS, questo influirà negativamente
sulla percezione che i giudici avranno della vicenda, apparendo una
tacita ammissione di colpevolezza, e condizionerà a danno dell'Italia
sia i giudici dell'ITLOS sia i prossimi a l'Aia, che non avranno altro
punto di riferimento che la versione indiana e saranno portati a credere
che non esistano argomenti di contestazione.
Poiché da oltre
tre anni seguo la vicenda su tutte le fonti aperte disponibili ed ho
maturato una conoscenza approfondita su alcuni non marginali aspetti
tecnici ricostruttivi, e poiché non sono mai riuscito ad avere accesso
ai documenti dell'inchiesta indiana, ho deciso di richiederli allo ITLOS
in base al principio che ogni documento che entra in un Tribunale ha da
essere pubblico, a meno che non vi siano ragioni legali per negarlo.
Non ho
richiesto "tutti" i 56 allegati ma solo quelli che riguardano il profilo
tecnico e ricostruttivo degli eventi, che rientra nelle mie
pluridecennali competenze di "Court Expert".
L'ITLOS dopo
poche ore dalla richiesta fatta via e-mail ha risposto positivamente
inviandomi tutto quanto richiesto tranne due documenti ritenuti "confidenziali".
La risposta dell'ITLOS alla mia richiesta di accesso alla documentazione processuale
Sono quindi
entrato in possesso, per concessione dell'ITLOS e senza vincoli
sull'utilizzo, dei documenti ufficiali indiani con i quali si è inteso
supportare presso lo stesso ITLOS i proclami di colpevolezza italiana
scritti e proclamati a voce.
- ANNEX-01 - Indian Coast Guard, diary of events, 2012
- ANNEX-02 - First Information Statement of Mr Freddy, 15 February 2012
- ANNEX-03 - Kerala police charge sheet, 15 February 2012
- ANNEX-04 - Post-mortem report of Mr Ajeesh and Mr Valentine, 16 February 2012
- ANNEX-05 - Search list for weapons, 26 February 2012
- ANNEX-06 - High Court of Kerala order releasing the MV Enrica Lexie and its crew, 29 March 2012
- ANNEX-07 - Ballistic Expert Report No B1-1001/FSL/2012, 4 April 2012
- ANNEX-08 - Scene examination report No. B1-873/FSL/2012, 19 April 2012
- ANNEX-27 - Statement of Mr Vitelli Umberto, Captain of the MV Enrica Lexie, 15 June 2013
- ANNEX-29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013
- ANNEX-33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013
- ANNEX-46 - Affidavits of Mr Kinserian, Mr Freddy and Mr Michael Adimal, 30 July 2015 and 30 August 2015
- ANNEX-47 - Photographs
- ANNEX-48 - Position of the St.Antony and the MV Enrica Lexie at the moment of the shooting
Questo lavoro sarà quindi l'analisi dei documenti ricevuti "come se fossi"
un Consulente Tecnico della Difesa. E quindi con il compito di
verificare che siano o meno probanti quanto sostenuto dall'accusa alla
quale, è bene ricordare, spetta "dimostrare" la colpevolezza e non soltanto di "proclamarla".
La Difesa
esercita un diritto e adempie a un dovere evidenziando carenze,
omissioni, contraddizioni e quant'altro dell'impianto accusatorio,
ricordando che in Tribunale l'accusa deve fornire "certezze", non ipotesi e meno che mai congetture.
IMPORTANTE
Dalla lettura degli allegati ITLOS emerge una circostanza sino ad ora inedita di cui però dovremo necessariamente tenere conto nel corso dell'analisi:
in ANNEX 29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013:
"Ship time is 30 minutes behind IST" (Pag. 4 ultima riga)
in ANNEX 33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013:
"The ship time is 30 minutes behind Indian Standard Time" (Pag. 4 riga 9)
Sulla Enrica Lexie gli orologi non segnano l'ora locale dell'India ( +5:30) che ha adottato un fuso orario intermedio, ma quello universalmente considerato standard a quella longitudine (TIME ZONE E (echo) + 5:00). Pertanto nel redigere il timing degli eventi alcuni orari dovranno essere rivisti, spostandoli indietro di 30 minuti. Questa circostanza sarà contrassegnata di seguito con l'icona (Enrica Lexie Time - Ship Time).
in ANNEX 29 - Statement of Mr Sahil Gupta, Crew member of the MV Enrica Lexie, 26 June 2013:
"Ship time is 30 minutes behind IST" (Pag. 4 ultima riga)
in ANNEX 33 - Statement of Mr Victor James Mandley Samson, Crew member of the MV Enrica Lexie, 24 July 2013:
"The ship time is 30 minutes behind Indian Standard Time" (Pag. 4 riga 9)
Sulla Enrica Lexie gli orologi non segnano l'ora locale dell'India ( +5:30) che ha adottato un fuso orario intermedio, ma quello universalmente considerato standard a quella longitudine (TIME ZONE E (echo) + 5:00). Pertanto nel redigere il timing degli eventi alcuni orari dovranno essere rivisti, spostandoli indietro di 30 minuti. Questa circostanza sarà contrassegnata di seguito con l'icona (Enrica Lexie Time - Ship Time).
ANNEX 1: GUARDIA COSTIERA, IL DIARIO DEGLI EVENTI
Il diario degli eventi fornito dalla Guardia Costiera indiana (di seguito ICG) relativi allo "sparamento dalla petroliera Ernica Exie" (nessun errore, questo il titolo del documento)
sarà esaminato dal momento dell'incidente fino all'arrivo della nave
italiana nei pressi del porto di Kochi dove sarà costretta all'ancora,
ovvero alle fasi della vicenda che precedono l'irruzione a bordo da
parte delle Autorità indiane. E' quello che ci interessa per la
ricostruzione dei fatti processualmente rilevanti.
N.B: Per gli orari potete guardare la figura con la conversione degli orari più sopra
.Nella
ricostruzione cronologica fornita in ANNEX 1 dalla ICG si vuole dare un
quadro drammatico degli eventi: accreditando la versione della Enrica
Lexie (di seguito Lexie) che si allontana senza dare l'allarme
sottraendosi così alle proprie responsabilità: la "fuga"; magnificando
l'efficienza tecnologica-investigativa che ha portato
all'identificazione dei colpevoli: la "caccia"; quindi si descrive
l'efficacia dell'operazione aeronavale senza la quale non si sarebbe
potuti giungere ad assicurarli alla giustizia: la "cattura"
Fuga, caccia e
cattura. Le tre parti di un racconto che come dimostrerò è semplicemente
falso. Ancora una volta si deve evidenziare un pregiudizio da parte
della Guardia Costiera che tramite una serie di comportamenti omissivi
riporta i fatti in modo diverso da come si svolsero realmente.
La fuga
Così
come risulta nel rapporto inviato dal Comandante della Lexie, Umberto
Vitelli, e confermato successivamente agli inquirenti (ANNEX 27) dopo
aver udito gli spari e subito dopo aver ordinato all'equipaggio di
mettersi al sicuro (...this is not a drill, and everyone proceed to
Engine Control Room we are under pirate attack...) attiva l'allarme SSAS
(Ship Security Alert System) della nave che in automatico e in tempo
reale invia i dati salienti dell'accaduto alle Autorità nazionali
italiane e al Centro di Coordinamento Soccorsi Marittimi (MRCC)
competente in quell'area: IMRCC (quello dalla Guardia Costiera Indiana
con sede a Mumbai).
Il rapporto inviato dal comandante della Lexie ad armatore e organizzazioni antipirateria (MSCHOA-UKMTO)
La prima
evidenza che l'allarme venne effettivamente lanciato ce la fornisce lo
stesso Vitelli quando comunica di essere stato già contattato dalla Nave da guerra "Grecale",
la fregata lanciamissili italiana che nell'ambito della missione NATO
antipirateria "Ocean Shield" incrocia nel golfo di Aden a 992 miglia
nautiche (di seguito Nm) dalla Lexie (oltre 1800 Km). Troppo distante per poter intervenire.
(fonte: comunicato Uff. Stampa Marina Militare su L'Unità del 2 aprile 2013)
Tornerà a
parlare del SSAS l'avvocato Sir Daniel Bethlehem QC (Member of the Bar
of England and Wales) il 10 agosto 2015 durante la prima udienza ITLOS,
affermando che:
"La
posizione della nave, come raffigurata sulla mappa, è stata ripresa da
quanto generato in automatico dal Sistema Allarme e Sicurezza della nave
Enrica Lexie, attivato alla rilevazione dell’apparente attacco pirata,
ed è compresa nel Messaggio generato in automatico in quel momento.
(...) Le coordinate indicate nel Messaggio sono state generate in
automatico quando è stato premuto il pulsante di allarme. Nessuno
contesta, essendo questo un dato di fatto, che l’incidente abbia avuto
luogo ben oltre il mare territoriale Indiano." (pag. 7 #32-39)
PDF TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA PUBBLICA DELL'ITLOS DEL 10 AGOSTO 2015
Il messaggio di allarme SSAS esiste ed è allegato agli atti (ANNEX A3)
Il messaggio automatico generato dal SSAS della Lexie
La pretesa indiana di non aver ricevuto l'allarme SSASstarebbe
a significare che tutto il sistema indiano preposto al soccorso e
all'ascolto era fuori servizio. Non solo le basi terrestri ma anche le
navi militari alla fonda o in navigazione.
Le installazioni militari e della polizia del Kerala nel tratto di costa antistante l'incidente
Appare assai
grave che una richiesta di soccorso sia stata ricevuta da tutti meno da
chi lo doveva ricevere o peggio: sia stata ricevuta quindi ignorata
senza intervenire.
Nel merito della vicenda possiamo solo evidenziare che l'allarme SSAS che fu lanciato dalla Lexie alle 11.23 cronologicamente avrebbe dovuto essere il primo evento riportato dalla ICG in ANNEX 1 ma non c'è.
Una grave
omissione che stravolge completamente il quadro di riferimento e reca un
insanabile pregiudizio nei confronti degli uomini bordo della nostra
nave: essere fuggiti senza informare le Autorità indiane. Una biasimevole menzogna. Nulla di più falso.
La caccia
Alle 17:40 la Coastal Police Station di Neendakara (di seguito CPS) contatta IMRCC. La Polizia del porticciolo dove fa base il St.Antony informa che: "Una nave mercantile ha sparato contro il peschereccio St.Antony uccidendo due pescatori" [ 1 ] fornendo anche tutte le indicazioni ricevute fino a quel momento dal St.Antony (che la CPS nel suo rapporto (ANNEX 3) definisce: "cryptic informationregarding this incident) senza le quali sarebbe impossibile per la ICG avviare alcuna ricerca.
Alle 17:40 la Coastal Police Station di Neendakara (di seguito CPS) contatta IMRCC. La Polizia del porticciolo dove fa base il St.Antony informa che: "Una nave mercantile ha sparato contro il peschereccio St.Antony uccidendo due pescatori" [ 1 ] fornendo anche tutte le indicazioni ricevute fino a quel momento dal St.Antony (che la CPS nel suo rapporto (ANNEX 3) definisce: "cryptic informationregarding this incident) senza le quali sarebbe impossibile per la ICG avviare alcuna ricerca.
Indicazioni quali, ad esempio: nome della nave (Enrica Lexie), nazionalità della bandiera (italia), tipologia (petroliera), una sommaria descrizione (nera e rossa), luogo e orario dell'incidente (16:30, 20.5Nm al largo di Allepey), direzione velocità (330°, 13-14 kts.).
Se Neendakara
avesse fornito a IMRCC dati simili a questi l'ufficiale di servizio che
da quarantacinque minuti ha sul tavolo l'allarme SSAS della Lexie (che riporta ora e posizione dell'incidente, rotta e velocità della nostra nave)
avrebbe scatenato immediatamente l'intera ICG sulle tracce della Lexie.
Inizia invece la ricerca ad una generica "nave sospetta" (suspect
vassel) [ 3 ] che si protrae per un'ora e mezza.
Quali indicazioni fossero giunte dal St.Antony a Neendakara quindi a Mumbai, ovvero cosa e dove cercasse la ICG non è chiaro. Lo possiamo desumere dal rapporto stilato dal pilota dell'aereoricognitore Dornier CG760 (ANNEX A7) che riceve le istruzioni di missione quando è sulla pista in attesa dell'ordine di decollo.
Le istruzioni di missione fornite al pilota del ricognitore
Scrive il pilota: "Ero diretto a condurre la ricerca di una nave sospetta tra Kollam e Kodungallur".
Nessun altra indicazione: non si parla di petroliere, non si parla di
navi nere e rosse, non si indica se diretta a nord o a sud. Nulla.
La ricerca aeronavale
La ricerca avrebbe l'obiettivo di rintracciare una "nave sospetta" non meglio specificata in una area di 80 miglia (più o meno la distanza tra Civitavecchia e Ischia) in prossimità di uno dei porti cargo più moderni dell'India (solo nel 2012 nel porto di Kochi sono transitate oltre 20 milioni di tonnellate di merci), lungo la via d'acqua che interconnette Europa, Africa e terminali petroliferi arabi con l'Asia. La "western india marine highway", la rotta mercantile più trafficata del pianeta. In queste condizioni le possibilità di successo di una ricerca aeronavale risultano talmente basse che nei fatti non fu neanche tentata.
L'aereo non viene fatto neanche decollare e resta in attesa sulla pista, la ICGS Samar dirige "a tutta velocità" verso il luogo dell'incidente che è ormai deserto.
Secondo quanto riporta ANNEX 1 alle 19.10 grazie all'analisi dei dati AIS-SB (la rilevazione dei dati AIS invece che tramite stazioni costiere è assicurata tramite un satellite in orbita bassa) l'indagine esce dall'impasse. Dai tracciati AIS-SB infatti giunge la conferma: la nave sospetta è stata identificata: è la motonave Enrica Lexie. [ 4 ]
Le cose non
andarono proprio così. Nel rapporto militare redatto in seguito
all'irruzione sulla Lexie (ANNEX A9) abbiamo una descrizione più
esaustiva di come la ICG giunse all'identificazione:
Come la ICG giunse all'identificazione della Lexie
In realtà l'analisi AIS-SB, sempre che ci fossero dati di partenza corretti, restrinse la ricerca a quattro target compatibili, quattro navi da cui potrebbero essere stati esplosi i colpi contro il peschereccio (incidente St. Antony) ATTENTI ORA: ma siccome solo una delle quattro ha dichiarato alle autorità antipirateria di aver sparato (incidente Lexie) ... sono stati loro.
In pratica
hanno applicato la regola delle "puzzette in ascensore": quando tra
bambini a chi lamentava per primo "allarmi olfattivi" per schernirlo
s'usava dire: "chi la dice, l'ha fatta!". Il metodo investigativo indiano me la ricorda molto. La frase è diversa... l'odore identico.
La ICG procede quindi escludendo nel modo più categorico che possano essere più di una le navi da cui si spara quel pomeriggio, il motivo per ora ci sfugge. Lo capiremo quando saranno chiamati a spiegarlo ai giudici in sede dibattimentale.
Quattro sospettati un indagato.
Delle altre tre navi "compatibili"
si perde ogni traccia. Nel merito di questa analisi e per quanto
risulta 'agli atti' non vennero neanche interpellate sfuggendo così ad
ogni controllo.
All'epoca
dei fatti circolarono sulla stampa indiana i nomi di alcune navi (Kamome
Victoria, Ocean Breeze, MBA Giovanni) ma quando tentammo dei riscontri
emerse che per direzione, posizione e orari nessuna poteva essere
ricondotta alla scena del crimine
Invece siamo
certi, perchè denuncerà alcune ore dopo anch'essa un tentato
abbordaggio, che nell'area di ricerca come è stata definita dal pilota
si trova "almeno" un'altra petroliera nera e rossa (Olympic
Flair) ma data l'inattendibilità della documentazione fornita dalla ICG
in cui chi risulta non c'è e chi c'è non risulta non possiamo escludere
ce ne fossero altre, forse molte altre...
La questione dell'AIS
Sulla circostanza dell'essere stati identificati tramite tracciati AIS pesa un grave dubbio.
Si parlò del sistema anti-collisioni AIS nei
giorni immediatamente successivi l'incidente, quando qualcuno notò che
poco dopo essere stata rilevata in prossimità dello Sri Lanka alle 13:51del 14 febbraio la Lexie scompare dai tracciati AIS.
L'ultima posizione AIS della Lexie prima dell'incidente
E' prassi abituale spegnere l'AIS proprio per non essere individuati dai pirati approssimandosi alla HRA (l'Area ad alto rischio pirateria che comprende le coste dell'india occidentale).
Il percorso della Lexie attraverso la High Risk Area
Troviamo sul Giornale di Bordo della Lexie (ANNEX A14) un riscontro relativo a quel che accadde effettivamente.
Alle 18:00 del
14 febbraio il C.te Vitelli annota di aver dato le disposizioni
previste per la navigazione in HRA. Rinforzata la vigilanza, attivate le
precauzioni.
E per quanto ci è dato di capire e salvo la prova del contrario la Lexie naviga fin della sua partenza dallo Sri Lanka con il dispositivo AIS spento.
Sarebbe piuttosto imbarazzante per la ICG se la circostanza venisse confermata.
La Cattura
C'è un altro evento in ANNEX 1 che la ICG 'dimentica' di annotare:
Intorno alle 19:00 (ANNEX A9) poco prima di annunciare urbi et orbi di aver identificato la 'nave sospetta', IMRCC contatta via INMARSAT la Lexie, la circostanza è menzionata in diversi documenti (ANNEX 27) (A9) (A14) ma non in ANNEX 1.
Ecco come venne annotata la telefonata sul Giornale di bordo della Lexie dal C.te Vitelli.
Vitelli scrive a riguardo: "Ci hanno detto che erano stati informati circa il sospetto attacco pirata, di conseguenza avevano sequestrato due barche." - quindi l'allerta SSAS è giunta alla ICG - "Hanno fatto domande circa la nostra rotta e velocità," - quindi non erano ne visibili ne tracciati dal sistema AIS-SB - "mi hanno chiesto di virare e dirigermi a Cochin (India) per fare il punto e testimoniare"
- una bugia, un inganno, una falsa informazione o come riporterà alla
stampa "il comandante della Guardia costiera dell'India
occidentale, S.P.S Basra: una TATTICA INGEGNOSA" (da Il Giornale del 9 marzo 2012) di fronte alla quale Vitelli avanza una sola richiesta - "Ho chiesto, e ricevuto, una richiesta scritta" - che giunge poco dopo via e-mail.
La richiesta di dirigere a Kochi che IMRCC invia alla Lexie
Alle 19.45 la Lexie dirige verso Kochi così è riportato sul Giornale di bordo della nave: la nuova rotta impostata, la virata iniziata. Non sono state necessarie navi ed aerei per catturarla, è stata sufficiente una bugia.
Quando giunge a Kochi, come la ICG ha chiesto [ 10 ] viene destinata dall'autorità portuale (CPT Cochin Port Trust) verso un ancoraggio esterno, 7 Nm al largo. Getta le ancore alle 22:18monitorata dalla ICGS Lakshmibai in pattugliamento [ 11 ], il viaggio della Lexie è finito.
Gli 'effetti speciali'
La INS Kabra che salpa (19:30) [ 5 ], il Dornier CG760 che decolla (19:35) [ 6 ], la Polizia che invia 4 agenti a bordo della ICGS Lakshmibai [ 7 ], il ricognitore che avvista la nave e le intima di dirigersi a Kochi (alle 19:50 quando già la nave vi si sta dirigendo) [ 8 ], La ICGS Lakshmibai che salpa con la Polizia a bordo (giungerà in vista della Lexie solo alle 21:30) [ 9 ] non
fatevi impressionare, sono solo effetti speciali che la Guardia
Costiera indiana ha pensato di inserire di contorno nella storia. E non
si limiterà a questo.
La mattina del
16 febbraio, poco prima che la ICG e la Polizia (che ha inviato 36
uomini) facciano irruzione sulla nave, si porta un peschereccio simile
al St. Antony sotto le murate della Lexie.
Appena il tempo sufficiente per scattare da un aereo alcune fotografie che vorrebbero ritrarre "il carnefice", "la vittima" e "il giustiziere". Da notare che sia le navi che l'imbarcazione sono ferme.
Immediatamente
diffusa dall'ufficio stampa della Guardia Costiera, ripresa e rilanciata
da tutti i giornali e i siti di news del pianeta questa foto diventa
l'icona della "colpevolezza italiana" nonostante fosse apparso
chiaro sin dal momento del rientro del peschereccio nel porto di
Neendakara avvenuto la sera prima, che a partire dagli orari ma non
solo, qualcosa non tornava...
Ufficio stampa della ICG. Lancio stampa del 16 febbraio 2012
Il vero St.
Antony è ovviamente sotto sequestro a Neendakara, distante almeno 130 km
dalla petroliera. Quello che si vede nella fotografia è solo "simile",
trovato appositamente magari nella notte per iniziare la costruzione
della colpevolezza italiana evidentemente decisa a tavolino prima ancora
che inizino le indagini
Per una più ampia trattazione di questo specifico episodio:
www.seeninside.net/piracy/inizio.pdf
www.seeninside.net/piracy/beginning.pdf
www.seeninside.net/piracy/inizio.pdf
www.seeninside.net/piracy/beginning.pdf
ANNEX 1 Conclusioni
Il documento ANNEX 1 appare viziato da gravi omissioni e palesi contraddizioni al solo scopo di formare un quadro pregiudizievole. Quindi nessuna fuga, caccia o cattura solo
il puerile tentativo di accreditare una pretesa colpevolezza italiana,
con la Lexie che fugge nell'oceano indiano e la Guardia Costiera che
lancia una operazione aereonavale per andarla a catturare.
In concreto la
modalità con cui si giunge a circoscrivere l'area di ricerca quindi ad
identificare la nave risultano per nulla convincenti. Inspiegabile il
quadro investigativo con ben quattro sospettati di cui però uno solo sarà indagato.
Gravi le omissioni riguardo l'allerta SSAS come pure riguardo l'impiego di TATTICHE da parte di un Centro di Soccorso.
Ancor più grave che si sia andato a cercare un falso peschereccio St.
Antony per raggiungere questo scopo, tanto più che fin dalla sera
precedente si sapeva che esisteva una marcata contraddizione sugli orari
della sparatoria contro il peschereccio. Contraddizione che avrebbe
dovuto suggerire da subito una maggior prudenza rispetto alla
proclamazione del colpevole.
ANNEX 2: FIR, La deposizione di Freddy
Lo ANNEX 2 riguarda la prima testimonianza "recitata" (orale) resa alla Polizia da Mr. Freddy Bosco comandante del peschereccio al suo rientro nel porto di Neendakara.
L'inizio della deposizione
L'Orario dell'Incidente
Un'immagine del drammatico rientro del St.Antony nel porto di Neendakara, nel riquadro Freddy Bosco
L'approdo avviene intorno alle ore 11:00 PM ,
alla presenza di un gran numero di curiosi e dei media locali ai quali
al momento di scendere a terra Freddy rilascia delle dichiarazioni.
Dichiarazioni spontanee rese di fronte a microfoni, telecamere e testimoni alla presenza di un graduato di Polizia.
e registrate da VENAD News in un video rilanciato dai network
televisivi indiani (NTDV) e pubblicato il giorno seguente su
YOUTUBE.COM, all'indirizzo www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4 (dal minuto 2'05" a seguire)
Disponibile per la visione e il download anche al seguente indirizzo: seeninside.net/piracy/neendakara.flv
Le ho fatte tradurre dalla lingua Malayalam, in cui si esprime il Bosco. Traduzione che in seguito è stata ripetuta, verificata e confermata da innumerevoli soggetti (giornalisti e televisioni che hanno rilanciato la notizia nel luglio 2013).
La sparatoria contro il peschereccio St. Antony è avvenuta secondo il comandante del peschereccio alle ore 9:30 PM circa.
Da notare come, dopo che Freddy Bosco ha dichiarato che la sparatoria è avvenuta alle 9:30 PM nel video uno dei presenti chieda "ma non è avvenuta alle 5:00 PM?" - Bosco ribadisce: "No, alle9:30 PM".
Le parole con cui apre la ricostruzione dell'incidente sono proprio: "verso le 9:30 PM ho udito un rumore enorme..."
Le dichiarazioni a 'caldo' di Freddy Bosco rese alla stampa in presenza della Polizia
LE DICHIARAZIONI DI FREDDY BOSCO TRADOTTE
in lingua inglese: seeninside.net/piracy/freddy-eng.flv
in lingua italiana (*): seeninside.net/piracy/freddy-ita.flv
(*) traduzione a cura della RAI (Radiotelevisione Italiana), messo in onda il 3 luglio 2013
in lingua italiana (*): seeninside.net/piracy/freddy-ita.flv
(*) traduzione a cura della RAI (Radiotelevisione Italiana), messo in onda il 3 luglio 2013
Risulterebbe quindi evidente dalle dichiarazioni 'a caldo' del Bosco principale testimone della sparatoria, che al personale imbarcato sulla Enrica Lexie non può essere addebitata nessuna responsabilità in merito al duplice omicidio. L'incidente alla petroliera avviene tra le 4:00 PM e le 5:00 PM (cfr. Rapporto Latorre) e la sparatoria contro il St. Antony alle 9:30 PM
Nel luglio 2013 i media italiani rilanciano il contenuto del video
A questo punto Freddy Bosco, che ancora non sa nulla dell'incidente occorso alla Enrica Lexie, si reca nella locale stazione di Polizia per rilasciare la sua "FIR" (First Information Report - ANNEX 2); quella stessa stazione di Polizia che alle 5:40 PM ha
fornito alla Guardia Costiera le indicazioni dell'incidente al St.
Antony ottenendo tutte quelle relative all'incidente della nave italiana
.
Se le dichiarazioni rese alla stampa pochi minuti prima dal comandante del peschereccio venissero confermate qualcuno nella stazione di Polizia di Neendakara:
- dovrebbe
ammettere di essersi lasciato sfuggire i veri colpevoli del duplice
omicidio, incapaci ad arginare gli incidenti che con sempre maggiore
frequenza vedono coinvolti pescatori e naviglio mercantile;
ma soprattutto:
- dovrebbe spiegare in virtù di cosa: una
petroliera di oltre 104.000 tonn. che non batte bandiera indiana e sta
navigando fuori dalle acque territoriali, il suo equipaggio e persino l'unità militare di un paese NATO operante in ambito EUNAVFOR (sotto egida ONU) si trova in quel momento a Kochi, sotto custodia militare all'ancora.
DAI MIEI APPUNTI:
Vecchie
letture, marginali e talune prive di riscontri, ma utili per inquadrare
meglio il contesto e lo stato d'animo con cui Freddy Bosco si presenta
alla Polizia:
- Al momento dell'incidente la conduzione della barca era affidata a Jelestine (una delle vittime) che non aveva la "license"(ndr: patente nautica); e chi l'aveva stava dormendo. (Rohit Raj sul Deccan Chronicle del 28 aprile 2012);
- Il St. Antony motopeschereccio registrato in India è autorizzato ad operare solo all'interno delle acque territoriali, entro le 12 miglia nautiche (Samir Saran su The Hindu del 2 luglio 2012);
ovvero:
- Registrato in Tamil Nadu (ndr: dove il Bosco è residente) ai sensi della locale legge sulla pesca e non sui registri nautici nazionali (ai sensi dello Shipping Act del 1958), al St.Antony non sarebbe stato consentito navigare fuori dalle acque territoriali dello Stato dell'Unione indiana in cui era registrato (in SUPREME COURT OF INDIA - SLP(C) NO. 20370 of 2012 - para 29)
- Al momento dell'incidente la conduzione della barca era affidata a Jelestine (una delle vittime) che non aveva la "license"(ndr: patente nautica); e chi l'aveva stava dormendo. (Rohit Raj sul Deccan Chronicle del 28 aprile 2012);
- Il St. Antony motopeschereccio registrato in India è autorizzato ad operare solo all'interno delle acque territoriali, entro le 12 miglia nautiche (Samir Saran su The Hindu del 2 luglio 2012);
ovvero:
- Registrato in Tamil Nadu (ndr: dove il Bosco è residente) ai sensi della locale legge sulla pesca e non sui registri nautici nazionali (ai sensi dello Shipping Act del 1958), al St.Antony non sarebbe stato consentito navigare fuori dalle acque territoriali dello Stato dell'Unione indiana in cui era registrato (in SUPREME COURT OF INDIA - SLP(C) NO. 20370 of 2012 - para 29)
Sono
sufficienti pochi minuti davanti alle autorità per dimenticare quanto
affermato poco prima ai media, Freddy Bosco firma il FIR (ANNEX2): L'incidente è avvenuto alle 4:30 PM .
ANNEX 2 - brano nr.2 (ORARIO E POSIZIONE)
Per quanto attiene la difesa processuale questa deposizione si considera falsa, impossibile confondersi (alle 4:30 PM è giorno pieno, alle 9:30 PM è notte fonda), il teste si dimostra inattendibile.
E' inquietante che:
- La testimonianza di Bosco pur resa in presenza di un graduato di Polizia, davanti a decine di persone non trovi riscontro nella documentazione giudiziaria indiana.
- Lo stesso
Bosco negli anni successivi non farà mai cenno a questa testimonianza
insistendo più volte con dichiarazioni alla stampa che la sparatoria
contro il St. Antony era avvenuta alle 4:30 PM , tranne poi di fronte all'evidenza ammettere candidamente nel luglio 2013 all'ANSA: di aver sì detto 9:30 PM , ma di non sapersi spiegare il perché.
Siamo di fronte
a un palese occultamento di prove a discarico dei due accusati,
occultamento fatto da Bosco e dalla Polizia di Stato del Kerala alla
quale operando come ente statuale investito della funzione di Polizia
giudiziaria è imposto fornire tutte le informazioni di cui è in possesso alla Magistratura, mantenendo rispetto ai fatti una posizione distaccata e "super partes".
Il Luogo dell'Incidente
Ma dalla deposizione seppur falsa o fuorviante possono venire altri spunti investigativi per ricostruire gli eventi.
Nel brano nr.2,
che vi ho già mostrato, oltre a fissare l'orario Bosco ci ha fornito
una prima indicazione circa l'area in cui l'incidente ha avuto luogo ("Alle 4:30 PM siamo giunti a ovest di Kayamkulam")
ANNEX 2 - brano nr.3 (ROTTA)
In questo passo Mr Freddy dichiara che al momento dell'incidente il St. Antony navigava verso SUD.
ANNEX 2 - brano nr.4 (DISTANZA DA NEENDAKARA)
Con questa dichiarazione Mr. Freddy fissa la distanza tra il luogo dell'incidente e il porto di Neendakara.
La posizione delle due imbarcazioni nel medesimo istante
Dati tanto precisi quanto improbabili quelli forniti alla Polizia da Freddy che alle 4:30 PM si colloca in un punto distante dalla posizione in cui sta avendo luogo l'incidente alla Enrica Lexie; con rotta e velocità che lo portano ad allontanarsi dalla nave italiana senza alcuna possibilità di incrociarla.
Procedendo "verso sud" non si sarebbe mai "avvicinato" alla Enrica Lexie che procedeva per 330° (dato confermato dall'allarme SSAS che lo rileva in automatico), bensì si sarebbe costantemente allontanato.
Torneremo in modo più esauriente su questo aspetto discutendo lo ANNEX 48.
In altre
dichiarazioni rese alla stampa si metterà davanti a Alappuzha
(17/2/2012), a Chertala (3/3/2012), a Kollam (21/3/2012). In nessun caso
queste posizioni vanno a coincidere con quella della Lexie alle 4:30
PM sempre distanti decine di Km.
Le varie posizioni del St.Antony nelle interviste di Freddy ai giornali indiani ed italiani
Da notare che nonostante a bordo del peschereccio risulti presente un apparato GPS, stranamente agli atti non risulta che mai e in nessuna occasione Freddy abbia indicato il luogo dell'incidente fornendo coordinate geografiche alla Polizia, ai media o alla Magistratura.
Mr. Freddy Bosco è inattendibile, le sue deposizioni non hanno valore e in tribunale non dovrebbe neanche entrare.
Le Modalità dell'Incidente
Nelle dichiarazioni 'a caldo' rilasciate da Bosco e registrate nel video di cui abbiamo parlato in precedenza (vedi: paragrafo 'L'Orario dell'incidente'), il racconto dei fatti inizia secondo la nostra traduzione dal malayalam all'inglese con "a huge noise" (un rumore enorme), che nella traduzione 'indipendente' fornita dalla RAI in italiano diventa "un enorme frastuono".
Che si inizi a
sparare da 120 mt. come vuole la versione indiana (ANNEX 48) o da 450
mt. come riportato in quella italiana (le 500 yards del rapporto Latorre): lo sparo di un arma in cal. 5,56 come quelle in dotazione ai nostri militari in nessun caso potrebbe essere percepita in mare aperto come "un rumore enorme". Le cause del rumore enorme andranno ricercate, come faremo in seguito, esplorando altre ipotesi.
E se questa discrepanza percettiva non vi convince eccone subito un'altra, questa volta oggettiva:
[ANNEX 2 - brano nr.5 (IL 'SUONO' DELLO SPARO)]
Nella FIR sottoscritta pochi minuti dopo da Freddy "a huge noise" (il rumore enorme) scompare, lasciando il posto ad un più ambiguo "sound" (suono) una seconda significativa discrepanza fra le due versioni.
ANNEX 2 - brano nr.6 (LE MODALITA' DELLA SPARATORIA)
Mr. Bosco dichiara che il fuoco contro il St. Antony è continuato "per circa 2 minuti" e che "Le pallottole ci cadevano addosso come una pioggia torrenziale".
Certo le
cartucce a bordo non mancavano, la Polizia indiana ne sequestrerà oltre
novemila (approfondiremo in ANNEX 5); ciascun fuciliere aveva con se
l'arma carica e altri sei caricatori da 30 colpi; il fucile d'assalto
'Beretta SC 70/90' ha una cadenza di fuoco di 670 colpi al minuto; in
queste condizioni avrebbero certamente potuto riversare in due minuti i 420 colpi a loro disposizione: "come una pioggia torrenziale" nell'Oceano Indiano.
Nella realtà dei fatti narrata dagli stessi indiani (ANNEX 5) furono sparati in tutto 20 colpi, 12 da Latorre e 8 con un altro fucile (presumibilmente da Girone).
Tra cui almeno 6 quelli esplosi durante le prime due raffiche di avvertimento (considerando in via del tutto prudenziale una 'raffica' composta da un minimo tre colpi) che secondo il rapporto Latorrefurono sparate in acqua quando l'imbarcazione sconosciuta si trovava a 500 e 300 yards (circostanza confermata nell'intervista Noviello-RadioCapital dall'unico
ufficiale italiano in plancia, testimone oculare dei fatti e della cui
testimonianza fra le carte indiane non v'è traccia).
Per sparare i restanti 14 colpi (forse meno)
sarebbe stata sufficiente una raffica lunga meno di un paio di secondi,
ma dobbiamo escludere che le cose siano andate così, stando al racconto
dello stesso Freddy Bosco.
Resta da comprendere come 14 colpi (forse meno) esplosi in 2 minuti (mediamente uno ogni 7-10 secondi) possano rendere l'idea di una pioggia torrenziale di colpi.
Percezione e cadenza di tiro: qualcosa non torna.
Poi abbiamo quel primo colpo singolo che secondo Bosco 'apre' la sparatoria raggiungendo al capo il timoniere.
Con un fucile
d'assalto in cal. 5,56 da oltre 100 mt. tra imbarcazioni in navigazione
(relativamente stabile la petroliera assai meno il peschereccio),
indipendentemente dall'impiego o meno di ottiche risulterebbe per motivi
di instabilità balistica un tiro definito da persone assai più
competenti di me impossibile e tra l'altro per i riscontri di cui disponiamo decisamente in contrasto con il "fuoco dissuasivo",
quelle 'raffiche' che i nostri militari sostengono di aver esploso
nella fase iniziale dell'incidente e che nessuna testimonianza
smentisce.
Precisione e modalità di tiro: qualcosa non torna.
E quando tra
discrepanze ed omissioni fattori quali: la percezione, la cadenza di
tiro, la precisione e le modalità di una sparatoria offrono tanti e tali
motivi di perplessità l'unica certezza che ci regala la testimonianza
di Freddy è il racconto 'di un altro film' per nulla simile a quello cui hanno assistito a bordo della nave italiana.
La Mancata Identificazione
Affrontando l'argomento 'identificazione' occorre premettere due cose:
a. Il rosso e il nero sono colori assai comuni nelle livree di molte compagnie mercantili, chiunque può verificarlo facilmente in internet;
b. Il St.Antony è una tipologia di barca definita "traditional fishing boat",
venduta ai pescatori con provvidenze statali. Tutte identiche tranne
per le vivaci colorazioni e le attrezzature adatte alle diverse
tipologie di pesca e di pescato, se ne incrociano migliaia lungo le
coste dell'India.
Dell'imbarcazione che avvicina la Lexie in condizioni di luce e visibilità ottimali, conosciamo diversi dettagli alcuni dei quali trovano conferme da più fonti, limitandoci a questi e tralasciando tutti gli altri possiamo dire che:
1. giunge sotto alla petroliera da "proradritta", cioè le viene incontro frontalmente lievemente sulla destra e si allontana di poppa, ovvero dal lato posteriore della nave;
Ricostruzione grafica: La Lexie vista dall'imbarcazione
2. viene osservata col binocolo mentre si avvicina da
'almeno' due persone: Noviello e Girone (nelle altre deposizioni pur
fornendo dettagli difficilmente visibili a occhio nudo da 200 mt. non si
accenna mai a binocoli);
Ricostruzione grafica: Il St.Antony visto dalla Lexie
3. vi si scorgono a bordo alcune persone in piedi (ininfluente ora che fossero o meno armate).
Della grossa nave che si avvicina al St.Antony - e su questo sia il video Venad News (vedi: paragrafo 'L'Orario dell'incidente') che la FIR (ANNEX 2) concordano - sappiamo una sola cosa: era rossa sotto e nera sopra. Niente altro. Stando alle dichiarazioni rese dai superstiti l'intero equipaggio dormiva sul ponte tranne l'uomo al timone che però sarà anche il primo ad essere colpito a morte.
Date come vere tutte queste condizioni appare assai strano che:
Dalla petroliera non identificano per nome (ben visibile) l'imbarcazione che si avvicina ma si limiteranno a descriverla per colore (e non indicano 'bianco'); vi scorgono a bordo diversi membri dell'equipaggio che sicuramente non stanno dormendo.
Dal peschereccio non scorgono il nome della nave ne approssimandosi ne in allontanamento. Seppure ammettendo stiano dormendo durante la prima fase sappiamo da ANNEX 2 che certamente i superstiti sono svegli nella seconda. Come a dire che terminati gli spari, scampato il pericolo immediato nessuno dei nove guarda in direzione della nave e ne legge il nome che campeggia sullo specchio di poppa.
Non solo le due
versioni non collimano tra loro in alcun punto, ma ci si chiede di
accettare cose che proprio non riusciamo a ritenere ne normali ne
credibili.
DAI MIEI APPUNTI:
Il 29 novembre 2012, oltre nove mesi dopo l’incidente, sul sitoBLOOMBERG viene pubblicata una lunga analisi di Alan Katz, dal titolo Brother Shot Dead Fishing Tests Armed Guards'Accountability.
Al termine del solito racconto di come si svolse l'incidente, e per chiarire una volta per tutte la responsabilità italiana Mr.Freddy svela finalmente agli americani e al mondo una parte fino a quel momento inedita della vicenda:
“Standing to take the wheel and turn the boat away from the merchant ship, Freddy glanced at the stern of the black-and-red tanker as it passed a bit more than a football-field’s length away. “NAPOLI” he read, the home port of the Enrica Lexie.”
Traducendo liberamente:
Alzandosi raggiunge il timone, manovrando per portare la barca lontano dalla nave mercantile. Freddy guardò la poppa della petroliera nera e rossa, distante poco più di un campo di calcio e ha letto"NAPOLI", il porto di provenienza della Enrica Lexie.
Mr.Freddy Bosco fornisce qui un indizio di colpevolezza schiacciante:
"Guardandola allontanarsi non fu purtroppo in grado di leggere il nome della nave, ma riuscì a leggere NAPOLI"... e guardate che non è affatto facile da fare. Provate voi, con l'ausilio dell'immagine..
Per l'ennesima volta Mr. Freddy si dimostra essere uno dei testimoni più inattendibili e squalificati del pianeta, tenete bene a mente che dalle sue parole e da affermazioni come questa dipende una crisi politico-diplomatica tra Stati che coinvolge circa un miliardo e quattrocento milioni di persone. Incredibile.
Al termine del solito racconto di come si svolse l'incidente, e per chiarire una volta per tutte la responsabilità italiana Mr.Freddy svela finalmente agli americani e al mondo una parte fino a quel momento inedita della vicenda:
“Standing to take the wheel and turn the boat away from the merchant ship, Freddy glanced at the stern of the black-and-red tanker as it passed a bit more than a football-field’s length away. “NAPOLI” he read, the home port of the Enrica Lexie.”
Traducendo liberamente:
Alzandosi raggiunge il timone, manovrando per portare la barca lontano dalla nave mercantile. Freddy guardò la poppa della petroliera nera e rossa, distante poco più di un campo di calcio e ha letto"NAPOLI", il porto di provenienza della Enrica Lexie.
Mr.Freddy Bosco fornisce qui un indizio di colpevolezza schiacciante:
"Guardandola allontanarsi non fu purtroppo in grado di leggere il nome della nave, ma riuscì a leggere NAPOLI"... e guardate che non è affatto facile da fare. Provate voi, con l'ausilio dell'immagine..
Per l'ennesima volta Mr. Freddy si dimostra essere uno dei testimoni più inattendibili e squalificati del pianeta, tenete bene a mente che dalle sue parole e da affermazioni come questa dipende una crisi politico-diplomatica tra Stati che coinvolge circa un miliardo e quattrocento milioni di persone. Incredibile.
Terminata la sparatoria, condotti in luogo sicuro barca ed equipaggio, constatato il decesso dei due compagni a Freddy non resta che dare l'allarme e chiedere soccorso. Potrebbe contattare la Guardia Costiera usando la radio di bordo, sulla frequenza di emergenza (Canale 16) o con il telefono cellulare contattare la Polizia chiamando il 100 (l'equivalente keralita del nostro 112).
Freddy chiama Prabhu.
ANNEX 2 - brano nr.7 (FREDDY LANCIA L'ALLARM)
Qui troviamo una grossa novità:
Negli atti delle varie cause penali e civili tenute nei tribunali di
Kollam, Trivandrum e Delhi o quando il 27.04.2012 raggiunge un accordo
extragiudiziale (Lok Adalath) e riceve un assegno dall'armatore italiano
Freddy compare sempre in qualità di "owner" proprietario (vedi: High
Court of Kerala CMCP No. 16 of 2012 ed altre) invece in ANNEX 2 alla Polizia dichiara che il proprietario del St. Antony è Prabhu.
A questo punto sarebbe utile capire chi è effettivamente il proprietario del St. Antony, non tanto per capire a chi Freddy abbia mentito, se ai giudici o alla Polizia, quanto perché se risultasse realmente Prabhu il proprietario del St.Antony muterebbe anche il quadro giuridico relativo al suo dissequestro e al successivo affondamento.
La mancata custodia del reperto da parte del Tribunale ne ha consentito l'affondamento quindi l'impossibilità per i tecnici della difesa di eseguire riscontri, controlli e verifiche. Finora si era lasciato credere che il St. Antony per decisione del Tribunale di Kollam fosse stato riconsegnato a Bosco perché "sua unica fonte di reddito" e da questi successivamente lasciato affondare.
Ma se fosse stato riconsegnato a Prabhu, legittimo proprietario che lo affitta ai pescatori, che interesse poteva mai avere ad affondarlo, privandosi così di un bene di proprietà e di una fonte di reddito? Dovremmo allora necessariamente ipotizzare che Prabhu fosse consapevole della necessità di cancellare le tracce della sparatoria.
A questo punto sarebbe utile capire chi è effettivamente il proprietario del St. Antony, non tanto per capire a chi Freddy abbia mentito, se ai giudici o alla Polizia, quanto perché se risultasse realmente Prabhu il proprietario del St.Antony muterebbe anche il quadro giuridico relativo al suo dissequestro e al successivo affondamento.
La mancata custodia del reperto da parte del Tribunale ne ha consentito l'affondamento quindi l'impossibilità per i tecnici della difesa di eseguire riscontri, controlli e verifiche. Finora si era lasciato credere che il St. Antony per decisione del Tribunale di Kollam fosse stato riconsegnato a Bosco perché "sua unica fonte di reddito" e da questi successivamente lasciato affondare.
Ma se fosse stato riconsegnato a Prabhu, legittimo proprietario che lo affitta ai pescatori, che interesse poteva mai avere ad affondarlo, privandosi così di un bene di proprietà e di una fonte di reddito? Dovremmo allora necessariamente ipotizzare che Prabhu fosse consapevole della necessità di cancellare le tracce della sparatoria.
Quindi fu Prabhu a contattare la Polizia dando l'allarme? No!
Da ANNEX 3 - Chargesheet: Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #1
Secondo quanto riporta il chargesheet,
l'atto di accusa redatto dalla Polizia di Neendakara a conclusione
delle indagini preliminari (ANNEX 3) fu CW-12 a contattare CW-57. Ovvero
sostituendo i nomi ai numeri: fu Alphonse Philip (CW-12) che attorno alle 17:30 informò il SI (sub-inspector) G.Shaji (CW-57) della Polizia di Neendakara fornendo informazioni criptiche. E non fu Prabhu ad informare Alphonse Philip ma Aloysious.
Per farla breve ecco l'intera catena telefonica come è ricostruita dalla Polizia in ANNEX 3 (Freddy è CW-1).
Da ANNEX 3 - Chargesheet: Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #2
Quindi non è Bosco a informare la Polizia o la Guardia Costiera ma qualcun'altro che fornisce informazioni di 'quarta mano', non per nulla definite criptiche dalla stessa Polizia.
Come la notizia dell'incidente giunge alla Polizia #3
Quest'ultima senza effettuare alcuna verifica le gira direttamente alla Guardia Costiera (17:40) e alla Marina Militare di Kochi avviando la catena di eventi descritta in ANNEX 1.
A questo punto comprendere se nei minuti successivi all'incidente i telefoni cellulari a bordo del St.Antony funzionassero è un aspetto tutt'altro che secondario.
In una intervista collettiva rilasciata dai "superstiti" due giorni dopo i fatti, il 17 febbraio al quotidiano The Hindu, i pescatori (nonostante l'evidenza ormai definitivamente acclarata) sostenevano (sbagliando, mentendo o peggio dicendo il vero) che l'incidente era avvenuto a circa 14 Nm dalla costa (che loro ritengono acque territoriali, va a capire perché) ben lontani dal luogo in cui avviene l'incidente alla Lexie 20,5 Nm al largo.
A sostegno della loro tesi portano una solida evidenza:
il fatto che i loro cellulari funzionavano lo dimostra.
Da notare come in questa intervista lo stesso giornalista pur addebitando la morte dei due pescatori alla Enrica Lexie (già dalla mattina del giorno precedente la Guardia Costiera diffondeva questa versione dei fatti) indica che l'incidente è avvenuto di sera ("evening") forse avendo notizia delle dichiarazioni di Bosco al momento dell'approdo a Neendakara.
Inoltre Mr. Freddy dichiara che la nave "aggressor" si trovava sottocosta (quindi spostata verso Est, ancor più a ridosso delle coste del Kerala) fuori dalla rotta normalmente adibita al transito delle navi commerciali. Da queste dichiarazioni risulta ancor più evidente che il St. Antony non può incrociare la Enrica Lexie alle 4:30 PM a 20,5 NM dalla costa.
In una intervista collettiva rilasciata dai "superstiti" due giorni dopo i fatti, il 17 febbraio al quotidiano The Hindu, i pescatori (nonostante l'evidenza ormai definitivamente acclarata) sostenevano (sbagliando, mentendo o peggio dicendo il vero) che l'incidente era avvenuto a circa 14 Nm dalla costa (che loro ritengono acque territoriali, va a capire perché) ben lontani dal luogo in cui avviene l'incidente alla Lexie 20,5 Nm al largo.
A sostegno della loro tesi portano una solida evidenza:
il fatto che i loro cellulari funzionavano lo dimostra.
Da notare come in questa intervista lo stesso giornalista pur addebitando la morte dei due pescatori alla Enrica Lexie (già dalla mattina del giorno precedente la Guardia Costiera diffondeva questa versione dei fatti) indica che l'incidente è avvenuto di sera ("evening") forse avendo notizia delle dichiarazioni di Bosco al momento dell'approdo a Neendakara.
Inoltre Mr. Freddy dichiara che la nave "aggressor" si trovava sottocosta (quindi spostata verso Est, ancor più a ridosso delle coste del Kerala) fuori dalla rotta normalmente adibita al transito delle navi commerciali. Da queste dichiarazioni risulta ancor più evidente che il St. Antony non può incrociare la Enrica Lexie alle 4:30 PM a 20,5 NM dalla costa.
Apparentemente inspiegabile il motivo per cui:
- dopo la sparatoria, Mr. Bosco invece che alle Autorità lancia l'allarme chiamando con il VHF Prabhu, proprietario del peschereccio (vedi ANNEX 2);
- dopo essere stato informato dell'incidente al peschereccioPrabhu non da direttamente l'allarme ma telefona a Aloysious, che telefona ad Alphonse Philip, che finalmente riferisce tutto a G. Shaji, S.I. (Sub Ispector) della Coastal Police Station di Neendakara (vedi ANNEX 3);
- dopo la sparatoria, con due morti sulla barca, la radio di bordo operativa e i telefoni cellulari funzionanti, dopo aver parlato con Prabhu e durante le 5-6 ore di navigazione necessarie per rientrare a Neendakara nessuno, ne Freddy ne alcun altro membro dell'equipaggio contatta la Polizia o la Guardia Costiera per fornire indicazioni, ricevere informazioni o istruzioni, etc.;
- dopo aver ricevuto informazioni 'sommarie' (17:30 ) la Polizia rilancia l'allarme all'ICG e alla Marina Militare di Kochi (17:40). Per l'intera durata delle ricerche e pur sapendo che l'imbarcazione è stata colpita e potrebbe essere in difficoltànessuna Autorità cerca di mettersi in contatto col peschereccio(agli atti non risulta alcuna comunicazione) per ottenere chiarimenti utili al rintraccio dei responsabili, le condizioni del natante, la posizione, etc. - Nessuno gli va incontro per prestare soccorso.
I mezzi di con cui CPS, Neendakara avrebbe potuto prestare soccorso al St.Antony in rientro
Il Sub-Inspector
Nessuno sembra interessarsi del St.Antony e dei suoi nove superstiti fino al rientro a Neendakara, poco prima delle 23:00 ad attenderlo sul molo la Polizia e qualche centinaio tra conoscenti, curiosi e giornalisti.
E di nuovo mi trovo a dover rilevare una strana coincidenza:
Quando Alphonse Philip alle 17:30 contatta la Stazione della Polizia Costiera di Neendakara lanciando finalmente l'allarme, a raccoglierlo è G. Shaji SI (sub-inspector).
Quando attorno alle 22:30 Freddy sbarca dal peschereccio a Neendakara e rilascia la sua dichiarazione 'a caldo' (vedi: Video VENAD NEWS - paragrafo 'L'Orario dell'incidente') il funzionario di Polizia sempre presente durante le dichiarazioni di Bosco mentre afferma che gli hanno sparato alle 21:30 è ancora un 'sub-inspector'.
Fotogramma del video VenadNews da cui è possibile stabilire il grado del Poliziotto con Freddy
Dobbiamo presumere che sia la stessa persona: quella informata da Alphonse Philip alle 17:40 (il CW-57 dello ANNEX 3) equella che si reca al molo alle 23 circa per accogliere il St. Antony; quella che assiste alla testimonianza rilasciata ai media da Freddy Bosco e gli sente dire e ribadire che la sparatoria è avvenuta alle 21:30 ; quello che poco dopo nei locali della Stazione di Polizia lo ascolta mentre dichiara che al St. Antony sparano alle 16:30 .
E' la stessa Polizia a scrivere che le informazioni sono rese in modo "criptico" dalla quarta persona che rimbalza al telefono le notizie relative all'incidente,
ma questo non impedisce loro di concedergli massima fiducia e dare
all'informazione immediato riscontro. Subito ritrasmessa alla ICG sotto
forma di 'nota di ricerca' senza alcuna verifica.
Ma quando qualche ora dopo la stessa Polizia ha modo diascoltare dalla viva voce del diretto interessato la testimonianza oculare resa per la prima volta, appena tornato a terra, quando ancora non essendo a conoscenza di altri fatti (l'incidente alla Lexie) forniva dal suo punto di vista la ricostruzione 'autentica' dei fatti ai media, questa venga del tutto ignorata, senza che nei rapporti di Polizia si faccia mai cenno alle contraddizioni sull'orario della sparatoria.
Qui si vuole sostenere che le dichiarazioni di Bosco sono in realtà senza nessun riscontro verificabile, un "buco nero" inestricabile.
Non regge, tutto contrasta con tutto sia dal punto di vista logico che fattuale.
ANNEX 2 Evidenze
A) Contraddizione - le dichiarazioni di Bosco alle autorità sono in contraddizione con quanto dichiara a testimoni, media e alle stesse autorità (il funzionario di Polizia) quando scende in porto;
B) Omissione - Le autorità omettono di riportare le dichiarazioni contraddittorie di Bosco, pur essendone perfettamente a conoscenza;
C) Contraddizione -
La posizione geografica del St. Antony al momento degli spari indicata
da Bosco nella sua dichiarazione alla Polizia lo mette, come è
facilmente verificabile, parecchio a SUD e in direzione opposta rispetto alla posizione della Enrica Lexie al momento degli spari.
E' utile ricordare che in dichiarazioni successive rese ai media Bosco
darà almeno altre tre posizioni, tutte incompatibili con la Lexie per
decine di km;
D) Contraddizione -
le dichiarazioni di Bosco alle autorità in merito alla sparatoria sono
in contraddizione con le successive risultanze investigative. Distanze, durata, precisione, modalità e percezioni relative alla sparatoria restano prive di riscontri;
E) Vulnus logico - Priva di spiegazioni plausibili in condizioni di luce e visibilità ottimali la reciproca mancata identificazione tra le imbarcazioni nelle fasi che precedono e seguono l'incidente;
F) Vulnus logico -
Se fosse vero che al St. Antony sparano alle 16:30 (4:30 PM ora
indiana) nessuno dei pescatori in cinque ore chiama le autorità,
nonostante "i cellulari che prendevano" e la radio di bordo (VHS)
funzionante. Solo Bosco chiama Prabhu che ora scopriamo essere il "Owner
St. Antony's Boat". E' assurdo che dopo l'attacco con due morti a bordo dal St. Antony non si avvertano direttamente le autorità.
G) Vulnus logico -
Se fosse vero che al St. Antony sparano alle 16:30 (4:30 PM ora
indiana) e che Bosco avverte Prabhu questi avverte non le autorità ma un
certo Aloysious che a sua volta avverte un certo Alphonse Philip che
infine avverte le autorità alle 17:40, ma in modo "criptico" come
indicato dalla stessa Polizia.
E) Vulnus logico -
Visto che dalle dichiarazioni il proprietario del St. Antony è Prabhu, e
quindi il peschereccio St. Antony dopo il sequestro viene
necessariamente riconsegnato a lui, non si comprende quale sia il suo interesse di affondare il St. Antony, se non quello di cancellare le tracce della sparatoria il che ne fa un soggetto attivo della vicenda e non un semplice "affitta barche".
ANNEX 2 Conclusioni
Tra versioni
che cambiano nel giro di pochi minuti, dichiarazioni contraddittorie in
alcuni casi smentite dalle stesse investigazioni a volte semplicemente
prive di spiegazioni logiche razionali. Come nella vicenda specifica
della richiesta di soccorso, in cui la vittima opta per un percorso
alternativo al buonsenso e le Autorità accettano l'intermediazione
'informativa' del fatto delittuoso lasciando così che nella vicenda
entrino come attori tre soggetti (Prabhu, Aloysious e Alphonse Philip)
di cui non si conosce il ruolo e che gestiscono in prima persona, e non
sappiamo come, l'informazione sull'accaduto. Senza neanche avvertire il
bisogno di darne esplicita menzione nel Chargesheet (ANNEX 3).
Mr. Bosco
risulta ancora una volta inattendibile, il comportamento della Polizia
inspiegabilmente superficiale, le indagini ancora una volta
evidentemente pregiudizievoli ed omissive.
Fonte: seeninside
http://tentor-maurizio.blogspot.it/2015/10/enrica-lexie-analisi-tecnica-annex-1-e-2.html?spref=fb
http://alfredodecclesia.blogspot.it/
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