lunedì 7 settembre 2015

Le decisioni del Tribunale del Mare sul caso dei Marò: coerenti o pilatesche?

Un osservatore poco attento e  non familiare con i contenuti del Diritto Internazionale marittimo, oppure qualche individuo un po’ fazioso sarebbe portato frettolosamente a dichiarare, come peraltro hanno fatto alcuni media nostrani e anche qualche insulso e tedioso talk-show, se non il fallimento di certo una sonora sconfitta delle istanze avanzate dall’ Italia con l’Arbitrato internazionale al Tribunale del Mare di  Amburgo. Nulla di più falso e fuorviante. 

L’Italia, dopo aver battuto tutte le strade della diplomazia e della politica internazionale, seppure in modo piuttosto ondivago e poco incisivo, e comunque con scarsi risultati, ha recentemente deciso di avviare – con un colpevole ritardo di oltre 2 anni-  l’Arbitrato internazionale previsto dall’UNCLOS, la Legge sul Mare, al fine di dirimere l’ormai annosa (sono passati oltre tre anni) questione con l’India riguardante i 2 Fucilieri di Marina Latorre e Girone, accusati di aver sparato ed ucciso 2 pescatori del Kerala scambiati per presunti pirati. 

E’ mai possibile che la nostra stampa non riesca a parlar chiaro, diretto, senza fuffa e senza raccontare quelle menzogne che si annidano fra le pieghe di fatti reali, seguendo sempre una concezione teleologica dell’informazione, basata su priorità utilitaristiche, di potere corrente, oppure del denaro? Evidentemente esistono dei limiti professionali e deontologici, mentre la stampa di altre nazioni, seppure con certi condizionamenti , riesce a fare informazione più ‘’pulita e meno asservita’’. 

Nel caso specifico basta leggere alcuni giornali indiani, e fra gli altri  ‘’ The Economic Times’’ che non va mai sul soft, ma è caratterizzato da inchieste piuttosto feroci, per rendersi conto della valenza del verdetto di Amburgo. Con un articolo dal titolo emblematico ‘’ settle the case, send the italians home’’ (risolvete il caso e rimandate gli italiani a casa), nel confermare la giustezza delle decisioni prese dal Tribunale ITLOS , innescato da Roma circa due mesi fa, prende atto delle determinazioni di tale consesso  ‘’India and Italy to suspend all court proceedings against the two marines’’; inoltre, in esito a quanto accaduto, sostiene che comunque si è trattato di un ‘’horrible misunderstanding’’ sulle norme dell’ antipirateria che l’India deve rispettare, senza pietismi, ma riconoscendo la buona fede italiana.

Addirittura arriva a proporre che, nelle more di preparare i relativi rapporti per l’ITLOS – il predetto Tribunale- entro il 24 settembre pv, l’India, pur continuando a sostenere le proprie ragioni , rilasci da subito i 2 FCM  di fatto detenuti da tre anni e mezzo, facilitando così una ‘’compensazione di buona volontà’’ offerta da Roma alle famiglie dei due poveri pescatori deceduti, al fine di rendere l’atmosfera meno ostile e favorire la conclusione del contenzioso. Considerazioni di pregio che portano a favorire il rientro di Girone, quale misura collaterale sostenuta dall’Italia, ma che al momento il Tribunale di Amburgo non ha potuto avallare per la mancanza, abbastanza condivisibile,  ‘’del requisito dell’urgenza’’.

Certo, tutti auspicavamo, a prescindere dalle regole, che l’ITLOS si esprimesse  a favore di un rientro immediato del FCM Girone ancora ‘’quasi ostaggio’’ di Delhi, in Italia o in un paese terzo, in attesa delle determinazioni di quel Tribunale circa la giurisdizione, ma oggettivamente sarebbe stata una forzatura procedurale che esulava dalle stesse competenze di quel consesso. Tale richiesta era stata comunque avanzata dalla delegazione italiana, come secondaria rispetto a quella primaria che riguardava la definizione della giurisdizione, e quindi la titolarità italiana a processare i due FCM. Chiaramente tutti gli italiani, o quasi, avrebbero gradito, e Girone per primo, una decisione favorevole sia in merito alla giurisdizione, sia al suo rientro; altri hanno gridato scioccamente al solito ‘’cerchiobottismo’’ e ad una sentenza pilatesca lasciando prevalere l’ignoranza e, forse, i più onesti,  il cuore sul cervello. Qualcuno ha detto che l’ITLOS ha’’ deciso di non decidere’’, mentre tale Tribunale ha oggettivamente deciso in modo coerente ed equanime nell’ambito delle proprie competenze: decidere diversamente equivaleva a debordare dai propri compiti, abusando di un’autorità che formalmente non possedeva.

Infatti la decisione primaria per cui ‘’l’Italia e l’India devono sospendere ogni azione e qualsiasi iniziativa giudiziaria che possa aggravare la disputa in essere’’ è assai importante in quanto vieta all’India, che ha sempre sostenuto di voler e dover processare i due fucilieri, di perseverare in qualsiasi azione processuale nei loro riguardi: una decisione che preluderebbe ad una ‘’sostanziale’’ futura svolta a favore della giurisdizione italiana. Tuttavia non c’è da farsi illusioni poiché la strada dell’Arbitrato internazionale è lunga, tortuosa e nulla può essere dato per scontato, tutt’altro! Di certo se l’avessimo avviato oltre due anni e mezzo fa, forse oggi  saremo fuori da questa fastidiosa e involuta situazione, e le occasioni non sono mancate. Se nell’imminenza del permesso Pasquale del marzo 2013, il Governo in carica  avesse  trattenuto in Italia i due FCM e magari avviato un regolare processo, tenuto conto che sussistevano gli estremi giuridici per farlo – come aveva ribadito il Ministro della Giustizia pro-tempore Severino con un documento che solo poco tempo fa è venuto alla luce-  con la contestuale richiesta dell’Arbitrato internazionale, anche la situazione dei due FCM sarebbe stata del tutto diversa, e molto probabilmente risolta.

L’invocata ‘’condizione’’ di averli in Patria sarebbe stata superata ‘’ab origine’’, non restituendoli coattivamente agli indiani, e le nostre suppliche sulla giurisdizione  avrebbero avuto un diverso peso e rilevanza: la restituzione è stata invece letta, anche da alcuni giuristi, come un’implicita ammissione della titolarità indiana nel processarli. Nel napoletano si direbbe, non a torto: ‘’c…ti e mazziati’’!   Né sotto il profilo giuridico può avere valore quella fola sulla ‘’parola data’’, mentre in realtà si trattava di un ‘’affidavit’’ possibilista, attuabile solo e soltanto se non in contrasto con la nostra Costituzione (cosa che invece era, come ha sottolineato la stessa Severino, in quanto si trattava di estradarli in un Paese ove vigeva la pena capitale, oltre al fatto  che ‘’i rilevamenti satellitari’’ confermavano che la posizione della Lexie era in acque internazionali, soggetta unicamente alla legge di Bandiera-italiana!): una occasione perduta con un voltagabbana incredibile, restituendo al patibolo indiano due poveretti che probabilmente non c’entrano nulla con quell’evento!    

Di responsabilità politiche, della magistratura e di alcuni Vertici militari, l’odissea dei due FCM è lastricata come la via dell’Inferno; qualcuno si è difeso sostenendo che ‘’non si può venir meno alla parola data’’ mentre in realtà, con tutto ciò che in seguito è emerso, l’Italia poteva tranquillamente tenersi a casa i due fucilieri, e non svenderli per un pugno di lenticchie o per alcuni elicotteri, poi, mai venduti. Nessuno, in questa nostra democrazia ‘’inferiore’’ a quella  ‘’grande’’ indiana, si è mai preoccupato di fare luce sul sinistro e pervenire a capo della vera verità e delle correlate omesse responsabilità politiche o anche militari, con una mirata Commissione di Inchiesta parlamentare, pur considerando di non interferire con le attività processuali in corso. 

E’ mai possibile che in questo Belpaese tutto passa sottobanco, si riduce ‘’a bottega’’ e nessuno risponde di errori o malefatte nei confronti di due nostri figli che oltre ad essere stati arrestati illegittimamente, sono stati rigettati nelle mani avversarie per ben due volte, mentre tutt’intorno è silenzio rotto in modo estemporaneo da qualche telefonata di prammatica da parte dei neo eletti Ministri? Anzi, spesso vediamo, per assurdo, che chi era allora nelle posizioni decisorie ed ha consentito quelle nefandezze, è stato in seguito gratificato con incarichi di prestigio, politici o industriali, sicuramente prezzolati, ma assai poco meritati. 

Sono passati 3 governi, 5 Miniesteri, 3 Ministri della Difesa che, tergiversando per oltre tre anni, sono risultati inconcludenti e senza mai che qualcuno si assumesse l’onere di dichiarare l’ innocenza dei due fucilieri, almeno fino a prova contraria, tipico dovere di un Paese civile e con la schiena dritta, a tutela dei propri figli; anzi abbiamo avuto Miniesteri che l’hanno messa indubbio palesemente ( la Bonino) ed altri che, con bizantinismi degni di un paese del Quarto mondo, li hanno considerati aprioristicamente colpevoli  (dall’onorevole Pistelli al duo Manconi-Galan) per essere giocati come ‘’baratto’’ con altri delinquenti indiani detenuti in Italia su tavoli negoziali internazionali, senza tener di conto della giurisdizione e neppure della loro immunità funzionale, e ancor meno della sconosciuta  dignità e del supremo concetto dell’onore del militare!

Troppo facile  e profondamente ingiusto criticare ora l’ITLOS  da parte dei soliti detrattori da strapazzo; nonostante tali precedenti colpevolizzanti cui si sommano le reiterate violazioni perpetrate dagli indiani – dall’ingresso ingannevole della Lexie in acque territoriali, al sequestro delle armi di un altro Stato, all’arresto coatto di due soldati in missione istituzionale, alla elargizione ex-grazia di somme alle famiglie dei pescatori ed al proprietario del peschereccio San Antony, alla presa per i fondelli della perizia balistica, alla sparizione dei proiettili e dei video-filmati, e via dicendo…. noi, ora, pretendiamo  che  l’ITLOS  ce li restituisca senza una robusta e sostanziale motivazione, e con un suo proprio abuso di potere!                       

Davvero poco giusto e assai poco corretto. Tutti sproloquiano  a ruota libera, molti confidano ancora nello stellone italico,  ma gli oneri sono e restano tutti a carico dei 2 fucilieri, checché se ne dica!

I due FCM hanno già pagato sulla loro pelle un costo psico-fisico di detenzione ultratriennale nelle ‘’oasi indiane’’; il povero Latorre con un grave ictus ed un successivo intervento cardiologico da cui deve ancora riprendersi, mentre Girone è stato recentemente colpito dall’influenza virale  Dengue di cui sta soffrendo i postumi nella situazione di ‘’ostaggio’’  a Delhi, che di certo non l’aiuta.   Per il momento, quindi l’ITLOS ha fatto il suo mestiere, rilanciando alla fine del mese, quando avrà maggiori elementi per decidere più compiutamente, nell’assunto che tuttavia dovrà essere un Tribunale arbitrale in via di costituzione all’Aja – secondo quanto previsto dall’ Allegato VII alla Convenzione UNCLOS sulla legge del Mare, invocato formalmente dall’Italia-  che dovrà esprimersi nella sostanza e nel merito, sia sulle competenze giurisdizionali che sulle misure accessorie cautelari riguardanti direttamente i due FCM.  Ma anche là, a scanso di equivoci, tale consesso  si esprimerà sulla giurisdizione e anche sulle misure cautelari riguardanti i due FCM, ma non sull’innocenza o sulla colpevolezza dei due fucilieri in quanto dovrà essere un Tribunale competente per giurisdizione, si spera italiano, per un definitivo  giusto processo.

La nottata dell’Aja dovrà  passare e il tempo  dovrà pur essere galantuomo nei loro confronti, anche se leggendo l’interessante, recentissimo e documentato libro di Toni Capuozzo su ‘’I segreti dei Marò’’ ci sono aspetti, dubbi imponderabili e intrecci particolari che fanno rabbrividire; in sostanza sembra  che stiamo tentando di processare due nostri figli senza capi d’accusa, e probabilmente estranei alla morte di quei due pescatori ed al sinistro Lexie-San Antony, atteso che sussistono tali e tante discrasie, sulle posizioni relative dei bastimenti, sulla tempistica degli eventi, sulle ritrattate testimonianze, sulla perizia balistica farlocca, sulla sparizione dei bossoli e dei video dell’incidente,ecc: è assai probabile che i  2 FCM c’entrino come i cavoli a merenda, ma nessuno si è mai battuto per la loro estraneità e quindi per la loro innocenza!  Ciò, insieme con altri aspetti trattati diffusamente in tale testo, comprese le accuse ai Vertici militari ‘’d’aver fatto carriera sulla pelle dei marò’’, meritano riflessioni e commenti che -per questioni di spazi disponibili e per non appesantire inutilmente questo scritto-  saranno oggetto di un articolo a seguire il presente…continua!

di Giuseppe Lertora

Fonte: http://www.liberoreporter.it/

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