14 Marzo 2015
La data della prossima udienza alla Corte Suprema indiana non è
stata ancora fissata, ma, essendo stato in settimana dichiarato concluso
dalla Cancelleria della stessa Corte l'ennesimo passaggio
amministrativo, tale udienza dovrebbe essere calendarizzata a breve. La
scadenza della licenza concessa a Latorre a metà Aprile rappresenta ora
il termine limite per questa fase.
Nel gioco di specchi in cui si
è trasformata questa vicenda a causa della vigliaccheria e
dell'insipienza italiana (ricordo che con le opinioni pubbliche indiana,
italiana ed internazionale volutamente disinformate e manipolate
all'India non è mai stata messa alcuna pressione né sul merito, né sui
tempi), la prossima udienza della Corte Suprema sarà l'occasione in cui
si capirà se il governo indiano avrà finalmente scelto di spendere un
po' di capitale politico sul fronte interno per prospettare una
soluzione che, per quanto sicuramente farsesca e non definitiva,
consenta quanto meno lo sblocco dell'attuale impasse ed il rientro di
Salvatore Girone in Italia.
Sarà inoltre l'occasione per capire se i 'giudici-compagni di merenda' della banda politico-criminale che fa capo al duo Chandy/Antony siederanno ancora tra i giudici che dovranno dire l'ultima parola sul proseguio del caso oppure se siederanno finalmente in disparte. Ricordo che l'attuale presidente della Corte Suprema indiana va in ogni caso annoverato tra i cosiddetti 'giudici-compagni di merenda' di cui sopra.
In tutto questo, a
causa della scelta di non sposare mai apertamente e con forza le prove
che dimostrano tanto l'estraneità dei marò ai fatti loro contestati che
le manipolazioni indiane, l'Italia ufficiale rimane ancora una volta in
silenzio e relegata ad attendere con il cappello in mano nell'anticamera
dei palazzi del potere indiano.
Voglio ricordare che la
responsabilità di questa situazione vergognosa non è stata solo dei tre
governi italiani che si sono succeduti nella gestione del caso.
Se sulle loro spalle ricade ovviamente la maggiore responsabilità, i governi hanno potuto contare, come ha recentemente ricordato in Parlamento l'ineffabile ministro Gentiloni, sul sostegno e sulla linea unitaria di tutto il Parlamento (oltre che, aggiungo, sulla vergognosa collusione del mondo dell'informazione).
Se sulle loro spalle ricade ovviamente la maggiore responsabilità, i governi hanno potuto contare, come ha recentemente ricordato in Parlamento l'ineffabile ministro Gentiloni, sul sostegno e sulla linea unitaria di tutto il Parlamento (oltre che, aggiungo, sulla vergognosa collusione del mondo dell'informazione).
So, ad esempio, da
fonte affidabile che, prima della folkloristica missione in India di
oltre un anno fa di alcuni parlamentari italiani membri delle
Commissioni Esteri e Difesa, era stato fatto promettere ai partecipanti
(rappresentanti di TUTTI i partiti) che sul caso si sarebbero impegnati a
rinunciare ad azioni individuali e di partito. E così è stato. TUTTI
hanno accettato e promesso! I vari governi (ed in particolare gli ultimi
due) hanno quindi potuto contare sul silenzio/consenso di TUTTE le
forze parlamentari alla loro non-azione.
Se il PD, azionista di
maggioranza degli ultimi tre governi, si è da subito dimostrato
inadeguato nel condurre la vicenda ad una soluzione trasparente in
quanto prima vittima e responsabile del clamoroso errore di valutazione
iniziale in cui si è bevuta la 'balla' della colpevolezza dei marò,
sarebbe bastato un solo partito di opposizione, dico uno solo (Forza
Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Movimento 5 Stelle, scegliete voi)
che avesse davvero voluto farlo.
La verità su quanto accaduto è infatti disponibile dal Giugno 2013.
In un Paese normale e democratico sarebbe stato quanto meno interesse di tutti i partiti d'opposizione impegnarsi su questa vicenda e sposare l'innocenza dei marò. Invece la pochezza strategica delle attuali leadership politiche ha fatto sì che tutti i partiti se ne siano disinteressati rinunciando ad occuparsene in modo organico salvo il rilascio di ripetute, scontate ed irrilevanti dichiarazioni rilasciate in occasione dell'arrivo di una qualche notizia dall'India.
Il Movimento 5 Stelle, che in teoria dovrebbe essere la forza politica meno compromessa con il 'sistema' al potere, si è sì spinto l'anno scorso fino a chiedere l'impeachment di Napolitano, ponendo però alla base di tale richiesta motivazioni ridicole ed insussistenti, 'dimenticando' invece il comportamento di Napolitano nella vicenda marò che potenzialmente avrebbe da solo potuto fornire una base reale per la richiesta di 'impeachment' (per violazione della costituzione avendo consentito al rimando di cittadini italiani verso un Paese dove vige la pena di morte).
La verità è che in Italia abbiamo una classe
politica vecchia e nuova, non importa se bianca, rossa, nera, verde o a 5
Stelle, che fa piangere e ridere allo stesso tempo e che, priva di
qualsiasi visione strategica, sa solo vivere sulla polemica di giornata
con cui confonde e rimbecillisce gli italiani.
Come dimostra la vicenda 'marò', ne paghiamo le conseguenze!
Come dimostra la vicenda 'marò', ne paghiamo le conseguenze!
Stefano Tronconi
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