Inizia oggi la serie di post dedicati ai nostri Marò vittime di
una profonda ingiustizia e la cui condizione sembra essere ormai
divenuta un fatto “normale” per l’opinione pubblica nazionale.
GeopoliticalCenter, grazie agli interventi di importanti firme, cercherà
di riportare al centro dell’attenzione dei media la questione dei
nostri due militari per i quali chiediamo giustizia, la giustizia del
Diritto Internazionale che l’India e l’impotenza delle relazioni
internazionali italiane gli negano. Oggi un articolo dell’Amm. Giuseppe
Lertora.
Il silenzio mediatico avvolge, incomprensibilmente, la vicenda
travagliata dei 2 Fucilieri di Marina le cui sorti sono state affidate
alle decisioni del Tribunale del Mare di Amburgo, cui l’Italia si è
finalmente rivolta invocando l’Arbitrato Internazionale: ad esso spetta
l’onere di stabilire chi, fra Italia e India, ha la giurisdizione del
caso e quindi il diritto a giudicarli. Dopo mesi che non se ne parla, e
dopo quasi quattro anni da quel 15 febbraio del 2012, qualche giorno fa
la Farnesina ha richiesto di far rientrare in Italia, Girone che, come
noto, è ancora detenuto presso l’Ambasciata italiana di New Delhi.
L’altro sottufficiale, Latorre, è ancora in Patria, autorizzato fino al
13 gennaio 2016, per benevola? concessione degli indiani, onde poter
continuare le delicate cure, a seguito del grave ictus che l’aveva
colpito, oltre un anno fa. Una densa nebbia sembra avvolgere la vicenda
dei 2 FCM e nessuna notizia è trapelata dalle brume di Amburgo, anche
se ci sarebbe più di un motivo per tener debitamente informata la
pubblica opinione dei fatti e degli sviluppi inerenti questi due fedeli
servitori del nostro Stato. Al massimo si assiste a qualche
dichiarazione di facciata, a qualche saluto estemporaneo in occasione di
festività, ma senza che le Istituzioni si sbilancino più di tanto;
sembra quasi che si vogliano cancellare i fatti che li riguardano con un
metodo opinabile: banalmente con la tecnica di non parlarne,
ignorandoli e sostituendoli con notizie del tutto collaterali, spesso
inconsistenti, ma volutamente coprenti e diversive.
Stiamo da troppo
tempo assistendo a inutili giri di valzer, a farse inaccettabili; siamo
in presenza di una commedia degli equivoci e degli inganni, se non dei
soprusi da parte indiana, che si tiene nel teatro dell’assurdo, in cui
le vittime sono state elette a capri espiatori di una paradossale
vicenda, e i nostri attori istituzionali si tengono dietro le quinte
senza prendere posizione, recitando delle inutili e afone litanie. Nella
nebulosa che avvolge la loro odissea personale e familiare, si sono
alternati tre Presidenti del Consiglio, tre Ministri della Difesa, 4
Ministri degli Esteri, due Presidenti della Repubblica, che sono –questi
ultimi- altresì i Comandanti Supremi delle Forze Armate, e sta per
passare ‘’il quarto Natale’’ senza che siano state prese decisioni
idonee a far rispettare i loro diritti, e la nostra sovranità statuale.
Una Nazione dimentica dei propri figli, cui aveva ordinato di compiere
una missione delicata contro il crimine della pirateria, per proteggere
gli equipaggi della nostra marineria mercantile, nelle infestate acque
dell’oceano Indiano. Non solo dimenticanze; nel tempo l’odissea ha
assistito a un vero e proprio tradimento perpetrato dal governo Monti,
quando i 2 FCM, dopo quel permesso pasquale, furono rimandati -il 22
marzo del 2013- in pasto agli indiani, a prescindere dal dettato della
nostra Costituzione che espressamente vieta l’estradizione di nostri
cittadini verso un paese in cui vige la pena di morte.
E’ stata una
nuova Caporetto, disonorevole, tanto più per i successivi dubbi emersi e
l’ipotesi di aver scambiato i 2 FCM per business, per un pugno di
lenticchie, per contratti ‘’in being’’ con l’India. Che, come accade
oggi con la cessione della storica Pinin Farina agli indiani di
Mahindra, rischiano di risolversi in un flop, simile a quello d’ allora
per gli elicotteri EH-101 dell’Agusta, finiti in perdite enormi di soldi
e, con essi, di reputazione nazionale. Altro che supportati e tutelati;
li abbiamo abbandonati e gettati a mare ripetutamente; lasciati in
balia di un’opinabile giustizia indiana che, nonostante siano trascorsi
oltre tre anni e mezzo, non è riuscita a produrre prove della loro
colpevolezza, né specifici capi di accusa: secondo le peggiori
tradizioni giuridiche sono stati mantenuti in attesa di giudizio per
quel tempo inaccettabile, tipico di uno Stato a-democratico e
a-garantista, ma che dell’inganno, dell’arroganza e del giustizialismo
ha fatto una propria, medievale e tetragona bandiera.
All’atteggiamento indiano, l’Italia ha sempre risposto in modo ondivago
e con sudditanza, nella speranza che, pagando inopinatamente a destra e
a manca con centinaia di migliaia di dollari, nell’erroneo presupposto
di risarcire i danni presunti, ci fossero perdonati i fatti a cui
-molto probabilmente- i 2 FCM sono del tutto estranei: altro che beffa!
Va anche doverosamente detto che circa
due anni fa, e non con il senno di poi, si suggeriva di attivare
l’Arbitrato senza successivi indugi, esortando le ministre della Difesa
ed Esteri a procedere, anche per dar seguito alle roboanti dichiarazioni
fatte all’atto del loro insediamento in merito alle vicende dei 2 FCM;
si propugnava letteralmente di ‘’ attivare da subito l’Arbitrato
obbligatorio, facendo sì che Latorre e Girone non siano sottoposti al
processo illegittimo che gli indiani, con tutta calma, vorrebbero fare a
casa loro’’.
Purtroppo, fra giri di valzer inconcludenti abbiamo
perso tanto tempo, troppo! E solo a fine giugno del 2015 l’Arbitrato
veniva formalizzato. Possibile che, da allora, i nostri governanti e i
nostri media non si chiedano cosa stia succedendo ad Amburgo, nonostante
le discrasie emerse, già in prima battuta, riguardo i risibili
documenti della perizia balistica, per tacere delle incongrue posizioni
relative fra le imbarcazioni coinvolte, e delle differenze di orari
dichiarate che si discostano di ben cinque ore! Ciò che desta più
meraviglia è la stravagante competenza di alcuni giornali che, con
argomentazioni approssimative e partigiane, antimilitari per
definizione, sorvolano sull’incredibile e farlocca perizia balistica che
cerca di quadrare un cerchio impossibile fra calibro e circonferenza
dei proietti, facendoli rimpicciolire dal riscontro reale di colpi da 7,
62 mm ad un 5,56mm.
Gli specifici Allegati
presentati dalla delegazione indiana hanno suscitato notevoli
perplessità e meraviglia da parte dello stesso Tribunale per i farseschi
contenuti; uno di essi, l’Allegato 5, arriva perfino ad instillare il
dubbio che a bordo della Lexie vi fosse un’altra arma nascosta, del
calibro 7,62, per far tornare le loro farneticanti teorie balistiche!
In buona sostanza, invece, i 2 FCM sono innocenti e non c’entrano
nulla con quell’incidente; gli indiani hanno costruito ed alimentato
strumentalmente la vicenda per motivi elettoralistici, politici e di
lobby industriali, ma ora devono essere rintuzzati in tutti i modi e
‘’smondanati’’ anche dal Tribunale Arbitrale.
Di recente l’Italia ha avanzato, come il solito, temporalmente ‘’in
zona cesarini’’, la richiesta direttamente al Tribunale Arbitrale
dell’Aja per far rientrare in Patria, Girone affinché possa attendere
nel proprio Paese la decisione finale di tale Alto Consesso; tale
richiesta era già stata avanzata senza esito al Tribunale di Amburgo che
aveva motivato, correttamente, la sua decisione negativa in quanto si
trattava di misura collaterale discendente da quella principale sulla
giurisdizione. Inoltre, non sussistendo motivi di urgenza/ emergenza per
decidere in tal senso, per far rientrare Girone in Patria, il
comportamento è stato corretto, anche se umanamente e secondo alcuni
iper-ottimisti, avrebbe potuto esaminare e comunque approvare tale
richiesta impropria, anzitempo e debordando dai propri compiti
istituzionali. ‘’Battere le ortiche con l’affare altrui, è sempre così
semplice e scontato, per i ciarlatani..’’ dice un vecchio motto, ma non
sempre funziona!
Ora l’Italia ci riprova, anche se l’Aja non si è ancora
espressa sulla giurisdizione che dovrebbe –lo si auspica davvero-
essere riconosciuta come un diritto esclusivo italiano: speriamo che ci
sia una decisione favorevole, ma realisticamente è assai probabile che
tale Tribunale soprassederà ancora, nelle more di una decisione primaria
sulla questione, e soltanto dopo, si pronuncerà sulle misure
collaterali. L’odissea dei due poveri FCM, purtroppo, continua… e non
si risolverà nell’arco di pochi mesi! Né si può sperare che l’attuale
stampa ci informi debitamente sulle future vicende, non essendo più quel
cane da guardia del potere sul quale fare affidamento; ma, almeno,
desideriamo che i nostri governanti abbiano rispetto dell’opinione
pubblica e ci risparmino quelle insulse dichiarazioni nel rispetto
dell’intelligenza dei comuni cittadini: visto che sempre più i successi,
si fa per dire, dell’annuncite sono fragorosi, ma gli insuccessi
silenti, si spera in un dignitoso silenzio.
D’altronde, dichiarazioni
come quelle scandite nel tempo per cui ‘’ li rivogliamo a casa, e non li
dimenticheremo’’, e che ‘’la giurisdizione è solo italiana e ci
batteremo per questo..’’ nonchè al famoso ‘’bisogna pensarci molto, ma
non parlarne..’’, fino a quelle rilasciate dalla Ministra della Difesa
solo alcuni giorni fa in risposta ad una precisa interpellanza
parlamentare, fanno parte di una filastrocca inutile, antipatica e piena
d’ipocrisia. Quest’ultima recita,(è il caso di dirlo)
bellamente che, ‘’le iniziative? che il governo intende intraprendere
(siamo ancora alle intenzioni dopo 4 anni!!) per consentire il rapido e
definitivo rientro in Patria dei 2 marò, si collocano nell’alveo della
procedura giurisdizionale internazionale già avviata..’’ : lascia
esterrefatti e sconcertati che siamo ancora alle intenzioni, dopo 4 anni
e 4 Natali!
Un governo dovrebbe fare delle azioni, governare le
situazioni, gestirle e risolverle, non a parole; che operi alla luce del
sole o sottobanco, poco importa; ma non si può limitare a raccontare
‘’le intenzioni’’ a mò di favolette ai bambini delle elementari; tutti
si chiedono se anziché il tricolore su quella nave Lexie sventolava una
bandiera inglese, americana o francese: i loro marines, illegalmente
detenuti, sarebbero ancora sotto le grinfie indiane? Sicuramente no!
Eppure,
nonostante tali incresciosi eventi, per tacere del resto, i nostri del
San Marco -con un portamento irreprensibile, con la loro fierezza e
tenuta disciplinare- sono riusciti a risvegliare un sentimento di
dignità e di Patria, ormai dimenticato: a loro va la nostra ammirazione
ed alle loro famiglie, per le privazioni e le continue vessazioni
sofferte.
Non sono bastate, evidentemente, neppure le petizioni al Capo
dello Stato, che è anche il loro Supremo Capo; non sono bastate le
proposte inviate, una decina, fra cui, nel rispetto del Diritto
Internazionale, si ricercasse un forte appoggio dell’UE, dell’ONU e
degli stessi USA. Che, a ben vedere, sono ancora del tutto valide,
attuali e attuabili; quelli stessi non possono essere sempre ‘’passivi’’
e stare alla finestra, nonostante la presenza massiccia dei nostri
contingenti nei vari teatri di crisi.
Forse, probabilmente, non sono state neppure vagliate
quelle suppliche fatte con specifiche ‘’letterine di Natale’’ al
Presidente della Repubblica pro-tempore, che erano improntate a
garantire aspetti umanitari e i diritti basilari dei 2 FCM, ma anche a
tutelare, con un minimo di azioni concrete, la credibilità, la
sovranità e l’onore della nostra Nazione.
Coloro che credono ancora in questa triade di valori
non si rassegnano al nichilismo nostrano tipico dei miscredenti
pseudo-identitari e a-morali di questa società, né ad assistere
passivamente al procedere della incredibile odissea dei nostri Fucilieri
di Marina: mai lasciare il posto alla rassegnazione, ma continuare nel
rappresentare con forza i diritti a tutela di ogni cittadino, con o
senza stellette, e mai abbandonare la speranza che il prossimo anno veda
chiudersi, e bene, questa tremenda odissea: con i più cari Auguri ai
nostri due del San Marco!
Fonte: http://www.geopoliticalcenter.com/